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il 14-2-09
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La vicenda Englaro ha un punto debole : il padre di Eluana. Costui è un crociato dell’eutanasia: infatti sollevato dalle suore misericordine di Lecco dal peso tecnico di accudire la figlia, ha usato di questa sua libertà maggiore, né per ringraziare né per incoraggiare (a quanto sembra), ma per propagandare la necessità della morte definitiva e legalizzata di Eluana . Però il gran polverume, la eccessiva timidezza nel parlar chiaro, anche dei cattolici, e anche nei confronti di sua paternità Englaro, in pratica nasconde questa verità: cioè è una timidezza che fa confusione tra delicata situazione familiare e strumentalizzazione della medesima.
Eluana si è detto deve morire perché secondo le menti della grande intelligenza antivita e antiDio, è già morta; ma se si crede che è già morta, allora perché si aspira ad ucciderla ? Eluana, si è detto, deve morire perché secondo queste menti che si considerano più intelligenti di Dio che non esiste e più intelligenti dell’uomo che gonzamente quel Dio crede, è uno scandalo intollerabile che Eluana si ostini a vivere e guarda caso, non vuol proprio morire, quella benedetta (cioè maledetta); non vuole lasciare in pace il buon Papà, e tutta la agguerrita branca di amanti che odiano (in pratica: odiano nonostante la scusa del buonismo e della premura) l’infermità; e fanno confusione, perché odiando l’infermità odiano anche chi porta tale infermità, cioè Eluana in tal caso, ma più esattamente tremila persone in analoghe condizioni solo in Italia e migliaia in varie parti del mondo. E che questo odio sia concreto e non solo teorico, si vede dalla ambizione di uccidere con tanto di patente giudiziaria.
Si pone quindi la seguente domanda : è giusto o errato odiare l’infermità occorsa in qualcuno, suo malgrado ?
L’aspirazione alla salute è un fatto naturale e benefico. Però quando la stessa salute viene meno come nel caso Englaro e consimili, onde il malato pur non essendo terminale è però vegetativo, non solo è male (cioè, è nazismo) uccidere il malato, ma ancor più bisogna dire, che è male disprezzarlo facendogli mancare le dovute cure, fino alla fine di sua vita.
Alla luce di questo criterio, sta dunque avvenendo questo : le ideologie della morte, mascherate da buonismo superispettoso della situazione della famiglia e della volontà del buon Papà Englaro (ipotetico portavoce della volontà di Eluana), cavalcano la falsa pietà verso Eluana, perché vedono in questa situazione limite, un appiglio per la loro navigazione verso l’obbiettivo finale e supremo, della eutanasia. Queste ideologie si mostrano in apparenza rispettose o prudenti come i serpi, ma in sostanza s’aggirano attorno al talamo Englaro, con la siringa carica di veleno di vipera, per dare finalmente la morte.
Tali ideologi della rovina degli infermi, Impediti dalla legge in questo progetto ormai noto, recentemente han trovato tuttavia degli alleati nei giudici cassazionensi, che con la loro nota sentenza si sono dimostrati dei pericolosi fallimenti con sostanziale predisposizione eutanasica ; essi hanno infatti indotto e inducono il popolo all’errore e hanno usato il loro ruolo per imporre alla maggioranza degli Italiani la loro ideologia di morte. Sbandieratori della giustizia e della democrazia quando c’è da cavalcare il protagonismo, diventano però dei formidabili negatori di ogni democrazia e giustizia, non appena qualcuno ha la malasorte di essere nel ghetto della infermità. A causa della loro mala sentenza, tutti gli infermi come gli andicappati come i malati per qualsiasi motivo, si sentono oggi in Italia meno sicuri e più minacciati; sentono infatti, questi poveretti, la malevolenza dello Stato nei confronti del cittadino inerme e indifeso al punto che, non essendo riuscito per fatale malasorte a vivere con piena salute a causa del suo andicapp, sa e vede in aggiunta che da ora in poi si fa sempre più concreta la possibilità che nemmeno riuscirà a morire in pace, tra le cure amorevoli di amici, parenti e sanitari. Non riuscirà a morire in pace, forse, perché parenti e amici gli misconosceranno anche l’ultimo diritto che gli resta, cioè morire in pace; non riuscirà a morire in pace perché parenti e amici misconoscono e tolgono a Dio maggior termine della pace di chi vive come di chi muore, l’esclusivo suo diritto di togliere la vita, quando è giunta l’ora.
Le ideologie della morte insomma, rubando all’uomo la pace del morire e a Dio la scelta dell’ora suprema, si confermano nel loro gusto sfrontato del distruggere e del dissacrare. E in un certo senso si godono sia la pace che l’ora che rubano.
Ma non hanno fatto i conti con la seguente verità incontrovertibile: Dio non se ne starà con le mani in mano. Sulla terra e nel Cielo, sorgerà a difendere i diritti della vita, disperdendo i progetti della morte e dei suoi fans . Quando ciò avverrà ? Stà già avvenendo per bocca di quelli che difendono il rispetto per la vita. Ma se ciò non basta, certamente avrà in serbo interventi sia ordinari che straordinari, perché se così non facesse (analogamente a ciò che è stato in passato in casi analoghi), vorrebbe dire che non è vero che esiste. E a questa costatazione o ipotesi, dei filosofi o da parte del popolo che sia , egli è particolarmente sensibile: quando si mette in discussione e si vuol mettere da parte negandolo o nella fede o nel maltrattare le sue creature (infermi, feti, poveri, malati…ecc), è proprio allora che o più si manifesta e opera o più prepara la risposta, cioè la punizione
FINE
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