(Da: Giovanni Papini, La Casa, in: La seconda nascita, Firenze, Vallecchi, 1959, p. 42)
A trent'anni credetti d'aver trovato quassù (a Bulciano) la mia isola: un'isola a picco chiusa da tre parti sole dall'acqua, da quella del Tevere e da due fossi delle valli parallele: dietro a me le montagne senza strade compivano la cintura sognata.
Fabbricai la mia casa a mezza strada tra la Chiesa e la Croce: la Chiesa mi sovrasta a ponente; la Croce divide in quattro, coi suoi prolungamenti ideali, l'affresco concavo del paesaggio.
Non credevo alla Croce, non andavo in Chiesa: ma le due forze credettero in me, chiusero i passi, spinsero l'ombra: ero prigioniero prima di essermi arreso.
Non si crede nella Croce soltanto quando non sappiamo il significato della Croce. Se non gli fu mai insegnato, se l'ha scordato, se non l'ha inteso, allora una Croce non è che due legni inchiodati in modo da formare quattro angoli retti sul cielo.
Ma dal giorno che un uomo ha scoperto da se stesso il tremendo segreto di quella rozza incrociatura, cosa altro può fare che piangere ed inginocchiarsi?
FINE