L'IMPUDICIZIA NEOPAGANA

11-8-06

VAI IN FONDO

Lettere varie

HOME

VAI IN FONDO

 

                Le prostitute seppelliscono l'esser donne vendendo il proprio corpo al migliore offerente. A questo scopo dedicano tutta l'esistenza, il modo di vestire, di parlare, la dieta per mantenersi, la scelta delle amicizie ..., tutto viene fatto in funzione del loro mercimonio quotidiano.

                Pertanto la prostituta non ha pudore, perché per potersi vendere, è necessario che metta in mostra meglio possibile, la sua mercanzia. Ma tolto il pudore dal contegno della personalità, subentra per malaconseguenza, la sfacciataggine, la grossolanità, la trivialità, la malizia, lo sconciume comportamentale tipico di una categoria di donne, dette appunto: prostitute.

                Ebbene, la nostra attuale civiltà, in fondo non fa che copiare le prostitute tradizionali, nell'amministrare i rapporti tra uomo e donna, e ciò traspare specialmente allorché si crea il discorso artistico:

                da un lato si esalta fin troppo la donna, rivendicandone i diritti che i maschi le hanno tolto prevaricando, dall'altro la si offende sistematicamente, copiando le prostitute, cioè togliendo alla sessualità ogni pudore e riservatezza, pretendendo la publica dimostrazione o lussuria, di ciò che è per sua natura esclusivamente intimo e difficilmente rappresentabile in quanto, in arte, atto separato dal contesto della vita reale e quotidiana.

                Ciò viene fatto cavalcando il culto delle immagini, specialmente mediante il cinema e la televisione e il sistema publicistico dei giornali e dei libri. In questi sistemi di comunicazione, l'immagine della donna è publicamente impudica : è ridotta a una stupida femmina, della quale chiunque, se vuole, ne può approfittare.

                Questa donna massmediatica è dunque una eterna esca del maschio, ma non ha testa né anima, è tutta cosce e seni, e al massimo fa la sequestrata dai cattivi per riempire la trama stentata e filmica, di violenza e conclusiva salvazione; oppure fa  momentaneamente il vampiro o partecipa alle rapine o alle sparatorie, ma se può fare l'avvocato o lo scienziato o il capitano d'astronave...o altro, tuttavia non può fare mai la moglie o la madre, è sempre divorziata e in conflitto col maschio se si tratta di far famiglia; nella vita cerca dunque di far carriera, insegue in questo i maschi, e mai che voglia fare un mestiere suo in quanto donna: tutta la sua esistenza la passa a desiderare la libertà di fare ciò che più gli piace, cioè ciò che fanno gli uomini, e mai riflette che in quanto donna, ci sarà pure qualche cosa da fare di specifico che gli appartiene e che gli uomini, perché uomini, non possono fare.

                Togliere la veste pudica alla sessualità, serve però al mercato tronfio, per spadroneggiare: se fai leva sulla libidine con la scusa di romanzare i racconti o cinematografare le storie, si può anche avere un certo numero di spettatori, almeno finché pure essi non si saranno stufati degli artificiali carnai amplessiferi; se predichi il libertinaggio in amore, avrai possibilmente la rivoluzione del costume dei più sprovveduti, cioè le concubine e gli amanti al posto delle mogli e dei mariti, onde del pari dissolvendosi le famiglie, maggiore sarà il potere e il controllo dei potentati vari, sulla sessualità e sulla sfera privata, si che questa privata lo sarà e lo è invero solo di nome:

                infatti, secondo la logica del mercato, per fare l'amore ci vuole il preservativo da comprare, per far figlioli, ci vuole sempre più spesso la provetta, per limitare le nascite (in pratica per essere liberi dalla prole per far ciò che si vuole), ci vuole l'aborto... ecc. ecc. . In conclusione, con questo andamento, non comandano più i genitori sulla loro figliolanza, quanto le numerose offerte del mercato, mascherate o da contraccezione o da antisterilità o da assistenza legale divorzista, per ratificare o garantire in ultimo, lo sfascio della famiglia.

