L'ASSUNZIONE DI MARIA*(cioè l' Assunzione al Cielo della Madonna descritta da Maria Valtorta).[Da : Maria Valtorta , Il Poema dell' Uomo Dio , Isola del Liri (FR) , ed. Pisani, Anno Santo 1975 ; (voll. 1-10) , vol. 10° , pp. 341-46] Finestra sulla religione Testo HOME Introduzione Vai a fine testo Vai in fondo |
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Foto 1: Firenze , S. Maria Annunziata , Cartolina con Tomba di Maria Valtorta e un quadro che la rappresenta nella sua posa di lavoro abituale : cioè seduta nel letto a scrivere con poche carte in mano . Il quadro a olio , fu dipinto da Lorenzo Ferri nel 1963, ed è appeso tuttoggi sopra il letto della camera in casa Valtorta (visitabile) in via Antonio Fratti 257 a Viareggio. Foto 2: Francesco Granacci , Madonna della Cintola , 1515 c. , FI , Galleria della Accademia . Foto 3 : Maria Valtorta a 22 anni e mezzo , poco prima della frattura spinale , con le sue conseguenze irreversibili . |
Maria Valtorta , nacque a Caserta il 14 marzo 1897 e morì a Viareggio il 12 ottobre 1961 . Condusse studi senza conseguir diploma, al Collegio Bianconi di Monza , presso le suore di Maria Bambina , ultimando nel 1913 . In seguito Volle fare la infermiera samaritana ; ma un colpo alla schiena imprevedibile , ricevuto da uno squilibrato il 17 marzo 1920, la fece ricredere e supplire per le conseguenze sempre più gravi , finché dal 1° aprile 1934 , fino alla sua morte, cioè per ben 27 anni , non poté più levarsi dal letto .
La sua attività di scrittrice mistica della vita di Cristo, fu dunque da inferma e da letto, e fu molto intensa dal 1943 al 1947 , protraendosi fino al 1953 .
In tutto la Valtorta scrisse a mano e di getto e senza correzione alcuna , ben 15 000 pagine di quaderno , 11 000 delle quali riguardano la vita del Cristo, inizialmente pubblicata in 10 volumi col titolo Il Poema dell' Uomo-Dio (Isola del Liri -FR-, Pisani 1975) .
Ma dopo il 1953, cessa ogni attività scrittoria e sempre più anche qualsiasi altra attività , perché deperisce irreversibilmente in seguito a una forma progressiva e lenta di chiusura psicologica e spirituale , che alcuni ritennero e ritengono tuttoggi , una malattia psicologica ; e questo stato l'accompagnò fino alla morte .
La Valtorta si caratterizza per descrivere delle visioni e per scrivere sotto dettatura di Gesù o della Madonna . Ella sostiene dunque che la sua opera letteraria , è frutto di rivelazione . E coerentemente con questa convinzione, chiese l'approvazione ecclesiastica dei suoi scritti , che però non le venne concessa; tuttoggi la Chiesa riconosce ufficialmente il valore letterario e romanzato delle opere valtortiane , ma non più di questo ; cioè in pratica , i signori docenti (con numerosi eccezioni che aumentano di numero andando dalla gerarchia verso il basso) , tra vescovi , papi e cardinali , non si sentono di accettare la nozione più precisa (cioè : tradizionale ma maggiormente spiegata rispetto alla tradizione) di Cristo e di Maria , data dall' opera della Valtorta. E il motivo di questo dubbio , è che tale opera , pur non offendendo ma illuminando la stessa ortodossia , contrasta talvolta con le visioni ecclesiastiche ordinarie e stereotipate , sia del Cristo che di Maria che dell'ambiente in cui vissero ; pertanto la docenza si trova in realtà alle corde , ed è necessario un processo di maturazione a riguardo , la cui causa non può essere che la seguente :
gli studi sull' opera valtortiana , faranno col tempo chiarezza sulla medesima ; del pari , la diffusione sempre maggiore dell' opera a livello mondiale , permette già e permetterà sempre di più , di misurarla secondo criteri anche evangelici , cioè secondo i frutti buoni o cattivi che tali letture sono in grado di apportare .
