Sullo sfondo del Tricolore: Scuola di Annibale Carracci , Allegoria delle Virtù Teologali, XVII° sec. , Roma, Palazzo di Montecitorio . |
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La Fede porta in mano la Croce e guarda verso la Carità che distribuisce pane e doni ai poveri , mentre la Speranza guarda la Fede, come del resto anche la Carità . Le tre virtù si guardano pertanto reciprocamente con gaudiosa armonia: e ciò per significare il sostegno reciproco dell' una verso l'altra, nonostante che lo incedere della Fede, apra la strada anche alla Carità e alla speranza. |
Più nelle enciclopedie che nelle scuole, s'insegna che la Bandiera italiana ebbe origine alla fine del settecento, quale variante del Tricolore francese:
La Bandiera tricolore italiana ebbe le sue origini a Milano quale bandiera delle milizie lombarde create da Napoleone il 6 novembre 1796 e fu dapprima una variante del tricolore rivoluzionario francese con il verde al posto del blu. Adottata poi dalla Repubblica Cispadana (1797), dalla Repubblica Cisalpina e dal Regno Italico, dopo la caduta di Napoleone, comparve nei moti risorgimentali. Il 23 marzo 1848 Carlo Alberto adottò il tricolore per le sue truppe. Divenuta nel 1861 la Bandiera del Regno d'Italia, fino al 1946 ebbe, al centro del drappo, lo scudo sabaudo 1).
Questa lezione letterale che fa della nostra bandiera una semplice derivazione francese, per motivi bellici, è tuttavia circoscritta agli avvenimenti storici sette-ottocenteschi.
In realtà il Tricolore non è un caso, e ha radici e significati ben più profondi. Il principale di questi, già noto al Carducci 2), è il richiamo alle tre virtù teologali: la Fede, la Speranza, La Carità.
L'Italia sede della Chiesa, storicamente viene interessata prima di altri paesi dalla elaborazione teologica della Sacra Scrittura. In questo contesto, è con la Summa Theologiae di S. Tommaso d'Aquino scritta tra il 1265 e il 1273, che si giunge a distinguere ufficialmente (più di quanto si sia fatto in passato) tra virtù teologali o infuse e virtù cardinali 3). L'arte medioevale che da tempo rappresentava virtù e vizi, alla fine della prima metà del trecento in Palazzo Publico a Siena, accosta il bianco alla fede e il rosso alla Carità, nelle Virtù teologali che circondano il Capo del Comune di Siena nel Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti: ivi la Fede è già vestita di bianco e la Carità coi capelli di fuoco, è vestita di rosso.
Successivamente nel cinquecento rinascimentale, la Iconologia di Cesare Ripa 4), descrive le personificazioni delle tre virtù teologali, e ciascuna ha già il suo colore oltre ai suoi attributi:
la Fede è vestita di bianco con in mano non il crocifisso di Lorenzetti e altri, ma un cuore con su infissa una candela tenuta dalla mano destra e le due tavole della Legge sulla sinistra; la Speranza è invece vestita di verde e ha come corona una ghirlanda di fiori, preludio ai frutti futuri. La Carità è una donna vestita di rosso che in cima al capo ha una fiamma ardente, cioè capelli che ardono come una fiamma.
Gli artisti successivi al Ripa, si baseranno in gran parte sulla Iconologia di questi, per rappresentare le loro personificazioni, rispettando naturalmente il dettato dei colori:
per esempio della scuola di Annibale Carracci, l'Allegoria delle Virtù teologali del XVII° secolo in Palazzo Montecitorio a Roma (Foto soprastante); l'Allegoria della Fede di Jan Vermeer del 1675, oggi al Metropolitam Museum, di New-York; La Carità come Allegoria dei cinque sensi di Carlo Cignani, 1668-79, collezione privata...ecc.
In conclusione, prima delle vicende sette-ottocentesche e napoleoniche che portarono tecnicamente all'assunzione del Tricolore italiano, vi era una lunga e solida tradizione, che aveva associato il bianco, colore dei papi, alla Fede; il verde, colore della natura rigogliosa, alla Speranza, il Rosso, colore del sangue e del sangue dei martiri, alla Carità; quella carità base del viver cristiano che può giungere anche al sacrificio della vita nelle vittime del martirio 5).
Ora per quanto riguarda il bianco e il rosso, si può ammettere il passaggio di circostanza dalla bandiera francese. Ma come si spiega l'assunzione autonoma del verde, da parte degli Italiani? Come mai venne assunto proprio il colore che mancava alla triade simbolica delle virtù teologali, dopo secoli di tradizione che già avevano associato il bianco, il verde e il rosso, alle tre virtù teologali?
Molto probabilmente questa assunzione non fu casuale. Ma così come l'inno nazionale canta che Iddio (il Dio cristiano) creò l'Italia schiava di Roma (Roma sede del Papa e della Chiesa), per motivi misteriosi 6) forse al di sopra del senso letterale dei fatti storici, l'Italia risorgimentale finì per appropriarsi dell'unico colore che mancava al suo emblema nazionale, per essere anche simbolo delle tre virtù teologali. Questo emblema esprime dunque mirabilmente, non solo la vocazione politica, ma anche la vocazione teologica dell'Italia.
NOTE
1: Grande enciclopedia Rizzoli, Milano Rizzoli 1987 (ristampa 1994), vol. 2, p. 653-54 (s.v. Bandiera).
2: Il Carducci (Giosuè C. Valdicastello -Lucca- 1835 / Bologna 1907) , il 7 gennaio 1897, tenne un discorso dal titolo Per il Tricolore, nell'atrio del Palazzo Comunale di Reggio Emilia per celebrare il centenario della nascita del tricolore dal 1797 : in questo documento o discorso si dice : Sii benedetta! benedetta nell'immacolata origine, benedetta nelle via di prove e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre, nei secoli! Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e sì augusta; il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l'anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de' poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi. e subito il popolo cantò alla sua bandiera ch'ella era la più bella di tutte e che sempre voleva lei e con lei la libertà; ond'è che ella, come la dice la scritta, Piena di fati mosse alla gloria del Campidoglio.
3: La Summa Theologiae di S. Tommaso d'Aquino (1225-1274) è divisa in tre parti: la I° tratta di Dio (essenza divina qq 2-20; distinzione delle persone qq 27-43; processo delle crearture da Dio qq 44-119); la II° tratta del ritorno a Dio delle creature razionali; ed è divisa in due sezioni, la prima secundae e la secunda secundae. Nella prima secundae si parla del movimento dell'uomo verso Dio mediante le azioni umane in generale; nella secunda secundae si parla del movimento dell'uomo verso Dio mediante le azioni umane in particolare : è qui dunque che si distingue anche tra virtù teologali e cardinali e si considerano forme particolari di vita. La III parte tratta del ritorno a Dio mediante la via rivelata da Gesù Cristo, cioè mediante la Grazia, coi suoi canali privilegiati, come ad esempio i sacramenti... .
4: Cesare Ripa (1560c-1625c), Iconologia, a cura di Piero Buscaroli, Milano, Tea 1992, pp. 48-49 (Carità), 127-28 (Fede Cattolica), 415-16 (Speranza).
5: Sacrificio fino all'effusione del sangue; il rosso è pertanto il colore dei cardinali, che deve ricordare loro d'esser sempre pronti a dare il proprio sangue per fedeltà alla Chiesa.
6: Motivi misteriosi che tuttavia, almeno in parte, potrebbero essere chiariti da ricerche storiche ulteriori.
FINE