(Da: Tomas Spidlik, Marco Ivan Rupnik, La Fede secondo le Icone, Roma, Lipa 2000, p. 17)
Oggi viviamo in un tempo segnato profondamente dal soggetivismo e dall'autoaffermazione a livello della forma. Si cercano di inventare nuove forme espressive, perché ciascuno tenta di esprimere se stesso in modo proprio .
Dato che ognuno percepisce se stesso in maniera assoluta, vorrebbe esprimere questa sua originalità in forme del tutto particolari.
Ma esprimere se stessi così è la negazione di ciò che si vuol fare, perché la persona è agapica, impensabile senza l'amore degli altri.
Il criterio di questa autoespressione diventa il sentire dell'individuo inteso in maniera esclusivamente psicologica.
Conseguenza di questa impostazione è che in arte ci muoviamo oggi in una marea di stili e linguaggi diversi. Ognuno esprime se stesso, ma in maniera tale che nessuno più lo capisce.
L'arte contemporanea sembra mancare soprattutto di quella che era la perla iniziale dell'arte cristiana, cioè la comunicazione. E l'icona in qualsiasi modo la si consideri, si trova al vertice di questa visione cristiana dell'immagine.
FINE
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