(Da: Domenico Giuliotti, Polvere dall'esilio, Firenze, vallecchi 1929)
Testo |
La terra è minimissima, la creazione sterminata, Dio infinito. La terra è indubbiamente rispetto all'incalcolabile ampiezza dell'universo, più trascurabile d'un granello di polvere.
Eppure Mosè cosmologo dello Spirito Santo, scrisse che Dio nel creare il sole, la luna e le stelle posuit ea in firmamento coeli ut lucerent super terram 1) . A queste parole (insensate per i savi, sublimi per noi pazzi), risponde l'Aquila 2) dicendo: Verbun caro factum est, et habitavit in nobis . Chi può intendere intenda.
C'è una cosmologia fisica vera; e una cosmologia mistica più vera. E' vero che l'una afferma: La terra scompare nella vastità dell'universo . Ma è più vero ciò che l'altra suggerisce : La terra è il centro e il cuore dell'universo.
Ha ragione dunque Copernico; ma più ragione (pure ingannandosi) aveva lo screditato Tolomeo. Infatti, in questo piccolo mondo, tributario del sole, è avvenuta l'incarnazione del Creatore di tutti i mondi. Ecco perché la terra misticamente sta agli astri, come l'ostia eucaristica a una moltitudine di lumi che la circondino.
La terra (sebbene sempre più contaminata dal bestiame umano degli ultimi tempi) è ancora sacra . Essa ha formato il corpo del primo Adamo, che fu fatto a immagine e somiglianza di Dio. Essa ha formato il corpo del secondo Adamo, che era lo stesso Dio. Essa ha bevuto il sangue dell'Agnello Divino, che s'interrò per incielarci. Essa è contrassegnata dappertutto, con l'impronta di quella indelebile Croce, sulla quale l'Immortalità patì la morte, perché noi, morti nell'Adamo ombra, potessimo risuscitare nell'Adamo luce.
La Croce ch'era diffusa naturalmente su tutta la terra prima di Cristo, celava il mistero di Cristo; la Croce, che risplendé spiritualmente dopo la crocifissione di Cristo, proclama la redenzione per Cristo. Due rette (e ciò in qualunque punto dello spazio) non possono intersecarsi ad angolo retto senza formare la Croce, quindi senza ricordarci il fatto storico della morte di un Dio. S'io penso al centro della terra e ai quattro punti cardinali, vedo dilatarsi, idealmente (simbolo dell'estensione del Cristo Amore) una Croce, che dopo avere attraversato l'universo, si perde nell'Infinito.
L'uomo che osservando se stesso vi trova l'immagine della Croce, osservando le cose che lo circondano, vi trova ancora la Croce. L'uomo che prega (dice Hello) 3) aprendo le braccia come per abbracciare o volare, forma la Croce. L'uomo che si pone a un tavolino, che s'affaccia alla finestra, che siede alla mensa, che s'appoggia a un parapetto, che si corica e s'addormenta col capo sul capezzale, forma la Croce. L'uomo che osserva una porta, un mobile, una finestra, l'inferriata d'una finestra, il lastrico d'una strada, le pietre di un palazzo, oppure l'impiantito o l'intravatura della sua stanza, vi scopre la Croce.
L'uomo che cammina, forma con la via lungo la quale si muove, un T capovolto, cioè ancora la Croce. L'uomo che naviga osservando l'alberatura della nave, si accorge d'essere accompagnato sull'instabile mare, che simboleggia la vita, dalla Croce. Sul capo del contadino che ara (l'aratro attaccato al giogo è doppiamente una Croce, per la quale dal solco ci viene il pane) , passano ad ali aperte gli uccelli; e ciascun d'essi è una Croce.
Sul volto dell'uomo (di qualunque uomo: peccatore o santo, pagano o cristiano, spirituale o carnale, civile o barbaro, angelico o demoniaco), una linea verticale, scendendo dalla fronte alla bocca, e una linea orizzontale, andando da un occhio all'altro, non solo formano la Croce, ma esprimono perfino il mistero della Trinità. Infatti il Padre (cioè la Potenza, Colui che abita in altissimis) è rappresentato dalla fronte; il Figlio (cioè il Verbo, la Parola) è rappresentato dalla bocca; lo Spirito Santo (cioè la scambievole amorosa luce del Padre e del Figlio) è rappresentato dagli occhi.
Il costruttore di case non può edificare che sulla Croce. Il falegname, piallando o segando, traccia, sia pure imperfettamente, la Croce. La mia mano stessa che scrive, orizzontalmente, formano ad ogni istante la Croce. E perfino il principe di questo mondo , che dirige ormai (apparentemente invincibile) la frenetica babele moderna, sembra che non possa ordinare ai suoi fedeli la fabbricazione d'alcun ordigno di superbia o di morte, senz'essere costretto dal suo vincitore divino, a farlo contrassegnare, in qualche modo, dalla Croce. Si pensi (per es.) che l'aeroplano, lanciatore d'esplosivi o di veleni su popolazioni inermi, è fatto a Croce, che nel volante dell'automobile (la carrozza omicida dell'arricchito deicida) appare l'immagine della Croce (che è simbolo altrove di salvezza e di vita) si tramuta, come per il cattivo ladrone, in emblema di perdizione e di morte.
Tutti i cristiani, dunque, potendo scoprire da per tutto la Croce, sarebbero in grado, contemplandola, di meditare, in qualunque momento e in qualunque luogo si trovino, sul quintuplice mistero dell'incarnazione, della Passione, della Morte della Resurrezione e dell'Unità e della Trinità di Dio, da cui dipende quella suprema scienza dei santi, che non ha bisogno d'arrampicarsi, con in mano un lucignolo semispento, su per la scala tortuosa delle scienze umane.
Coloro che meditandolo si fanno il segno della Croce , rivestono se stessi di una doppia corazza di fortezza e di scienza. Di fortezza contro le tentazioni, perché la Croce paralizza e atterra i demoni; di scienza, non offuscata da nessun dubbio, perché unicamente sulla Croce, scintillano, come celesti rubini, tutte le verità della fede.
Quando nel farci il segno della Croce, diciamo: in nome (usando non già il plurale, ma il singolare) esprimiamo la nostra ferma presenza del dogma dell'Unità di Dio. Quando pronunziamo le parole: del Padre, del Figlio e dello Spirito santo , esprimiamo, con la stessa forza, la nostra ferma credenza nel dogma della santissima Trinità. Quando, dopo aver detto, toccandoci la fronte: In nome del Padre , abbassando la mano dalla fronte al petto, diciamo: del Figlio , e formiamo il braccio verticale della Croce, con ciò intendiamo che la Seconda Persona s'è fatta uomo, che il Verbo s'è incarnato nel seno di Maria, e che la Sapienza generata prima delle colline 4) è venuta a dissipare col suo fulgore, le nostre tenebre. E quando, infine, portando la mano dalla spalla sinistra alla destra (braccio orizzontale della Croce) diciamo: dell spirito Santo. Amen , e terminiamo di tracciare, sul nostro corpo, l'intera figura della Croce, noi vediamo, con l'occhio dell'anima, la Passione e la morte di Cristo, e, insieme, la nostra resurrezione con Cristo, per quella Passione e quella Morte.
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1: Gn 1,17 : Pose quegli astri nel firmamento del cielo, perché illuminassero la terra.
2: San Giovanni Evangelista, in Gv 1,14 : Il Verbo si è fatto carne e abitò fra di noi .
3: Ernest Hello (Lorient, 1828 - ibid., 1885), scrittore cattolico francese .
4: Prov., 8,25 .
FINE