L'ATEISMO E IL RELATIVISMO ETICO CONSEGUENTE, CONFONDENDO IL PENSIERO, VOGLIONO IMPOVERIRE IL MONDO, SPECULANDO E DESTRUTTURANDO L'ECONOMIA

(Questo brano rappresenta un commento all'email sottostante di Domenica 7 marzo 2010, dal titolo Un po' di solidarietà, che descrive la giusta opposizione degli operai, a che ll'imprenditore

Nerino Grassi della OMSA di Faenza -RA- ,  trasferisca l'attività produttiva in Serbia)

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Gesu lava i piedi a Pietro. La nostra civiltà trae il senso di solidarietà individuale e comunitario, dal dovere di amare Dio e il prossimo (primi due comandi del Decalogo); ma anche dalla esplicitazione evangelica di tali comandi prioritari (come la lavanda dei piedi),  secondo la quale esplicitazione,  l'Autorità e quindi l'Istituzioni private e pubbliche, giustificano la sostanza del loro essere e del loro ufficio, servendo con efficienza e perfino trasparente amore (all'uomo e a Dio; ma specialmente alla bontà del proprio ufficio) e non mancando al Decalogo o spadroneggiando sul popolo . 

 

 

 

 

 

                Se il signor Nerino Grassi proprietario dell'OMSA  (ditta di Faenza –RA- : crf. sotto) vuole andare a vivere in Serbia, è libero di farlo.

 

                Ma non ha il diritto di portarci anche la sua fabbrica : lui come altri con simili obbiettivi mobili, non hanno questo diritto, anche se le leggi permettono attualmente,  tale trasferimento. E non esiste tale diritto sempre, ma specialmente oggi, che aumenta la disoccupazione, a causa della recessione .

 

                Questi trasferimenti banditeschi del capitale all'estero dall'Italia, per cui non si ruba più come in antico, solo collocando altrove il danaro, ma ormai collocandoci anche le attività produttive (fuori dalla logica della lecita espansione e misurato investimento), sono in realtà forme di destrutturazione del nostro sistema produttivo; cioè fanno parte del disegno perverso di impoverire l'Italia e il mondo;  e a livello mondiale, fanno parte del disegno più generale di impoverire le realtà locali a vantaggio del solo capitale, che si comprende sempre più come l'unico soggetto che ha diritto di esercitare l'attività economica :

 

                con questa filosofia, i lavoratori non hanno nessun diritto certo di lavorare; al contrario gli imprenditori, ridottisi comicamente da sostenitori audaci del rischio economico a depressi mendicanti della manodopera a basso costo (cioè della manodopera senza diritti, senza potere e spesso democrazia), si pigliano tuttavia il diritto di trasferirsi dove la manodopera stessa costa di meno, perché ha meno potere e consapevolezze, ed è pertanto, poco più che schiava dell'economia come degli sfruttatori. E ben si badi, ciò questi imprenditori fanno, nonostante siano stati proprio la democrazia e l’armonia dei diritti come dello Stato di diritto, ad arricchirli e farli perciò, la ricchezza maggiore e personale, del mondo ricco. Ma quando gli sfruttati e gli schiavi che oggi costano meno, si sveglieranno diventando a loro volta  i cittadini e i protagonisti del mondo di domani che costerà di più, i poveri imprenditori-profittatori attuali, torneranno finalmente nei loro paesi d’origine a gambe levate, più poveri di prima nello spirito e nel portafoglio : cioè torneranno in patria, vale a dire all’inizio vero, alla fonte vera della loro fortuna; e frattanto, per rimandare il più possibile tale epilogo o indecoroso rimpatrio, cercheranno alleanze legali o illegali coi poteri locali legittimi  o illegittimi che siano, per rallentare il più possibile, l’evoluzione globale comunque inarrestabile, cioè per rallentare il più possibile, l’emancipazione dei popoli dalla povertà del pensiero più ancora che materiale. Infatti questa classe imprenditoriale, ha purtroppo perso la bussola o stella polare del progresso; e così come in patria crea oggi destrutturazione e povertà economica, a volte fuggendo; nei paesi d’approdo, rallenterà domani l’emancipazione sociale, spesso cospirando.

 

                Invero sotto questo bisogno apparente di pagare meno la manodopera per produrre meglio, si nasconde  una debolezza filosofica e una mancanza di chiarezza e affermazione del valore della persona, che è chiaramente una nuova forma di deperimento umanistico, perciò è una nuova forma di immoralità pubblica e sociale, e come tale è l’ennesima forma di anticattolicesimo :

 

                cioè si  vuol fuggire dalla realtà viva e tradizionale della produzione locale o nazionale, non perché come si dice ufficialmente, si vuole risparmiare sulle spese produttive pagando meno la manodopera e indulgendo a che altrettanto accada a casa nostra, visto che tanto ci sono in più gli immigrati, spesso disposti a qualsiasi sottoretribuzione; ma si vuol fuggire, perché divenuti poveri di idee e ancor più di valori, perduta o confusa pericolosamente la fede in Dio (principale fattore del progresso), di nuovo l'attività economica è divenuta per conseguenza, valore assoluto fine a se stesso ( imprenditorializza meglio, solo chi accumula più profitto a scapito di chiunque...) e si è affrancata in notevole parte da ogni dovere di servizio pubblico al cittadino come all'uomo, come alla nazione, come al mondo

