IL CONCILIO DI NICEA IN OPPOSIZIONE ALLA ICONOCLASTIA E IN VIRTU' DELLA INCARNAZIONE DI CRISTO, RICONOSCE ESSER LECITO E ANZI AUSPICABILE, RAPPRESENTARE CRISTO E I SANTI, MEDIANTE LE IMMAGINI

(APRENDO COSI' LA STRADA AI FUTURI SUCCESSI DELL' ARTE CRISTIANA).

Concilio di Nicea 24 settembre - 23 Ottobre dell' anno 787 .

(Da: Nicea II, 787 . Denz. 600-3; 605-9)

HOME

   Finestra sull'arte    Vai in fondo

 

Definizione circa le sacre immagini .


                In tal modo, procedendo sulla via regia, seguendo la dottrina divinamente ispirata dei nostri santi padri e la tradizione della chiesa cattolica  -riconosciamo, infatti, che lo Spirito Santo abita in essa-  noi definiamo con ogni rigore e cura che, a somiglianza della raffigurazione della croce preziosa e vivificante, così le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico o in qualsiasi altro materiale adatto, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sui sacri paramenti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l' immagine del signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella dell' Immacolata signora nostra, la santa Madre di Dio, dei santi angeli, di tutti i santi e giusti

                Infatti, quanto più frequentemente queste immagini vengono contemplate, tanto più quelli che le contemplano sono portati al ricordo e al desiderio dei modelli originali e a tributare loro, baciandole, rispetto e venerazione. Non si tratta, certo, di una vera adorazione [Iatria], riservata dalla nostra fede solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende alla immagine della croce preziosa e vivificante, ai santi evangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con l' offerta di incenso e di lumi secondo il pio uso degli antichi. 

                L'onore reso alla immagine, in realtà, appartiene a colui che vi è rappresentato e chi venera l' immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto. Così si rafforza l' insegnamento dei nostri santi padri, ossia la tradizione della chiesa universale, che ha ricevuto il Vangelo da un confine all' altro della terra. Così diventiamo seguaci di Paolo, che ha parlato in Cristo [cfr. 2Cor 2,17], del divino collegio apostolico, e dei santi dei padri, tenendo fede alle tradizioni che abbiamo ricevuto [cfr. 2Ts 2,15]. Così possiamo cantare alla Chiesa gli inni trionfali alla maniera del profeta: «Rallegrati, figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme; godi e gioisci, con tutto il cuore; il Signore ha tolto di mezzo a te le iniquità dei tuoi avversari, sei stata liberata dalle mani dei tuoi nemici. Dio, il tuo re, è in mezzo a te; non sarai più oppressa dal male» [Sof 3,14s: Sept.], e la pace dimori con te per sempre. 

                Chi oserà pensare o insegnare diversamente, o, seguendo gli eretici empi, violerà le tradizioni della chiesa o inventerà delle novità o rifiuterà qualche cosa di ciò che è stato affidato alla chiesa, come il Vangelo, la raffigurazione della croce, immagini dipinte o le sante reliquie dei martiri; chi immaginerà con astuti raggiri di sovvertire qualcuna delle legittime tradizioni della chiesa universale; o chi userà per scopi profani i vasi sacri o i venerandi monasteri, noi decretiamo che, se vescovo o chierico, sia deposto, se monaco o laico venga escluso dalla comunione.

          (...).



Le sacre immagini, umanità di Cristo, la tradizione ecclesiastica .

 

                Noi accogliamo le venerande immagini; noi sottoponiamo all'anatema coloro che non ammettono questo. . . 

                Se qualcuno non ammette che Cristo, nostro Dio, è limitato secondo  l'umanità, sia anatema. ...

                Se qualcuno non ammette che i racconti evangelici siano tradotti in immagini, sia anatema. 

                Se qualcuno non onora queste immagini, [fatte] nel nome del Signore e dei suoi santi, sia anatema. 

                Se qualcuno rigetta ogni tradizione ecclesiastica scritta o non scritta, sia  anatema.

 

Finestra sull'arte   HOME    Torna su