Quanto alla lezione valtortiana sull' Assunzione 1) , essa è conforme alla dottrina , ma si oppone notevolmente alle tradizioni extrabibliche del modo in cui Maria fu Assunta in Cielo : infatti Maria è distesa nel letto e non in una bara o sarcofago o sepolcro ; in sua presenza c'è S. Giovanni e basta e non S. Tommaso e gli apostoli ; inoltre non da in sua memoria cintola alcuna 2) e gli angeli né distribuiscono fiori o rose né suonano strumenti musicali , ma comunque trasportano in alto Maria dormiente , sfondando prodigiosamente il tetto della sua casa .
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1 : Secondo uno dei paladini che avversano cattedraticamente (si tratta di un sacerdote docente alla Facoltà teologica dell' Italia del nord, Sezione di Torino) la opera maggiore della Valtorta (Il Poema dell' Uomo Dio) e anche la minore , lo scritto sottostante sulla Assunzione che porta la data del 1951, non sarebbe casuale , ma appositamente scritto un anno dopo la definizione del Dogma della Assunzione della Madonna, avvenuta mediante la costituzione apostolica Munificentissimus deus , il 1° novenbre 1950 (crf. Pier Angelo Gramaglia , Maria Valtorta , Una moderna manipolazione dei Vangeli , Casale Monferrato -AL- , Piemme , 1985; p. 194) . Secondo questo commento , l' opera valtortiana è frutto di un dinamismo psichico anormale (p. 205), la scrittrice sarebbe una vittima del suo sub-incoscio , cioè scambierebbe le sue visioni e dettature ritenute da Dio , col suo emergere psichico delle carenze affettive (p.123) ; inoltre ritiene, l'autore , di rinvenire nell' opera numerosi anacronismi (p.154-ss) , anche se finisce poi per dire in ultimo , che in fatto di dettagli , il romanzo valtortiano sarà sempre imbattibile e soprattutto ...nessuno potrà mai verificare quei dettagli abbondanti (p.157) . Ma il torinese si sbaglia : l' abbondanza dei dettagli e delle descrizioni particolareggiate, è proprio a mio avviso , uno dei punti forti che permetteranno di verificare in futuro la validità o meno dell' opera valtortiana ; infatti geografi , archeologi mineralogi , storici , ....e numerosi altri oltre i teologi , hanno in abbondanza materiale da verificare . Ma se si vuole un quadro delle valutazioni dell' Opera valtortiana , crf. : Emilio Pisani , Pro e Contro Maria Valtorta , Isola del Liri (FR) , Centro editoriale valtortiano , 1995; pp.1-203 .
2 : Specialmente in ambito toscano , ma anche altrove in Italia e in Europa , l' Assunzione di Maria in Cielo , è collegata a S. Tommaso e alla cintola (un es. in Valdarno è l' Assunta da S. Leone a Celle -Figline Valdarno, FI-), : cioè come si spiega sotto alla nota 6 , la sede di questa devozione è in Toscana , e specialmente a Prato, per via di una Cintola o reliquia (Sacro cingolo) custodita nella Cappella della Sacra Cintola del Duomo . Specialmente da Prato , la devozione al Sacro Cingolo , come accezione locale alla devozione generale all' Assunta , si è diffusa in Toscana e Romagna e spesso è stata rappresentata in pittura e poi in scultura dai Della Robbia e i lor scolari . L' iconografia in proposito pur avendo due accezioni , una d'ambito senese rifacentesi alla Legenda Aurea di Iacopo da Varazze, l' altra al testo Apocrifo risalente al VI° sec. detto : Transito della Beata vergine Maria (dello Pseudo-Giuseppe d' Arimatea (crf. "I Vangeli Apocrifi" , Torino , Einaudi 1969; pp. 466-74), concorda nel rappresentare la Madonna in mandorla che sale al cielo circondata da angeli (Cherubini suonanti e serafini ardenti, o solo gli uni o gli altri) con sotto il sepolcro vuoto , trapunto di fiori , e S. Tommaso col committente o con gli apostoli o qualche altro Papa o Santo , che prende la Cintola della Madonna ascendente , come avviene anche sopra nell' Assunta di Granacci o in quella ordetta da S. Leone a Celle ... . Ma il fatto che l' opera valtortiana contraddica la tradizione apocrifa dell' Assunta che da la cintola a S. Tommaso , non dimostra l' invalidità del racconto valtortiano , ma rappresenta una possibilità in più di ulteriore verifica .
