Nell’articolo sottostante (Perfino il gusto del
parmigiano del prosciutto e dello Champagne, viene dal cattolicesimo)
il giornalista Antonio Socci, prende spunto dalla proposta di rendere
obbligatorio l’insegnamento della religione in Veneto (fatta da un assessore
alla regione Veneto, chiamata Donazzan) per dire in sostanza che lo studio
del cattolicesimo, se si vuol capire al meglio la nostra civiltà, è una tappa
obbligata, cioè non se ne può fare a meno.
Mi sembra che il Socci abbia ragione:
non si capisce perché la matematica, la geografia e qualsiasi altra materia
debba essere obbligatoria, mentre soltanto lo studio della religione, è
ritenuto facoltativo, cioè non indispensabile per la conoscenza e la cultura.
In conclusione proprio il fattore principale della conoscenza e cultura del
nostro mondo e di tutto il mondo (anche il mondo non cristiano si chiede perché
ogni primato umano e tecnico o è stato inventato o è stato assunto e
sviluppato solo nell’area globale della civiltà cristiana) , cioè la
religione e le sue conseguenze sulla cultura medesima e sulla qualità del
progresso e della vita, viene giudicato un fattore facoltativo anziché
obbligatorio, mentre sono obbligatori tutti gli altri insegnamenti.
In realtà, come spesso avviene nelle democrazie consumate, sotto
la scusa della libertà dell’individuo, si cela il tentativo di limitare la
verità o visuale delle cose: ad ogni altra materia viene riconosciuto un
sapere necessario; alla materia per eccellenza, la religione, spesso ispiratrice
e modellatrice di ogni altra scienza (lo testimonia la storia della scienza
medesima e del mondo), non si vuole riconoscere da parte di tutti, il
posto e il primato che gli spetta.
In questo contesto però c’è anche qualcosa che compete ai cattolici e a ogni
religioso:
la religione, qualsiasi religione, non può essere fatta studiare ai giovani
solo dal punto di vista del contenuto della fede e del dogma e del mistero, ma
deve essere spiegata e resa evidente anche nelle sue connessioni culturali
odierne e nel corso dei secoli. Onde gli stessi giovani vengano introdotti a
toccare con mano già dai banchi di scuola, le vie maestre e le profondissime
conseguenze della fede, nei processi culturali individuali e sociali che
compongono il modo di vivere.
Per es., a riguardo del cattolicesimo, se si spiega che Galilei fu un grande scienziato, ma come è noto una
Commissione ecclesiastica non gli riconobbe inizialmente d’aver ragione a dire
che la terra gira intorno al sole; bisognerà far notare in aggiunta, per
completezza del discorso, che Galilei era profondamente cristiano; e tutti i
suoi successi scientifici compresa la rivoluzione della terra e il metodo
sperimentale, presero le mosse dal senso comune della vita quotidiana e sociale,
profondamente cristiani nel modo di ragionare e di vivere. Insomma, per farla
breve, se Galileo fosse stato buddista e avesse passato le giornate in
meditazione immobile come le fila dei buddha nei templi, o avesse avuto la testa
e l’anima nel nirvana (il vertice della esperienza buddista), avrebbe lo
stesso rilevato l’effettivo moto della terra intorno al sole e il metodo
sperimentale e ogni altro merito strettamente fisico e scientifico? Mi sembra di
no, perché impassibilità, immobilità e Nirvana, sono piuttosto un
estraneamento dalla realtà , un tagliare i ponti ; ma Galileo fu animato
al contrario da un mirabile senso di realismo.
Altro esempio: se si descrive l’operato della Inquisizione,
tutti sanno e additano i roghi; cioè si sa e addita l’ampia eccezione, ma non
la sostanza o la norma del discorso. I roghi sono un numero esiguo rispetto alla
stragrande maggioranza dei casi. L’inquisizione comminava per lo più abiure,
digiuni, esili, … (un caso a se fu l’inquisizione spagnola) Onde si
pone la seguente domanda: senza l’operato della Inquisizione, la nostra civiltà
sarebbe stata la stessa negli sviluppi futuri ? A mio parere, non sarebbe stata
la stessa, perché il medioevo, epoca a grande vocazione fantastica e
misterica, il più sostanziale fondamento dell’Europa checché possa capirne
l’attuale intellighenzia, anziché essere stato popolato da santi e da
filosofi, da saggi e numerosi fedeli, sarebbe stato popolato invece da un numero
eccessivo di maghi e streghe, cioè da impostori . Ora dalla impostura
medioevale anziché dalla fede medioevale, sarebbe potuta scaturire la
Divina Commedia, la Summa di Tommaso, la Scolastica, le Cattedrali, la
speculazione teologica fondamento dell’arte….l’arte stessa? La risposta è
che con l’impostura dei maghi e l’errore delle eresie, non si può costruire
né summe né divine commedie, né cattedrali e tantomeno opere d’arte degne
di tal nome, cioè con una effettiva utilità individuale e sociale, presente e
futura . Perciò l’inquisizione, sebbene ebbe aspetti discutibili da chiarire
come i roghi e la tortura, nel suo complesso tuttavia, custodendo la fede,
svolse anche opera contraria all’impostura, e garantì una qualità del
progresso, altrimenti ostacolata dalle forze ambigue della magia e dell’ereticismo
a buon mercato , cioè non per amore di opinione o del vero ma per malafede o
maggior comodità. Senza l’Inquisizione, l’ateismo, il comunismo, il
nazismo…la distruzione dell’ambiente, tutte conseguenze macroscopiche della
mancanza di fede, sarebbero venuti alcuni secoli prima; e probabilmente oggi il
mondo sarebbe un cumulo di macerie e un unico regno di Marte, più ampio di
quello che in parte è e stato..
