I COCOMERI DELL'ASSUNTA

15-8-06

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Note

Finestra sul popolo Aretino, Toscano, Italiano

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                Le Querciole, oggi sono pervase da una pace festiva, l'afa della calura, l'allegria discreta, il trionfo circostante del rigoglio estivo, le acque buonissime e schiette delle sorgenti e dei fossi, tutto contribuisce ad innalzare questo giorno, da comune a speciale e insolito, per le abitudini del villaggio.

                Ma è ovvio che tra tutti gli aspetti che concorrono allo stato generale della famiglia Mercanti e del paese, c'è la presenza misteriosa dell'Assunta:

                oggi il prete ha detto che la Madonna è stata assunta in cielo, anche col corpo; per questo forse costei ci è tanto madre e tanto vicino, dice nonna Delia.

                Oggi, la Madonna che abbiamo rappresentata alle pareti nella nostra casa e finanche nelle stalle con Sant'Antonio, forse ci guarda con benevolenza particolare... .

                Comunque noi festeggiamo prima di tutto in suo onore: come sempre, come ogni anno. Io credo che in fondo dobbiamo a lei, alla sua santissima intercessione, tutte le nostre fortune: la riuscita dei parti, quella dei raccolti, la protezione dalla malasventura sempre in agguato, per opera di Satana e della nostra distrazione... . E' sempre lei, la nostra Mamma celeste, che spende uno sguardo e spezza una lancia per noi poveretti, in questi campi desolati.

                  Ben detto Amedeo : la Madonna è la nostra fortuna e insieme la nostra bandiera. Il suo cuore immacolato, la sua intelligenza di madre, penetra le nostre situazioni, ascolta i nostri rosari, si intenerisce, e in conclusione trova sempre il modo di toglierci dai guai, come dalla miseria più nera e abietta .

                Ma senti la nonna Delia : anche la miseria è tolta dalla Madonna. L'ingegner Formigoni non può fare a meno di intervenire. In fondo credo che abbia ragione: infatti la devozione familiare alla Madonna, porta le famiglie sulle vie del Signore, le fa consistere con la concordia e la pace fraterna, le amministra proficuamente rendendo i figli e le mogli docili all'autorità del marito e i mariti a sua volta, diciamolo pure, più premurosi di meglio comandare, con spirito di urgenza e rettitudine, col solo bene familiare e generale, al di sopra di ogni altro.

                Mi trovo daccordo con lei ingegner Formigoni. S'affretta a concludere Armando Mercanti.

                Infatti si trovano tutti seduti in casa, attorno alla tavola imbandita, in attesa che le donne distribuiscano il pranzo di Mezz'agosto.

                E ci sono tutti: oltre ai fratelli Amedeo e Rina Formigoni, oltre alla famiglia Mercanti (Assunta e Amedeo, i figli Beppe e Fabrizio, la nonna Delia), c'è anche l'altezzoso colonnello Cesarini.

                Si comincia dunque con una minestrina all'uovo, quindi le pastasciutte al sugo di lepre, il pollo arrosto con l'insalata di radicchi e lattughe, pomodori, buonissimo vino nero e bianco prodotto localmente, dolci vari della nonna Delia cucinati al forno del cortile, frutta varia, qualche fico precoce.

                Ma pressoché alla fine del pranzo ferragostano, Armando comincia a dire : Bisogna andare a prendere i cocomeri . Fabrizio, vai a prenderli, che è giunta l'ora .

                Il giovane ubbidientissimo esce e s'incammina. Infatti all'epoca, nel paese delle Querciole, non era ancora giunto il Frigorifero. Pertanto il fresco delle cantine, o dei fossati presso le sorgenti, era l'unico refrigerio per salvaguardare le bevande o i cibi dalla calura estiva. Ciò essendo, che cosa aveva escogitato Armando Mercanti, onde tener fresco i cocomeri per il pranzo di Ferragosto? Pensò bene di adagiarli dentro una delle vasche del nuovo acquedotto, presso la sorgente detta il Fosso del Rosso.