Quanti giorni son passati ? E ' difficile stabilirlo con sicurezza . Se si giudica dai fiori che fanno corona intorno al corpo esanime 1) si dovrebbe dire che sono passate poche ore. Ma se si giudica dalle fronde d'ulivo su cui posano i fiori freschi, fronde dalle foglie già appassite, e dagli altri fiori vizzi, posati, come tante reliquie, sul coperchio del cofano, si deve concludere che sono passati dei giorni ormai.
Ma il corpo di Maria è quale era appena spirata 2) . Nessun segno di morte è sul suo volto, sulle piccole mani. Nessun odore sgradevole è nella stanza. Anzi aleggia in essa un profumo indefinibile che sa d'incenso, di gigli, di rose, di mughetti, e di erbe montane, insieme mescolati.
Giovanni, che chissà mai da quanti giorni veglia, si è addormentato, vinto dalla stanchezza, stando seduto sullo sgabello, con le spalle appoggiate al muro, presso la porta aperta che dà sulla terrazza. La luce della lanterna, posata al suolo, lo illumina da sotto in su e permette di vedere il suo volto stanco, pallidissimo, meno che intorno agli occhi arrossati dal piangere.
L'alba deve essere ormai incominciata perché il suo debole chiarore rende visibili all'occhio la terrazza e gli ulivi che circondano la casa, chiarore che si fa sempre più forte e che, penetrando dalla porta, fa più distinti anche gli oggetti della camera, quelli che per essere lontani dalla lucernetta, prima si intravvedevano appena .
Ad un tratto una gran luce empie la stanza, una luce argentea , sfumata d'azzurro, quasi fosforica , e sempre più cresce, annullando quella dell' alba e quella della lucerna. Una luce uguale a quella che innondò la grotta di Betlemme al momento della Natività divina . Poi in questa luce paradisiaca si palesano delle creature angeliche 3) , luce ancor più splendida nella luce già tanto potente apparsa per prima. Come già avvenne quando gli angeli apparvero ai pastori, una danza di scintille d'ogni colore si sprigiona dalle loro ali dolcemente mosse dalle quali viene come un mormorio armonico, arpeggiato, dolcissimo.
Le creature angeliche si dispongono a corona intorno al lettuccio, si curvano su di esso, sollevano il corpo immobile e , con un più forte agitar d'ali, che aumenta il suono già esistente prima, per un varco apertosi prodigiosamente nel tetto, come prodigiosamente s'aprì il Sepolcro di Gesù, se ne vanno, portando seco loro il corpo della loro Regina, Santissimo, è vero, ma non ancora glorificato e perciò ancora soggetto alle leggi della materia, soggezione a cui non era più soggetto il Cristo perché già glorificato quando risorse da morte 4).
Il suono dato dalle ali angeliche aumenta, ed è ora potente come un suono d'organo. Giovanni, che s'era già, pur rimanendo addormentato, smosso due o tre volte sul suo sgabello, come fosse disturbato dalla gran luce e dal suono delle ali angeliche, si desta totalmente per quel suono potente e per una forte corrente d'aria che, scendendo dal tetto scoperchiato ed uscendo dalla porta aperta, forma come un gorgo che agita le coperture del letto ormai vuoto e le vesti di Giovanni, spegnendo la lucerna e spegnendo, con un forte picchio, la porta aperta.
L'apostolo si guarda intorno, ancor mezzo assonnato, per rendersi conto di ciò che avviene. Si accorge che il letto è vuoto e che il tetto è scoperto. Intuisce che un prodigio è avvenuto. Corre fuori sulla terrazza e, come per un istinto spirituale, o per un richiamo celeste, alza il capo, facendosi solecchio con la mano per guardare, senza avere l'ostacolo del nascente sole negli occhi.
E vede. Vede il corpo di Maria, ancor privo di vita, ed in tutto uguale a quello di persona dormente 5) , che sale sempre più in alto, sostenuto dallo stuolo angelico. Come per un ultimo saluto, un lembo del manto e del velo si agitano, forse per azione del vento suscitato dalla rapida assunzione e dal moto delle ali angeliche, e dei fiori, quelli che Giovanni aveva disposti e rinnovati intorno al corpo di Maria, e certo rimasti tra le pieghe delle vesti, piovono sulla terrazza e sulla terra del Getsemani 6) , mentre l'osanna potente dello stuolo angelico si fa sempre più lontano e quindi più lieve.