Orlando Metozzi .
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“ PERFINO IL GUSTO DEL PARMIGIANO, DEL PROSCIUTTO E DELLO CHAMPAGNE VIENE DAL
CATTOLICESIMO…(DI : ANTONIO SOCCI)
Con una modesta proposta per la scuola,
il nostro Paese potrebbe tornare ad avere un futuro. Quale proposta? Scoprire
Gesù Cristo. Sarebbe la Rivoluzione. Che significa……
Elena Donazzan. Ricordatevi questo nome. Potrebbe diventare la nostra Sarah
Palin. Non arriva dal bianco Alaska, ma dal Veneto bianco. Oggi è assessore
regionale e chi la conosce sa che stoffa, che preparazione e che piglio ha. Pure
l’aspetto, alquanto piacevole, e la giovane età ne fanno un personaggio.
Rodato in quel vivaio di passioni politiche che è Alleanza Nazionale. Dunque la
Donazzan è entrata nell’occhio del ciclone per questa sua proposta: rendere
obbligatorio l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della sua
Regione. Dovrebbe essere un’ovvietà se non fossimo un Paese sciocco e
smarrito.
Fortini, Cacciari e Benigni
Franco Fortini, critico letterario e poeta di estrema sinistra fu il mio
professore (più amato) all’università. Un giorno di febbraio arriva in aula
e comincia a leggere ad alta voce un magnifico poema. Alla fine chiese se
qualcuno sapeva cosa aveva letto. Era il “Mercoledì delle Ceneri” di
T.S.Eliot. In effetti quel giorno si celebrava tale ricorrenza liturgica Fortini
ne chiese il significato. La gran parte non lo sapeva. Lui cominciò una
filippica. In sintesi disse: “voi siete in una facoltà di lettere a studiare
l’arte, la letteratura, la filosofia, la storia e domani probabilmente andrete
nelle scuole a insegnare. Ebbene, non potrete capire mai niente di tutto questo
e neanche del paese dove vivete e di questa città (Siena), senza conoscere
perfettamente il contenuto della fede cattolica e quello che ha significato”.
Parola di un grande professore ebreo e marxista. Più o meno le stesse cose mi
“gridò”, qualche anno dopo, in una intervista per “Il Sabato”, Massimo
Cacciari, indignato dalla crassa ignoranza del cattolicesimo che aveva
riscontrato, anche lui, nei suoi studenti. E’ prevedibile che contro la
Donazzan ora l’intellighentsia progressista alzerà gli scudi: è la stessa
intellighentsia che nei mesi scorsi si è spellata le mani, nelle piazze
d’Italia, per applaudire le letture dantesche di Roberto Benigni. Ebbene la
Divina Commedia è un compendio perfetto di teologia cattolica e non si capisce
neanche una terzina senza conoscere il cattolicesimo.
Il cielo stellato del Gius
Sostanzialmente eliminata dagli studi scolastici dagli anni Settanta in poi, la
Commedia oggi è stata riscoperta da coloro che l’avevano abolita. Meglio
tardi che mai. Ma intanto abbiamo derubato i giovani della Bellezza (quella che
contiene il Vero e il Bene) e dobbiamo correre ai ripari almeno da questa
generazione in poi. I giovani soprattutto hanno bisogno della Bellezza come del
pane, la poesia è la loro casa. Noi li abbiamo derubati e sfrattati dalla
nostra storia. E ora si trovano stranieri in questa terra italiana ed europea.
Apolidi della vita, erranti nel deserto che avanza. E spesso si vendicano del
Nulla in cui li fanno vivere con la violenza.
Il più grande educatore del nostro tempo, don Luigi Giussani iniziò le sue
“lezioni di religione” al liceo Berchet di Milano, nel 1954, leggendo
Leopardi. Pensate un po’: il poeta “ateo e materialista” era indicato da
Giussani come colui che più e meglio di chiunque coglie l’essenziale della
vita, la nostra natura desiderante, le domande struggenti che vibrano nelle vene
dei giovani e letteralmente ci fanno uomini: chi siamo, che senso ha la vita,
perché “tutto passa e quasi orma non lascia”, che senso ha il cielo
stellato, dov’è la Bellezza le cui scintille si riflettono sul volto di ogni
donna…Gesù Cristo è venuto e ha detto di essere lui la risposta a queste
domande.
