(Breve storia che racconta come un agricoltore dimostra publicamente e con successo, la bellezza dei suoi frutti e del lavoro agricolo)
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Festa della Trebbiatura a Mugliano (Pieve al Toppo, AR) , Agosto 1999 : Gosto , sotto la sua capannola con pareti di canna , presa come sedia una zucca (tanto è grande e alta quella zucca) , mostra anche all' obbiettivo, le sue zucche gigantesche; e lo fa con naturale affabilità, che fa parte del suo stile di vita , ampiamente provato peraltro , dalla fatica del lavoro e dalla collaborazione giornaliera con chiunque (prepotenti , bestemmiatori , galantuomini di tutti i tipi) , dai fattori ai colleghi di lavoro . Ma Gosto è inespugnabile : sempre calmo e sorridente, remissivo e prudente quando le circostanze son troppo mosse , porta ovunque tranquillità e allegria nell'ambiente di lavoro , e non credo che mai abbia litigato con qualcuno nella sua lunga carriera di agricoltore . E quel che è significativo , i giovani che avvicina durante la vendemmia , aventi per lo più idee prevenute e negative sulla fatica del lavoro agricolo , può darsi che rimangono della loro idea (visti i tempi screditanti l'agricoltura) ma tutti han simpatia per Gosto , e lo salutano volentieri finanche se lo incontrano fuori dalla Fattoria , perché avvertono in lui il fascino naturale del lavoro agricolo esercitato onestamente, ed eseguito volentieri e con perizia .
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Chi è Gosto ? E' un benestante che vive oggi a Badia al Pino (AR), e che si è costruito pian piano , con lavoro assiduo , onesto , dentro la famiglia contadina , quando pei campi tuonavano i fattori e molto severe eran le pretese dei padroni .
Allora Gosto , figlio di contadini , nella grande civiltà ch'è oggi detta : civiltà contadina , crebbe consapevole più d'altri , del fatto che il benessere è frutto di sacrificio e conquista ; e posto che dopo l' ultima grande guerra , qualcosa di nuovo , anzi di buono , fecero anche i politici del momento , favorendo la trasformazione dei mezzadri in proprietari , Gosto e familiari salirono sulla scala sociale, e da lavoratori dei padroni , diventarono in vari modi , padroni del proprio lavoro ; si che oggi le entrate in famiglia son diverse e varie , sebbene permanga ancora in Gosto (e purtroppo soltanto in lui) , l'antico uso del lavoro agricolo .
Orbene devesi sapere , che ogni anno , vien fatta la cosidetta Battitura di Mugliano , presso Mugliano di Pieve al Toppo (AR) . In quella circostanza agostana , dove si rievoca il motivo della antica trebbiatura (con trebbiatrice in uso prima della mietitrebbia attuale), si mescolano in più , nostalgia del passato agricolo , voglia di festa , agriturismo , turismo , folklore, passione del lavoro... ; e il comitato predisponente fa una grande offerta e un grande sforzo per compiacere il publico e guadagnarsi una rimessa , oltre le spese organizzative .
Anche Gosto partecipa dunque a questa festa agricola locale . Cambiato meglio del solito , ma senza strafare, come fanno tutti gli agricoltori , se non fosse per il piglio bonario e da pazienza agricola che lo contraddistingue , sembrerebbe in tutto uno dei tanti visitatori ; ma pur essendo uno dei tanti non è tuttavia uguale a tutti a Mugliano , per i seguenti motivi : perché è li presente per dimostrare publicamente un suo vanto ; perché non è solo un bevitore o cercatore di compagnia , o piaggeria ; perché vuole sottoporre all'attenzione del publico, qualcosa di privato che riguarda il suo lavoro ; perché non è uno che gira e non sa dove andare , ma se ne sta sotto una capanna a dimostrare i suoi frutti giganteschi .