Giovanni continua a fissare quel corpo che sale verso il Cielo e, certo per un prodigio concessogli da Dio, per consolarlo e per premiarlo del suo amore alla Madre adottiva, egli vede, distintamente, che Maria, avvolta ora dai raggi del sole che è sorto, esce dall'estasi che le ha separata l'anima dal corpo, torna viva, sorge in piedi, perché ora Lei pure fruisce dei doni propri ai corpi già glorificati 7) .
Giovanni guarda, guarda, il miracolo che Dio gli concede e gli dà potere, contro ogni legge naturale, di vedere Maria quale è ora mentre sale ratta verso il Cielo, circondata, ma non più aiutata a salire, dagli angeli osannanti. E Giovanni è rapito da quella visione di bellezza che nessuna penna d'uomo, né parola umana, né opera di artista potrà mai descrivere o riprodurre, perché è di una bellezza indescrivibile.
Giovanni, stando sempre appoggiato al muretto della terrazza, continua a fissare quella splendida e splendente forma di Dio -perché realmente può dirsi così Maria, formata in modo unico da Dio, che la volle immacolata, perché fosse forma al Verbo Incarnato 8)- che sale sempre più in alto. E un ultimo, supremo prodigio concede Iddio-Amore 9) a questo suo perfetto amatore: quello di vedere l'incontro della Madre Santissima col suo Santissimo Figlio che, Lui pure splendido e splendente, bello di una bellezza indescrivibile, scende ratto dal Cielo, raggiunge la Madre, se la stringe sul cuore, più fulgenti di due astri maggiori, con Lei ritorna da dove è venuto 10). Il vedere di Giovanni è finito.
Egli abbassa il capo. Sul suo volto stanco sono presenti e il dolore per la perdita di Maria e il gaudio per la sua gloriosa sorte. Ma ormai il gaudio supera il dolore. Egli dice: « Grazie, mio Dio! Grazie! lo presentivo che questo sarebbe accaduto. E volevo vegliare, per non perdere nessun episodio della sua Assunzione. Ma erano ormai tre giorni che non dormivo! Il sonno, la stanchezza, congiunti alla pena, mi hanno abbattuto e vinto proprio quando era imminente l'Assunzione 11) . ... Ma forse Tu stesso l' hai voluto, o Dio, perché io non turbassi quel momento e non soffrissi troppo... . Sì, Certo Tu lo hai voluto, come ora volesti che io vedessi ciò che senza un tuo miracolo non avrei potuto vedere. Mi hai concesso di vederla ancora, benché già tanto lontana, già glorificata e gloriosa, come mi fosse vicina. E rivedere Gesù! Oh! visione beatissima, insperata, insperabile! O dono dei doni di Gesù-Dio al suo Giovanni! Grazia suprema! Rivedere il mio Maestro e Signore! Vedere Lui presso la Madre! Lui simile a sole e Lei a luna 12) , splendidissimi entrambi, e per esser gloriosi e per esser felici d'esser riuniti in eterno! Che sarà il Paradiso ora che Voi vi splendete, Voi, astri maggiori della Gerusalemme celeste 13) ? Quale il gaudio degli angelici cori e dei santi? È tale la gioia che m' ha dato il vedere la Madre col Figlio, cosa che annulla ogni sua pena, ogni loro pena, anzi, che anche la mia cessa, e in me subentra la pace. Dei tre miracoli che avevo chiesti a Dio, due si sono compiuti. Ho visto tornare la vita in Maria 14) e la pace la sento tornare in me. Ogni mia angoscia cessa perché vi ho visto riuniti nella gloria. Grazie di ciò, o Dio. E grazie per avermi dato modo, anche per una creatura, santissima, ma sempre umana, di vedere quale è la sorte dei santi, quale sarà dopo l'ultimo giudizio, e la risurrezione delle carni, e la loro ricongiunzione, la loro fusione con lo spirito, salito al Cielo all'ora della morte 15) . Non avevo bisogno di vedere per credere. Perché io ho sempre creduto fermamente ad ogni parola del Maestro. Ma molti dubiteranno che, dopo secoli e millenni, la carne, fatta polvere, possa tornare corpo vivente. A costoro io potrò dire, giurandolo sulle cose più eccelse, che non solo il Cristo tornò vivo, per suo proprio potere divino, ma che anche la Madre sua, tre dì dopo la morte, se morte può dirsi tal morte, riprese vita, e con la carne riunita all'anima prese la sua eterna dimora in Cielo, al fianco del Figlio 16) . Potrò dire: " Credete, o cristiani tutti, nella risurrezione della carne 17) , alla fine dei secoli, e alla vita eterna e dell'anima e dei corpi, vita beata per i santi 18) , orrenda per i colpevoli impenitenti 19), Credete e vivete da santi, come da santi vissero Gesù e Maria per avere la loro stessa sorte. Io ho visto i loro corpi salire al Cielo. Ve lo posso testimoniare. Vivete da giusti per potere un giorno essere nel nuovo mondo eterno, in anima e corpo, presso Gesù-Sole e presso Maria, Stella di tutte le stelle " . Grazie ancora, o Dio! Ed ora raccogliamo quanto resta di Lei. I fiori caduti dalle sue vesti, le fronde degli ulivi rimaste sul letto, e conserviamoli . Serviranno... sì, serviranno a dare aiuto e consolazione ai miei fratelli, invano attesi. Prima o poi li ritroverò... » .
