LA CROCE DEL PRATOMAGNO: PICCOLA STORIA DI UNA GRANDE CROCE

(Alberto M. Droandi, in : Storia del Valdarno, diretta da Luciano Landi, Vol. 2° , San Giovanni Valdarno -AR- , Luciano Landi Editore, 1981, pagg. 353-56

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Il significato della ricostruzione della Croce è nella epigrafe posta a fianco della sacra mensa nel risorto monumento, dettata dal presidente del Comitato Promotore, avv. Alfredo Merlini :

Da questa vetta / Punto di ideal incontro / Delle serene genti dell'Arno / Il poverello d'Assisi / Addita ancora / Agli uomini / L'Eterno messaggio dell'Amore / Contro gli odi, gli egoismi, le guerre.

In questo segno / Fu eretta nel 1928 questa Croce / E fu ricostruita nel 1969 / A cura di un Comitato / Promosso dalle Misericordie d'Italia / Onde allarghi ancora le braccia / Al cristiano amplesso dei popoli / Finalmente affratellati e liberi / In tutti i continenti .

 

Epigrafe apposta nella Cappellina della Croce, a memoria di quanti caddero nel 1943-44 combattendo nella zona del Pratomagno.

La furia della Storia / Ferì ed uccise / Sulle cime, sulle pendici nelle valli /Che dal Pratomagno / degradano. / Divina ed umana pietà / Dian conforto pace perdono /Alle genti che / Cadendo / Volser lo sguardo / Al benedicente segno / Del Figlio dell'Uomo.

La Croce del Pratomagno, inaugurata il 3 agosto 1969

 

                Il 4 novembre 1966, la grande Croce cadde, appesantita dalla neve e stroncata dalla tempesta più violenta di sempre sul vertice del Pratomagno. Era stata portata su pezzo per pezzo a dorso di mulo, nell'anno 1928, per iniziativa di un comitato, alla cui presidenza era stato chiamato Don Giovanni Mazzoni, medaglia d'oro al valor militare, a quel tempo parroco di Loro Ciuffenna. L'allora giovanissimo avvocato Alfredo Merlini, aveva svolto la funzione di segretario; il dr Calamandrei, medico condotto di Loro, era stato una delle colonne dell'impresa,         a cui contribuì notevolmente anche padre Luigi di Pietrasanta, cappuccino, propagandando l'iniziativa a destra e a manca.

                Raccconta l'avv. Merlini che il giorno della inaugurazione, la sorella di don Mazzoni aveva preparato per gli ospiti, ben 31 polli, e per un riguardo verso di loro, li aveva cucinati previa asportazione dei colli, che erano rimasti in casa sua. Finite le fatiche, i componenti del Comitato e i collaboratori, decisero di consumare anche i trentuno colli: e così fu. In occasione della riunione conviviale, l'avv. Merlini lesse una sua poesia che concludeva : ...Ma i trentun pollo / chi sa perché, eran nati senza collo...  .

                La grande Croce alta 19 metri, posata su un basamento in muratura, sulla quota più alta del monte, a 1591 metri sul mare, divenne nel tempo come un simbolo per le popolazioni dei due versanti del Pratomagno: faceva quasi senso pensarla distesa per terra, contorta e rugginosa, dopo averla considerata una meta di lunghe e faticose gite : faticose ma gioiose e ossigenanti. Così dopo non molto tempo si manifestarono diverse iniziative, che l'avv.  Alfredo Merlini non più giovanissimo, quale presidente della confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia, riuscì a coordinare promovendo la costituzione di un apposito Comitato cui particolare contributo dette l'A.P.T. di Arezzo; fortunatamente non mancò la collaborazione anche personale di molte autorità politiche e amministrative a livello nazionale, provinciale e locale. Pure l'autorità religiosa fu sensibile all'iniziativa e molti parroci dei due versanti della montagna promossero sottoscrizioni tra la loro gente, che corrispose per vero nel miglior modo possibile.

                Occorse del tempo per realizzare una base finanziaria e per decidere a chi assegnare i lavori di ripristino : un primo preventivo di spese, rasentò i dieci milioni di lire, cifra che difficilmente il Comitato avrebbe potuto raccogliere. Infine si riuscì a scendere a livelli di costo più accessibili, circa quattro milioni, e l'opera venne affidata a una ditta di Soci in Casentino, con l'impegno di ultimare il lavoro entro il 31 luglio 1968, salvo casi di forza maggiore: purtroppo i casi di forza maggiore si verificarono sotto forma di una pessima estate, che impedì la continuità di interventi di restauro di per sé già difficili. La data del 31 luglio era stata inizialmente prescelta perché per quel giorno era prevista la celebrazione della Festa Nazionale della Montagna al varco dell'Anciolina, rimandata poi al successivo 1 settembre.

                Nell'anno dopo rimaneva solo da effettuare la verniciatura che fu effettuata da due artigiani di Loro Ciuffenna; ebbi occasione di andare in Pratomagno mentre questi lavoravano: nonostante le loro proteste, volli salire fino in punta alla Croce con la lunghissima scala a elementi mobili da loro usata, che oscilla notevolmente ad ogni gradino conquistato. Era una giornata di quelle limpide come il cristallo e fui toccato da questa esperienza che mi offriva un punto di vista più elevato del consueto: osservai con emozione i tecentosessanta gradi del meraviglioso panorama che si gode dal Pratomagno e fui proprio contento.

                Ormai l'opera era compiuta e nel Ferragosto del 1969, tanta gente delle due valli contigue convenne sulla cima, e fu festa grande: i danni dell'infausta alluvione del 1966 erano stati riparati e tutti ebbero la sensazione di un dovere compiuto .

 

Alberto M. Droandi

 

 

FINE

 

 

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