Presepe Vivente a Casali di Faicchio (nel Comune di Faicchio -Benevento-) |
E' noto che il Presepe vivente, dopo la vicenda di Betlemme, rinasce in Italia, a Greccio nella notte del 1223, quando San Francesco d'Assisi volle ricordare il Natale riformulando la scena dei principali protagonisti della Natività : il Bimbo, il bue e l'asinello, la mangiatoia, il popolo in preghiera ... .
Ma nel corso del tempo, il gesto di san Francesco non si limita a suggerire la ricreazione vivente della Natività; finisce per suggerire e stimolare, diffondere suo malgrado, anche la rappresentazione ordinaria del presepe, fatto di statuine semplici o meccaniche che siano. Da qui il luogo comune che Francesco d'Assisi inventò il Presepe.
Tuttavia la ricorrenza natalizia del Presepe Vivente conserva un primato nella generale e amplia fenomenologia universale della rappresentazione presepiale : un primato che gli deriva dalla maggiore capacità di immedesimazione nel fatto della Natività.
Col Presepe Vivente la ricorrenza del Natale, vede più coinvolta la Terra, la vede più preparata e ben predisposta alla venuta del Messia. Ad accogliere il Messia, non è più, in tal caso, il simbolo o la statuina, ma la mobilitazione concertata del popolo fatto di famiglie. E qui sta il vantaggio educativo e devozionale del presepe vivente: nel coinvolgere di più, per accogliere meglio l'incarnazione di Dio. E se si riflette che ciò avviene nel contesto liturgico e sacramentale del Natale, si può meglio capire, come tale efficacia possa andare facilmente a buon fine.
Ma il primato del Presepe Vivente, non toglie tuttavia l'efficacia sua propria al Presepe artigianale: questo infatti abbisogna talvolta di molto lavoro e dedizione, di molto tempo per esprimersi; onde da questo lato insegna e educa e attrae il popolo al messaggio del Natale. E tutti possono ammirare i frutti perenni di tali produzioni artigianali o artistiche che siano.
Ma tornando al Presepe Vivente, non possiamo fare a meno di notare che sebbene abbia convissuto dal medioevo in poi con l'altra forma presepiale suddetta (cioè l'ordinaria con le statuine) tuttavia registra in Italia una ripresa e rinascenza nel XX° secolo e inizio del nuovo millennio. Cioè il popolo cristiano, sente il bisogno di rappresentare meglio la Natività proprio nel contesto globale della invadenza masmediatica, spesso antireligiosa, calunniatoria della Chiesa e della pietà popolare; spesso offensiva di tutto ciò che è fede e sincerissimo confidare in Dio, cioè di tutto ciò che è palpito e principio più vitale della cultura popolare e nazionale.
La parrocchia, il villaggio, il Paese, cioè i luoghi dove l'espressione comunitaria è ancora a dimensione d'uomo, dove il vangelo da secoli è più vita quotidiana che teoria, li non passa inascoltato il bisogno di riunirsi attorno alla culla di Gesù, in modo più solenne e comunitario, in una parola, più popolare. Li non passa sotto tono il principale avvenimento della storia umana, cioè il Natale di Dio che si fa Uomo. Coloro che da tempo sperano nella vittoria del disvalore masmediatico e politico e nella conseguente morte del cattolicesimo e del cristianesimo (morte che è il vero obbiettivo di tutte le ideologie antiUomo e antiDio), sono anche dal lato teatrale e semplicemente umano, ancora una volta smentiti e sconfitti dalla forza delle famiglie che a Natale si riuniscono attorno a una culla.
FINE
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