LE GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTU', SERVONO A SENTIRE DIO PIU' VICINO E A VEDERLO E ASCOLTARLO MEGLIO 

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Folla

Una cantante

Benedetto XVI°

Con devozione

World Yath day dice lo striscione

               

Sidney. grattacieli

Aborigeno, porta il Vangelo

Vescovi in ascolto del Papa

Unzione della Cresima

Bandiera australiana

GMG A SIDNEY (AUSTRALIA), LUGLIO 2008

                Sono questi i giorni delle Giornate mondiali della gioventù a Sydney in Australia (15-21 luglio 2008: World Yath day ). In questa circostanza, la giovinezza del cattolicesimo va a trovare un intero continente: il quinto, l'ultimo, il meno popolato; ma anche con molta speranza e promesse. E la giovinezza governata dai preti, cioè dalla sapienza di Cristo (perché i preti sono depositari della sapienza biblica e sacramentale), porta letizia e fiducia.

                Si sa che queste giornate mondiali avvengono ogni due anni, e sempre in una città diversa del mondo. A tutte partecipa regolarmente il Papa.

                Inventate da un Papa, Giovanni Paolo II°, rappresentano l'incontro tra gli estremi della Chiesa: il più anziano e autorevole, Pietro,  incontra i più giovani, meno autorevoli e più anarchici. In altre parole la sapienza del vicario di Cristo consiglia e ascolta i nipoti del futuro cattolico, e perciò anche del mondo. Il Papa e i giovani, sono dunque i due estremi e insieme il fondamento di questa forma di pellegrinaggio. Sono in realtà due generazioni che si parlano al cospetto benevolo di tutte le altre. Sono il presente e il futuro a colloquio.

                Tuttavia questi pellegrini non hanno un santuario prescelto secondo le discipline devozionali del passato. Però hanno per così dire, un santuario mobile, a loro misura: lo Spirito Santo, Dio che si rende più visibile e tangibile mediante l'amicizia e la comunione maggiore dell'incontro e del magistero.

                Ecco dunque qual'è la risposta che più di ogni altra spiega la ragione principale del pellegrinare universale dei Papaboy o Cristogarsoniani:

                invero i ragazzi hanno anche un mucchio di altre motivazioni e sollecitazioni. Ma quando la giusta docenza gli addita il Fondamento, il Più, l'Assoluto, Cristo-Dio; e quando questo additare diventa sostanza di fede più limpida a causa dello stare insieme pregando e cercando Dio, essi escono dalla confusione, e vedono meglio la giusta strada: vedono la Legge di Dio e Dio stesso. Questa vista e vicinanza maggiore, questo ascolto maggiore, destinato a fecondare la vita quotidiana di tutti i giorni (dove non c'è più né il Papa né lo straordinario delle giornate d'amicizia, ma c'è solo la routine sbiadita) è il vero scopo di tali giornate estive.

                Queste giornate hanno pertanto un punto di verifica, un discrimine, una riprova. La riprova sarà se i ragazzi dopo aver partecipato entusiasti collettivamente, riusciranno a vivere meglio ogni giorno in compagnia di Dio, singolarmente.

                E però la sfida di vivere o meno in compagnia di Dio o da soli o alle dipendenze degli idoli, è il problema principale del mondo; è il punto o nodo focale attorno al quale ruota il problema della stessa umanità nel suo complesso. Infatti, ad esempio, l'ateismo o agnosticismo moderno a che altro si riduce, quale problema, se non a decidere se vivere in compagnia di Dio o degli idoli?

                Quelli che dicono voler vivere da soli, poi difficilmente potranno restare soli, senza idoli. Spesso dove non c'è Dio, ci sono loro: gli antichi e modernissimi idoli. Pertanto, il fatto che il Papa cerchi di restituire ai giovani la compagnia di Dio, anche mediante le Giornate Mondiali della Gioventù, non è un tentativo qualsiasi, ma è una operazione pedagogica da vero capo della Chiesa, perché vuole restituire ai ragazzi (o migliorare in loro), il maggior fattore di civiltà e progresso, cioè la compagnia di Dio.

 

FINE

 

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