Giussani non faceva “propaganda cattolica”. No: insegnava a ragionare, a
decifrare la condizione umana e a valutare le risposte. Come sa bene chi lo ebbe
come professore, lui letteralmente insegnava la libertà, cioè l’uso della
ragione che è la cosa più preziosa. Ma è quello che il cattolicesimo ha fatto
per secoli con i popoli europei. Tanto è vero che proprio da questi popoli è
sbocciata quella straordinaria capacità di indagine e di conoscenza
dell’universo che – tradottasi in scienza e tecnologia – ha letteralmente
civilizzato il mondo.
La rivoluzione
Lo spiega benissimo il sociologo americano Rodney Stark nel libro “La vittoria
della Ragione”. Sottotitolo: “Come il cristianesimo ha prodotto libertà,
progresso e ricchezza” (Lindau). E anche Thomas E. Woods in “Come la Chiesa
Cattolica ha costruito la civiltà occidentale” (Cantagalli). Dobbiamo ai
monaci medievali tutto: perfino il parmigiano, il prosciutto e lo champagne.
“Educatori economici” dell’Europa li definì lo storico (laico) Henri
Pirenne. E i diritti dell’uomo e il diritto internazionale non sono nati nella
teologica “Scuola di Salamanca” ? Perfino Bertrand Russel, nel suo libro più
anticristiano, riconosce: “La libertà che vige nei paesi in cui la civiltà
ha origine europea (cioè la sola libertà esistente nel mondo, nda) si può
storicamente far risalire al conflitto fra Chiesa e Stato nel medioevo”.
Infatti, si può capire la Costituzione italiana senza le nozioni cattolicissime
di “persona”, corpi intermedi e sussidiarietà? Il comunista (cattolico)
Franco Rodano spiegò che perfino la bellezza della campagna umbra (e toscana)
si deve al cattolicesimo e specialmente alla Riforma tridentina. Evitiamo –
per favore – il solito piagnisteo laico su questa proposta veneta. Perché la
Donazzan ha dalla sua anche il meglio della cultura laica. Innanzitutto Kant in
quale era convinto che “il Vangelo fosse la fonte da cui è scaturita la
nostra cultura”. Poi il “papa laico” Benedetto Croce: “Il Cristianesimo
è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così
grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così
inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso
o possa ancora apparire un miracolo”.
Laici cioè cristiani
Un altro grande intellettuale laico, Federico Chabod, nella “Storia
dell’idea d’Europa”, scrive: “Non possiamo non essere cristiani, anche
se non seguiamo più le pratiche di culto, perché il Cristianesimo ha modellato
il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità
profonda che c’è fra noi e gli Antichi, fra il nostro modo di sentire la vita
e quello di un contemporaneo di Pericle e di Augusto, è proprio dovuta a questo
gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il
verbo cristiano. Anche i cosiddetti ‘liberi pensatori’, anche gli
‘anticlericali’ non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito
europeo”.
Il simbolo del laicismo italiano, Gaetano Salvemini raccontò un giorno di
essersi trovato in una stagione della vita come “sperduto nel buio” e dice
di aver trovato una “guida e mi sono trovato bene a lasciarmene guidare. E
questa guida è stato Gesù Cristo che ha lasciato il più perfetto codice
morale che l’umanità abbia mai conosciuto. Io non so se Gesù Cristo sia
stato davvero figlio di Dio o no. Su problemi di questo genere sono cieco nato.
Ma sulla necessità di seguire la moralità insegnata da Gesù Cristo non ho
nessun dubbio”.
Guardate un bambino
Infine, per guardare all’estero, Richard Rorty (simbolo del neopragmatismo
americano): “se si guarda a un bambino come a un essere umano, nonostante la
mancanza di elementari relazioni sociali e culturali, questo è dovuto soltanto
all’influenza della tradizione ebraico-cristiana e alla sua specifica
concezione di persona umana”.
E Karl Loewith: “Il mondo storico in cui si è potuto formare il
‘pregiudizio’ che chiunque abbia un volto umano possieda come tale la
‘dignità’ e il ‘destino’ di essere uomo, non è originariamente il
mondo, oggi in riflusso, della semplice umanità, avente le sue origini nell’
‘uomo universale’ e anche ‘terribile’ del Rinascimento, ma il mondo del
Cristianesimo, in cui l’uomo ha ritrovato attraverso l’Uomo-Dio, Cristo, la
sua posizione di fronte a sé e al prossimo”.
Elena Donazzan ha colto nel segno. E non va lasciata sola: una nuova scuola
produce un’Italia nuova.
Antonio Socci
Da “Libero” 7 settembre 2008 “ .
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