E dunque, viste le suddette premesse , qualcuno potrebbe chiedersi se Gosto pur essendo uno tra molti , è tuttavia un agricoltore proprio come gli altri, che festeggia a buon diritto insieme agli altri. Orbene, se si pensasse che non lo è, ci si sbaglierebbe di gran lunga . Anzi , analogamente a quanto già detto , devesi precisare che Gosto è si un agricoltore come gli altri , ma per alcuni aspetti interiori , egli è certo più agricoltore degli agricoltori ordinari; più amante dell' orto e della campagna di quanto si possano immaginare amanti dei medesimi orto e campagna , i campagnoli stessi ; più veritiero nel sentimento e nella originalità necessaria a contribuire efficacemente alla festa, di quanto pur saranno originali e veritieri , tanti colleghi agricoltori, li presenti a festaiolare .
E dunque , perché Gosto è tutto questo ? Certamente perché rappresenta al meglio la categoria sociale degli agricoltori, di cui è parte integrante , come abbiamo detto; ma anche per un motivo di ordine contingente e festereccio , cioè anche per via delle sue zucche , lorsignori . Infatti Gosto ha messo in mostra in uno stand alla festa di Mugliano , le zucche gigantesche , coltivate nel suo orto privato , presso Badia al Pino .
Ma non si creda che in quell' orticello , egli vi occupi tanto spazio per fare delle zucche ; no , il terreno e lo spazio migliori dell' orto , serve per ben altro che per le zucche : serve all' insalata , ai fagioli , ai pomodori , ai cocomeri , ai meloni , ai peschi ....e a tant' altro ; infatti sarebbe un peccato (pensa Gosto) sciupare molta terra buona per fare delle zucche , che dopotutto , a saper fare , crescono anche altrove ; anche , per esempio, ai margini dell' orto , lungo il ciglio della strada provinciale, verso il Tegoleto .
Sissignori! Quelle zucche gigantesche , che nessuno ortolano in Italia , forse mai ha vantato , non provengono da uno spazio apposito o proporzionale al loro numero , nell' orto ; ma sono il frutto , per così dire , di una politica complessiva dell' orto medesimo , onde nessun angolo vada sprecato , e tutto produca al massimo , compresi le prode e i cigli della strada . Un tempo infatti , era questa la logica con cui si facevano fruttare gli orti , la Toscana e le terre dei padroni in essa . E Gosto appartiene forse all' ultima generazione che ha profonde radici in quel tempo .
Ora il lettore avrà capito che il merito di Gosto a Mugliano, coincide in definitiva , col suo modo di contribuire alla festa; e sta , tale merito , nel mostrare le sue zucche gigantesche sia come un vanto della natura benigna, sia come un felice risultato della sua perizia agricola .
Ma questo merito non è il solo . Vi è infatti anche quest'altro: mentre tanti vanno alla festa locale e paesana che rievoca la trebbiatura, con fare leggero e spensierato (cosa anche questa pur necessaria, se festa si vuol fare) , Gosto con le sue zucche , ha voluto testimoniare tanto naturalmente quanto festivamente, la feracità della terra , la bellezza e benignità della natura agricola , la mirabile vigoria di quella specie di zucche, e in fondo perché no , anche l' abbondante presenza della Provvidenza divina , che non solo ha dato all' uomo la facoltà della agricoltura , ma anche innumerevoli e mirabili specie di piante, di animali e terre ; e forse un giorno potrà dirsi pure: tante mirabili specie di mondi , posto che (ne son convinto) la terra non è che uno degli innumerevoli mondi che popolano l' universo .