Raccoglie anche i petali dei fiori sfogliatisi nel cadere, rientra nella stanza, tenendoli in un lembo della veste. Nota allora più attentamente l'apertura del tetto 19a) , ed esclama: « Un altro prodigio! E un'altra mirabile proporzione nei prodigi della vita di Gesù e Maria! Egli, Dio, da se risorse, e col suo solo volere ribaltò la pietra del Sepolcro e col suo solo potere ascese al Cielo. Da solo . Maria, Santissima, ma figlia dell'uomo, per aiuto angelico ebbe aperto il varco per la sua assunzione al Cielo, e, sempre per aiuto angelico, è stata assunta là . Nel Cristo lo spirito tornò ad animare. il Corpo mentre esso era ancora sulla Terra, perché così doveva essere, per far tacere i suoi nemici, e per confermare nella fede i suoi seguaci tutti. In Maria lo spirito è tornato quando il corpo santissimo era già sulle soglie del Paradiso 21) , perché per Lei non era necessario più altro. Potenza perfetta dell'Infinita Sapienza di Dio!... » .
Giovanni ora raccoglie in un telo i fiori e le fronde rimasti sul lettuccio, vi unisce quelli raccolti fuori, e li depone tutti sul coperchio del cofano. Poi lo apre e vi colloca il guancialetto di Maria, la coperta del lettuccio, scende nella cucina, raccoglie altri oggetti usati da Lei: il fuso e la conocchia, le sue stoviglie, e le unisce alle altre cose. Chiude il cofano 21) e si siede sullo sgabello esclamando :
« Ora tutto è compiuto anche per me! Ora posso andare, liberamente, là dove lo Spirito di Dio mi condurrà. Andare! Seminare la Divina Parola che il Maestro mi ha data perché io la dia agli uomini. Insegnare l'Amore. Insegnarlo perché credano nell'Amore e nella sua potenza. Far loro conoscere cosa ha fatto Dio-Amore per gli uomini. Il suo Sacrificio e il suo Sacramento e Rito perpetui, per cui, sino alla fine dei secoli, noi potremo essere uniti a Gesù Cristo per 1' Eucarestia e rinnovare il Rito e il Sacrificio come Egli comandò di fare. Tutti doni dell'Amore perfetto! Far amare l'Amore perché credano in Esso come noi vi abbiamo creduto e crediamo 22) . Seminare l'Amore perché sia abbondante la messe e la pesca, per il Signore . L'amore tutto ottiene, mi ha detto Maria nel suo ultimo discorso, a me, da Lei giustamente definito, nel Collegio Apostolico, colui che ama, l'amante per eccellenza, l'antitesi dell' Iscariota che fu l'odio, come Pietro l'irruenza, e Andrea la mitezza, i figli d' Alfeo la santità e sapienza congiunta a nobiltà di modi, e così via . Io, l'amoroso, ora che non ho più 23) il Maestro e la Madre da amare in Terra, andrò a spargere l'amore tra le genti 24). L'amore sarà la mia arma e dottrina. E con esso vincerò il Demonio, il paganesimo, e conquisterò molte anime. Continuerò così Gesù e Maria, che furono l'amore perfetto in Terra » .
