COPERTURA POLITICA E FINANZIARIA PER VALORIZZARE IL TERRITORIO

(4-7-08) 

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A: sandro.bondi@beniculturali.it  ....  ,

                Carissimo signor ministro, o chi per lei, signori soprintendenti ... ,

                sappiate che la parte più importante di questo messaggio, è l’allegato, e non solo il testo presente.

                L’allegato contiene le motivazioni più il dispositivo di una sentenza del Giudice del Tribunale aretino, stabilente che il valore di una Relazione Storico-artistica su una Chiesa della Campagna del Valdarno -FI- (O. Metozzi, La Chiesa di San Leone a Celle 2, Arezzo 2001) è di 18 000 € c. più le spese legali.

                Vi chiederete dunque, di che interesse può essere per voi, conoscere una tale Sentenza.

                La risposta è la seguente:

                la Relazione è stata valutata usando le cosiddette Tabelle ANASTAR (Associazione nazionale storici dell’arte, con sede a Roma), non essendoci un Albo professionale degli Storici dell’arte con apposite tariffe. E la valutazione si è resa necessaria perché il Committente (una azienda agricola del Valdarno, Bonechi Spa), voleva pagare il lavoro di un anno, con soli 3000 €.

                Dunque la valutazione del Giudice aretino può essere presa a modello per altri casi simili, dove si deve valutare un lavoro storico artistico,  perché non c’è un previo importo accordato tra le parti.

                Ma vengo al dunque:

                il sottoscritto con la suddetta Relazione su San Leone a Celle, ha praticamente ricostruito la storia della Chiesa nel contesto del Villaggio di San Leone, onde ne ho recuperato le opere rubate nel 1904 (Tavola quattrocentesca attribuita da me a Neri di Bicci o sua bottega, Campana maggiore) ; ho messo in luce i rapporti della chiesa e del villaggio con famose famiglie fiorentine  (Corsini, Ricasoli…)  e pratesi  (Bardi di Vernio…),  con la burocrazia dello Stato toscano prima e poi di quello Postunitario, con le altre chiese e pievi circostanti, compreso il vescovado di Fiesole e i vari popoli vicini a San Leone. Ne risulta in conclusione, un quadro di vita locale  quantomai integro e acceso, con le sue connessioni e riferimenti istituzionali, temporali e spirituali. In questa prospettiva si tocca con mano anche la capacità delle istituzioni del passato, di regolare significativamente la vita della campagna.

                Lavori simili al mio, se ne potrebbero fare molti, facendo gran bene alla valorizzazione del territorio, talvolta ricco di beni culturali abbandonati o dimenticati, anche in campagna o fuori dai grandi centri.

                Tuttavia, chi vuole intraprendere una tale opera di valorizzazione, come nel mio caso, non ha copertura finanziaria e politica. Onde l’ente pubblico è distante perché talvolta dice di non avere i soldi; e il privato è distante perché spesso non capisce l’utilità immediata di investire in un tale percorso di rivalutazione del territorio.

                Il ministro dovrebbe trovare perciò un punto d’incontro tra pubblico e privato: per es. inventariati i beni da recuperare, fatto un piano di gestione del recupero (mettiamo decennale), si pagano gli storici dell’arte (soldi Statali ma anche da privati), non prima del lavoro, ma dopo il lavoro; cioè dopo che una commissione ha stabilito l’effettiva valenza letteraria del recupero .

                Nel mio caso i Parri volevano anticiparmi acconti all’inizio del lavoro: io rifiutai perché non potevo sapere quante opere avrei ritrovato e quanto successo avrei conseguito. Temevo insomma di prendere i soldi e poi sentirmi dire che non si era soddisfatti. Poi col passare del tempo, avvenne il contrario, cioè il mio lavoro riuscì molto bene, ma i committenti (un po per convenienza un po per ignoranza dell’arte) si fermarono a 3000 € .

                                Mediti dunque il signor ministro.

 

                                Beneauguranti,

 

Orlando Metozzi

FINE

 

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