(Da: Giovanni Papini, La vera nascita, in: La felicità dell'infelice, Firenze, Vallecchi, 1956 pp. 243-44)
Una delle parole più profonde sul cristianesimo che io abbia sentito è questa: Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore.
Questi due versi da me malamente tradotti, si trovano nel Pellegrino cherubico di Angelo Silesio, un protestante tedesco del seicento che quando si convertì al cattolicesimo, diventò frate minore e poeta maggiore.
Ma come potrà accadere questa nascita interiore?
La nostra anima è spesso simile a una stalla, tanto è stretta e buia e così ingombra di lerciume, che pare non ci possa essere posto per un Dio, anche se fanciullo.
Eppure questo miracolo nuovo non è impossibile purché sia desiderato e aspettato.
Il giorno nel quale non sentirai una punta di amarezza e di gelosia dinanzi alla gioia del nemico o dell'amico, rallegrati perché è segno che quella nascita è prossima.
Il giorno nel quale non sentirai una segreta onda di piacere dinanzi alla sventura e alla caduta altrui, consolati perché la nascita è vicina.
Il giorno nel quale sentirai il bisogno di portare un pò di letizia a chi è triste e l'impulso di alleggerire il dolore e la miseria anche di una sola creatura, sii lieto perché l'arrivo del Dio è imminente.
E se un giorno sarai percosso e perseguitato dalla sventura e perderai salute e forza, figli e amici e dovrai sopportare l'ottusità, la malignità e la gelidità dei vicini e dei lontani ma nonostante tutto non ti abbandonerai a lamenti né a bestemmie e accetterai con animo sereno il tuo destino, esulta e trionfa perché il portento che pareva impossibile è avvenuto e il Salvatore è già nato nel tuo cuore.
Non sei più solo, non sarai mai più solo. Il buio della tua notte fiammeggerà come se mille stelle chiomate giungessero da ogni punto del cielo per festeggiare l'incontro della tua breve giornata umana con la divina eternità.
FINE