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NOTE
* Scritto l' 8 dic. 1951. A. 12438-12449
1 < vedi: nota 71 a pag. 338 >
2 < come la precedente nota 1 >
3 < vedi: nota 3 a pag. 999 del 6° volume >
4 < L'Assunzione di Maria SS.ma in corpo ed anima alla gloria celeste, è verità rivelata da Dio e proposta come tale dal Magistero universale della Chiesa ordinario e straordinario (vedi: nota 47 a pag. 333) . Ma il modo con cui si è verificata tale Assunzione , non si può stabilire con argomenti storici concordanti e degni di ogni fede. Quest' Opera, bisogna riconoscerlo, ne fornisce una descrizione che si allontana molto dagli Apocrifi e si distingue per semplicità e utilizzazione di elementi credibilissimi, perché in armonia o con la sana dottrina o con fatti e prodigi narrati da altri brani biblici. Vedi. ad esempio. per Henok : Genesi 5. 21-24; Ecclesiastico 44, 16; 49, 16; Ebrei 11,5 ; (Sapienza 4, 7-14); per Elia : IV Re 2. 1-18; Ecclesiastico 48, 1-15 .
5 < vedi: nota 71 a pag. 338 >
6 < Nel Duomo di Prato, e precisamente nella preziosa Cappella detta del Sacro Cingolo, si conserva una Cintola che, secondo una pia tradizione, la Vergine avrebbe consegnato, nell' ora della sua Assunzione, all' Apostolo Tommaso. Tale Cingolo, donato dal Santo ad un Sacerdote, e da questi ad una giovane andata sposa ad un pratese, sarebbe così pervenuto alla suddetta città toscana. Vedi : G. MORONI, op. cit. (nel 9° volume, nota 1 a pag. 319-320), vol 13, p. 181 e vol. 55, p. 53-58; L. V. BERTARELLI, Guida d'Italia del Touring Club italiano, Toscana..., Milano, 1935, p. 209. Ma la presente opera non vi allude >
7 < vedi: nota 71 a pag.338 >
8 < vedi: nota 15 a pag. 420 dell.SO volume >
9 < (vedi: I° Giovanni 4, 8 , 16) >
10 <Fa pensare a : Cantico dei Cantici 8,5, cioè a uno dei passi biblici che la tradizione ha applicato alla Vergine, e particolarmente alla sua Assunzione. Vedi nota 47 a p. 333 >
11 <Secondo quest' opera , dunque , niente scoperchiamento di tomba, anzi addirittura niente sepolcro, niente fiori miracolosamente freschi, , niente scorrere normale o prodigioso di apostoli : un solo apostolo , Giovanni , quello che dimorava con la Vergine (Giovanni 29,27) e per di più vinto dal sonno e quindi di nulla avvedutosi. Senza dubbio questa narrazione dista molto da quella degli apocrifi dei secoli antichi e di tempi meno antichi. Vedi precedente nota 4 >
12 < vedi: nota 66 a p. 337; Apocalisse 12, 1-6 >
13 < Apocalisse 21, 1- 22, 15 >
14 < vedi nota 71 a p. 338 >
15 < vedi : Costituzione apostolica Munificentissimus Deus di Pio XII°, poche righe prima della solenne definizione della Assunzione. Vedi: nota 47 a pag. 333 >
16 < vedi: nota 71 a pag. 338 >
17 < vedi: nota 129 a pag. 229 >
18 < vedi : nota 74 a pag. 357 >
19 < vedi: nota 70 a pag. 152 del 9° volume >
19a < il testo scrive : l' apertura del letto , anziché l' apertura del tetto . Non c'è dubbio che si tratta del tetto e non del letto , come del resto si trova a p. 501(capoverso 3) del 10° Volume di : L' Evangelo come mi è stato rivelato , Isola del Liri (Frosinone -FR-) , CEV (Centro editoriale valtortiano), 2001 . Quest' opera , riportando lo stesso passo , scrive giustamente tetto al posto di letto . Tale opera è la edizione più recente e filologicamente meglio curata , del Poema dell' Uomo Dio >
20 < come le precedenti note 16 e 18 >
21 < vedi : nota 1 a pag. 319 del 9° volume >
22 < vedi: l° Giovanni 4, 8-16 e, in gran parte, il resto di tale lettera. come pure la 2° Giovanni >
23 < non ho più > : A, non più
24 < vedi: nota 27 a pag. 329 >
FINE DELLE NOTE
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