 

                Gli stessi imprenditori che facilmente, si gloriano all'occorrenza, di dar lavoro a decine o centinaia di operai, appena cambiata la geografia produttiva e politica globale, proprio loro facili autoglorificanti,  rifuggono come depresse beghine, dai loro tradizionali doveri di cittadini e di Italiani :

 

                ufficialmente dicono che lo fanno, per produrre con minori spese; in realtà lo fanno per produrre redditi che essi non vogliono più condividere che con se stessi; questi imprenditori, come già detto, sono in realtà dei debilitati nel pensiero e degli immorali, che perduto il saldo riferimento a Dio e al popolo, considerano l'attività economica come un fatto esclusivamente privato, che riguarda loro e non il popolo; e perciò, non certo i lavoratori.

 

                La produzione torna così ad essere un vanto esclusivamente capitalistico; non più il frutto della collaborazione armonica tra capitale e forza lavoro, frutto democratico e di una evoluzione sofferta ma vincente, del diritto e della collaborazione sociale, come è stato in Italia (Europa e America : mondo ricco e primo, e ricco e primo, proprio per queste ragioni) dal dopoguerra in poi

 

                Ma è chiaro quale è il presupposto fondamentale di questa nuova moda erronea, che vuole uccidere (mediante la speculazione o la destrutturazione serrata o delocalizzazione) l'economia nazionale e locale : non è più il liberalismo selvaggio e basta; ma è qualcosa di ancora più inumano e pericoloso :

 

                è l'ateismo di fatto o filosofico che sia, il quale a forza di predicare o giustificare  il cosidetto relativismo etico mediante l’assenza sistematica di valori assoluti, finisce per essere anche il principale fattore filosofico dell’egoismo imprenditoriale e di massa; questo ateismo, confondendo il pensiero,  vuole trasformare gli imprenditori (e alcuni li ha già trasformati) da protagonisti principali della prosperità economica e sociale, in protagonisti principali della neopovertà economica e sociale, mondiale.

 

                E’ necessario pertanto, un ritorno individuale e collettivo a Dio, per opporsi efficacemente a questo processo generale di impoverimento del pensiero come della attività produttiva.

 

 

 

 

Email dal titolo :  Un po’ di solidarietà ……


FAR  GIRARE PER NON AVALLARE L'INDIFFERENZA......


E' con grande tristezza che vi inoltro questa mail.
La stessa cosa è successa alle lavoratrici della Perla, che ora ha
trasferito la produzione in Cina, della Mandarina Duck, ecc.
Anche se il nostro caro presidente del consiglio parla di segni
positivi ho la netta impressione che quest'anno e i prossimi a venire
saranno davvero disastrosi per l'Italia.

Amiche e amici,
vi porto via un po' di tempo raccontandovi quello che sta succedendo in
questi giorni a Faenza, più o meno nell'indifferenza generale.
Lo stabilimento OMSA di Faenza (RA) sta per essere chiuso, non per
mancanza di lavoro, ma per mettere in pratica una politica di
delocalizzazione all'estero della produzione per maggiori guadagni.
Il proprietario dell'OMSA, il signor Nerino Grassi, ha infatti deciso
di spostare questo ramo di produzione in Serbia, dove ovviamente la
manodopera, l'energia e il carico fiscale sono notevolmente più bassi.
Questa decisione porterà oltre 300 dipendenti, in maggior parte donne e
non più giovanissime, a rimanere senza lavoro.
Le prospettive di impiego nel faentino sono scarse e le autorità hanno
fatto poco e niente per incentivare Grassi a rimanere in Italia o per
trovare soluzioni occupazionali alternative per i dipendenti, salvo poi
spendere fiumi di parole di solidarietà adesso che non c'è più niente da
fare.
Da giorni le lavoratrici stanno presidiando i cancelli dell'azienda, al
freddo, notte e giorno, in un tentativo disperato di impedire il
trasferimento dei macchinari, (tentativo documentato anche da Striscia
la Notizia sabato scorso, ma ad onor del vero il servizio è stato
brevissimo e piuttosto superficiale).
Personalmente, anche se non sono coinvolta nel problema, trovo sempre
più allucinante che in Italia non esistano leggi che possano proteggere
i lavoratori dall'essere trattati come mere fonti di reddito da lasciare
in mezzo a una strada non appena si profili all'orizzonte l'eventualità
di un guadagno più facile.
Le lavoratrici OMSA invitano tutte le donne ad essere solidali con
loro, boicottando i marchi Philippe Matignon - Sisi - Omsa - Golden Lady
- Hue Donna - Hue Uomo - Saltallegro - Saltallegro Bebè - Serenella e vi
sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna,
anche solo girando questa mail a quante più persone potete se non altro
per non alimentare l'indifferenza.
Le lavoratrici OMSA ringraziano quindi per l'aiuto e il supporto che
vorrete dargli quali ennesime vittime di una legislazione che protegge
sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori che non
la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti. 

 

 

FINE

 

 

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