                E in questo contesto menzognero, dove l'uomo, con la complicità spudorata degli Stati atei, dà sistematicamente false immagini di se ad altri uomini, e dove Dio viene metodicamente accantonato per paura che possa salvare dall'errore ordinario e straordinario e in definitiva prendere il posto dei potentati che gli spetta naturalmente, è evidente quale tipo di donna si vuol costruire e propinare :

                la donna senza pudore, preoccupata di fare solo i propri interessi e le proprie convenienze, una macchina con la vagina, che anziché aiutare l'uomo in quello che è tipico della donna, in realtà finisce per essergli un peso e un motivo di litigio e conflittualità cronica, si che il divorzio finisce per esser ritenuto in ultimo l'unico vero rimedio, e talvolta lo è perfino l'omicidio gretto ma da tutti giudicato inevitabile, persino dai giudici che dovrebbero punirlo. Però tanto più divorzi ci sono e tanto più alcuni prefessionisti del portafoglio (come gli avvocati), fanno affari:

                come i medici tradizionalmente campano sui malanni altrui, anche gli avvocati e i notai, campano meglio sulle separazioni divorziste. Se dunque lo sfascio della famiglia serve a trainare l'economia di molti che attendono d'esser promossi a guidare politicamente il paese (i politici son in buona parte avvocati), e di molti che da tempo, hanno messo il mercato al posto di Dio, tanto vale che tale sfascio perduri, e non si corra ai ripari.

                D'altronde, non è forse vero che i proletari da tutto il mondo ormai proprio non mancano? Essi scappano a bordo delle carrette del mare e vengono nel Bel paese, in cerca di maggior benessere. Pertanto, visto che la manovalanza proletaria non manca, per quale ragione promuovere e sostenere l'industria familiare indigena ? Non c'è nessun buon motivo e nessuna urgenza dicono tra se i sapienti del nostro Parlamento, senza farsi sentire da nessuno. A coloro che si ritengono privilegiati, la massa dei poveri che entra in Italia, non fa paura,  perché pensano di poterli integrare, che vorrebbe dire, schiavizzare per i propri scopi e fini, senza che quei lor privilegi siano toccati in alcun modo.

                E mentre si fa entrare in Italia un esercito di neoproletari, si congiura a pieno ritmo contro la famiglia e la religione tradizionale, screditandole entrambe in vari modi:

                uno dei maggiori, è quello che costituisce l'oggetto principale del nostro discorso di partenza, cioè la sistematica spogliazione della donna, onde predicarne e diffonderne la prostitutaia impudicizia al posto del tradizionale quanto naturale pudore.

                In questo contesto colpisce che l'aumento delle donne al potere, non denuncia maggiormente tale stato di cose. E ciò a dimostrazione del fatto che la buona amministrazione non è per niente un fatto di sesso, ma è invece sempre e comunque, un fatto di decalogo o di religione :

                se ti preme davvero la salute e la bontà della famiglia, la promozione della donna, la sanità del costume, la sorte dei meno abbienti, l'accoglienza e l'educazione degli stranieri..., non serve stare li a decidere se è meglio che comandi o un uomo o una donna : serve invece, decidere quanto si è disposti a mettersi in discussione sul piano del decalogo, fino all'esempio diretto di Gesù Cristo, il quale pur facendo una gerarchia ecclesiastica senza donne al vertice, tuttavia, armato del Decalogo e della santità di vita, nessuno come lui, ha mai promosso la donna, poiché non solo di una donna fece la Madre di Dio, ma contestualmente, facendo dell'umanità tutta una figliolanza legata a un solo padre, abolì pure la schiavitù maschile e femminile, e per conseguenza anche ogni altra forma di schiavitù privata o domestica che sia, circoscritta al sesso.

 

FINE

 

TORNA SU

Lettere varie

HOME

 

TORNA SU