                In questo luogo infatti, recentemente il Comune aveva incamerata la locale e millenaria sorgente, raccogliendola in delle vasche dentro un casupolo detto: Acquedotto. A nulla era valso chiudere il casupolo col lucchetto, perché la popolazione locale soffriva maniacalmente ogni proibizione all'uso dell'acqua come all'accesso libero delle strade. Onde, poco dopo il lucchetto era stato regolarmente tagliato e la porta potevasi aprire e chiudere liberamente da chiunque. Così Armando, facendo i preparativi vari per il ferragosto, vedendo notevolmente alta l'acqua in una delle vasche di raccolta,  v'adagiò nell'acqua corrente e limpidissima, un paio di cocomeri, dopo averli acquistati al mercato, tre giorni avanti. E ora, vi mandava Fabrizio a prenderli.

                Il ragazzo, sopraggiunto all'Acquedotto, foderò il suo paniere di fronde di nocciolo, e poi v'adagiò i freschi e grossi cocomeri.

                Dopo poco le due belle Angurie, erano già in tavola, servite a fette. E subito il colonnello Cesarini, la signorina Rina, l'ingegner Amedeo, cominciarono a dire:

                Perbacco, quanto è fresca questa cantina! Mi piacerebbe visitarla! Oppure siete a conoscenza di qualche trucco per conservar fresca la roba? Non ci giurerei che la nonna Delia conosca qualche segreto.

                No No, in tal caso è opera esclusiva del mio Armando: pensa lui a tener fresca la frutta e il vino .

                Armando, sputa l'osso! Vogliamo sapere il segreto... . E' evidente che si tratta di una cantina.

                Armando stavolta non voleva mollare: la sua soluzione, validissima per un campagnolo, poteva non essere giudicata abbastanza igienica per gente aristocratica come l'ingegnere e il colonnello, i quali avrebbero potuto dire: l'acquedotto non si tocca, la porta deve rimanere chiusa, e guai a chi la forza. Se è stata forzata, bisogna punire le canaglie del caso.

                Tuttavia, di fronte a tanta insistenza, Armando decise di fare un invito più che accondiscendere direttamente. E disse: Vi porterò a visitare quel luogo che è particolare e fresco, incantevole, unico davvero. Onde a queste parole, la curiosità crebbe. Armando esortò tutti a prendersi con se, uno sgabello, e qualche coperta, e trasferì gli ospiti con Beppe e Fabrizio, nel luogo detto il Fosso del Rosso. Dunque fece vedere il corso d'acqua, con l'Acquedotto, ma in più s'affrettò a dire:

                Guardate miei signori, che luogo incantevole, che rifugio privilegiato dalla calura estiva. E guardate, che belle nocciole, e che bel prato, con anche sassi per sedersi.

                Onde il discorso tralignò naturalmente dalla freschezza dei cocomeri alla bontà delle nocciole e alla frescura preziosa e rilassante del luogo. Così a un certo punto venne quasi naturale assaggiare le buonissime nocciole, e sedersi al fresco, adagiati o sulla coperta o su qualche sgabello o semplicemente sui sassettoni a proposito.

                In tal modo Armando sviò l'attenzione dall'Acquedotto, scongiurando il pericolo di qualche rimprovero, e allo stesso tempo inoltrò la comitiva degli ospiti, nella siesta pomeridiana, sotto il canto delle cicale, e il frusciare moderato dell'acqua corrente, tra la minibrezza agostana, ampiamente sovrastata dalla calura . Armando aveva dunque salvata la indulgenza e la compiacenza dei potenti ospiti.

                E il luogo e le persone, sarebbero così sembrate a un osservatore invisibile e disinteressato, come immersi in un idillio agreste di pace e buona e cordiale e amichevole allegria, e per giunta con la presenza invisibile dell'Assunta.

 

FINE

 

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