INTRODUZIONE
Si pota in ritardo, cioè da maggio a giugno 2007, per motivi burocratici: i proprietari indugiano a rinnovare il Contratto agli affittuari, esecutori anche della potatura.
Finalmente la situazione si sblocca. Le operazioni si svolgono in vari vigneti della Valdichiana, presso Civitella (Arezzo).
L'obbiettivo è costituire la seguente forma di allevamento: il Cordone speronato.
Si decide tuttavia, di prendere due piccioni con una fava: cioè: dare la forma d'allevamento o cordone speronato e al contempo prender l'uva nei casi che lo permettono: in questi casi, verrà lasciato una lunghezza del tronco con un certo numero di tralci incipienti (che in alcuni casi, visto il ritardo di potatura, son già lunghi) producenti uva. Il numero di questi tralci o gemme (alcune gemme sono in fase d'apertura), non potrà comunque essere maggiore di otto-dieci.
Cominciando il lavoro, il cordone dovrà mandarsi a destra o a sinistra? La risposta è che dovrà essere diretto dalla parte opposta al palo della vite: se il palo è dunque piantato a destra, il cordone va a sinistra e viceversa.
Si comincia dunque con la seguente filosofia: non esitare a tagliare a due occhi, nei casi dove il disordine eccessivo non permette di rientrare nell'allevamento del cordone speronato. Ciò sarà applicato alle lettera, dove la crescita delle viti, è lenta e rachitica.
ELENCO DEI CASI PRINCIPALI
1. Caso del tronco biforcuto: se ha abbastanza vigore in proporzione all'altezza, si taglia sotto la biforcazione; se lo scarso vigore fa un tronco troppo fino (per es. meno di un dito) , tagliarlo a due, quattro occhi.
2. Caso di due capi vicino al palo, dei quali il più grosso ha sviluppato molte femminelle (lunghe dei metri), il meno grosso, ha invece solo tralci regolari : si lascia il meno grosso, nella prospettiva di ricavare anche qualche grappolo d'uva: infatti, tagliati i tralci al di sotto del filo, quelli che crescono dalle gemme del tronco adagiato lungo il filo, fruttificheranno; e la pianta, liberata dalla competizione coll'altro tronco, ingrosserà pure il giusto.
Al contrario, se si lascia il più grosso, bisognerà perdere tempo a togliere tutte le femminelle, oltre che i tralci sul tronco: vi è pertanto, più lavoro; inoltre lo sviluppo eccessivo delle femminelle, avrà tolto pure ogni forza ai tralci regolari; ma non basta: in questo caso avviene molto frequentemente che tale tronco maggiore, si biforchi disperdendosi nella uniformità prima dell'altezza del secondo filo; oppure, può avvenire che lo sviluppo eccessivo delle femminelle, cominci a indebolirlo in grossezza, già a trenta, quaranta centimetri sotto il secondo filo; onde dovrebbe essere reciso a tre quattro occhi. E se lo si facesse, oltre a togliere maggiore legno e altezza alla pianta (e quindi a confinarne la crescita in una fase più arretrata, rispetto al cordone speronato) non si avrebbe produzione d'uva.
3. Caso dei due capi con molte femminelle: se i due capi in questione hanno distanza dal palo diversa, si lascia il più vicino. Se la distanza è invece sostanzialmente uguale, si lascia il più grosso, perché più vigoroso, e pertanto con maggiore capacità di rinnovo. Ma se il tronco è abbastanza lungo da permettere la piegatura sul filo, si taglia lasciando un numero di gemme proporzionato alla grossezza (per es. grosso come l'indice: si possono adagiare sul filo anche quattro, cinque gemme o tralci).
4. Caso dei due capi entrambi piccoli e rachitici : si taglia il più piccolo e si lasciano uno, due occhi nel più grosso.
5. Caso del tronco troppo fino: un tronco grosso come mezzo dito indice, va tagliato a due occhi.
6. Caso del tronco troppo fino, con terminazione verde: conviene tagliare tutti gli eventuali laterali in competizione e lasciare quello che va verso l'alto: questo però in fase di legatura, va lasciato verso l'alto e non adagiato sul filo come il tronco non verde; ciò è molto importante, altrimenti non si sfoga e sviluppa eccessivamente le femminelle laterali, con danno alla capacità fruttificante futura.
7. Caso del tronco molto vigoroso e molto lungo: si lasciano al massimo cinque-dieci gemme; e mai devesi invadere lo spazio della vite susseguente.
FINE