[ Da : Maria Motta, Luce e Spirito, Cooperativa Editrice Nuova Brianza, Renate (Milano) 1986, pp.1-95 ; pp. 86 ]
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Tutto il giorno canṭ la trebbiatrice,
sull’aia aprica. Nella luce d'oro
del cielo estivo, l’inno del lavoro
saliva con l’ansar della motrice.
Il monotono ritmo una felice
sicurezza spirava, mentre in coro
gli opranti benedivano al tesoro,
che tante ansie e fatiche benedice.
Fino a notte canṭ sull’aia aprica,
la trebbiatrice. Or si riposa e tace:
ma par che l'aria ancor senta e ridica
la sinfonia della feconda pace.
Per la schiusa finestra alla mia stanza
vien del buon grano la vital fragranza.
E dall'aia, dal prato, dalle fronde
mi vien l'indefinibile brusio
di mille insetti. Quanto rigoglio
di vita la notturna ombra nasconde!
Dei casolari nel silenzio pio
gli agricoltori sognano le bionde
messi e l'assidua trebbiatrice. O Dio,
so che il Tuo cuore al nostro cuor risponde!
Ṣ che il tuo sudore delle umane fronti,
come le stille dell’umano pianto,
nella clemenza Tua vigili e conti!
Io Ti chiedo la voce del Tuo santo
Isidoro, per rendere il tributo
di laude eterna al Nome Tuo dovuto.
(S. Isidoro, protettore del contadini
Luglio 1909)
(agosto 1923)
FINE