Orbene , nel nostro mondo attuale di capacissimi, che si contrappongono nel numero come nel pensiero a pochi e scarsi agricoltori sia secondo il numero che talvolta secondo la qualità , chi avrebbe mai sospettato che un agricoltore piccolo presso la Badia del Pino , senza cioè essere ispirato da chissà quali studi di imanistici o del fare umano, e per di più in apparenza festiva e folclorica , semplicemente prendendo spunto dal suo amore alle piante e alle zucche , fosse capace (se ben compreso) di rendere in ultimo personalmente e perfino publicamente , la testimonianza dovuta e tanto spontanea quanto informale , finanche alla grande Legge o Provvidenza , che volenti o nolenti , credenti o no , presiede comunque all'agricoltura sulla Terra e nei mondi ancora da colonizzare o scoprire ?
Ora , è ben vero che è tuttoggi più una tradizione degli agricoltori che degli altri occupati nel mondo , la pietas in Deum; e dunque in tal senso , l'atteggiamento di Gosto secondo la pietas , è dentro la tradizione agricola; ma questa tradizione è al presente molto indebolita sia dall' esodo rurale recente che dalla predicazione urbana o neopagana dei mass-media . Perciò non tutti sanno resistere ; e sopravvivono nell'atteggiamento di naturale pietà interiore verso Dio , solo coloro che sono più forti, perché ancorati a un sincero amore alla natura , alle piante , agli animali , all' agricoltura , vista in ultimo non solo come fonte di prosperità materiale (cioè produttrice di pane e vino per tutti, anche per i non agricoltori) , bensì anche come una fonte di salute spirituale ; una miniera preziosa, di umanesimo , di solidarietà , di fratellanza , di prosperità familiare e sociale . E Gosto è a mio avviso uno di questi agricoltori forti, che trova tuttoggi nel suo lavoro una profonda ragione di vita e di buono esempio .
Questa è dunque, a mio parere , la lezione ultima di Gosto e delle sue zucche : andare a festeggiare come tutti , ma in più documentando , cioè a suo modo predicando publicamente, la bellezza di uno dei frutti belli del suo lavoro: le zucche; e questo uno , queste zucche, è evidente che rappresentano un simbolo pluralistico, cioè esse diffondono vari messaggi, tra i quali, i più forti e necessari , sono almeno due : 1. che se le zucche sono belle, forse saranno belli anche tutti gli altri frutti dell' orto di Gosto e perfino delle zone circonvenenti ; 2. e se sono belle le zucche e tutti gli ortaggi di quella zona , è ovvio che lo sono come frutto del lavoro agricolo; pertanto è bello anche il lavoro agricolo medesimo che li produsse e quello analogo che produce in Italia e nel mondo tanti altri buoni ortaggi e frutti .
Si può dunque concludere che tale documentazione o predicazione di Gosto mediante le zucche, che ciascuno potrà o vorrà intendere , in definitiva, come preferisce (sebbene io abbia sopra indicato una chiave di lettura) , è allo stesso tempo il cuore o il senso maggiore di questo fioretto .
Però se ulteriormente si volesse comprendere e insieme riassumere il fatto , si capisce in ultimo , che il segreto di Gosto , sta in un sentimento di sincero amore alla natura e alla sua filosofia , modellato in modo indelebile e magistrale , dal fatto che l' agricoltore non ama le piante o gli animali o la natura tutta, a parole , cioè con distacco esterno e senza coinvolgimento interno , cioè senza coltivarli ; ma al contrario li ama come il frutto del suo lavoro, e con la fatica e il sacrificio che questo lavoro , implica .
Annotasi pertanto come sia questo tipo di sentimento, o se si vuole , questo tipo d'amore alla natura , un grande esempio e una grande risorsa per il futuro , se futuro vi sarà ; vale a dire , se qualcuno , a cominciare dalle scuole agrarie , cercasse (non avendolo ancora trovato) , un buon sentimento agricolo per diventare valente ecologo universale : il quale ecologo, unirà la sapienza pratica della produzione agraria (della quale ne è un es. publico o simbolico , l' offerta della bellezza delle zucche da parte di Gosto), alla sapienza teorica dell' agronomo , onde garantire maggiormente la salute e la prosperità agricola, ecologica e sociale del presente e del futuro .
FINE
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