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Arezzo, Giostra del Saracino, Il Cavallo bianco del Quartiere di S. Spirito (Ivi nel 2003, presso la Stazione del Lago di Dorna, a Badia al Pino -AR-) . |
Infatti, da quando si costituirono le prime urbanizzazioni nel mondo, da allora, l’uomo di città molto più di quello rurale, porta cronicamente nel cuore, l’anelito alla vita di campagna in armonia con la natura; e certo un aspetto di questo grande e profondo desiderio cittadino, è pure il recupero di un rapporto vivo con gli animali domestici.
E’ così che tuttoggi spetta agli abitanti delle campagne, avere la privilegiata possibilità di stabilire amicizie affettuose e domestiche, con cani, gatti, cavalli, polli, conigli … specialmente.
Ciascuno di questi animali è (com'è noto) capace di un servizio e di una compagnia singolare.
I cani si fanno difensori (talvolta eroici) della casa e dei familiari, e finisce che la loro presenza, anche nei casi di mansuetudine tale che non abbaiano contro nessuno, gratifica i momenti familiari, di pronta e compiaciuta obbedienza , nonché costante e pronta fedeltà.
I gatti poi, si sa che mangiano i topi, ma piccoli in dimensioni e fedelissimi alla casa, partecipano a tutti gli eventi familiari, fino a far l’efusa sulle ginocchia o sui letti, e mille carezze a chi più li considera.
I polli e i conigli servono di certo a costituire pietanze prelibate; ma non è raro, che uno dei bimbi o la stessa massaia che li governa ogni giorno, stabilisca con essi una simpatica comunicazione, si che basta talvolta un verso o una parola appropriati, che tutte le galline corrono loro incontro magari aspettandosi festose il cibo, e tutti i conigli s’accostano solleciti attorno alle pareti delle gabbie , per celebrare il banchetto imminente , ma certo, anche perché hanno preso fiducia e benevolenza , verso chi li governa e accudisce.
(……).
In questo contesto domestico, tuttavia, il cavallo si distingue per l’imponenza delle dimensioni corporee, la forza, l’agilità, l’eleganza dei movimenti, la rapidità della corsa, la capacità d’affiatarsi col padrone o chi più l’accarezza e ben tratta.
Oggi a causa delle macchine, venuto meno l’uso del cavallo come bestia da lavoro o mezzo militare , resta e resterà sempre comunque, il piacere di cavalcare.
Infatti, se è piacevole e interessante guidare un’automobile, un’astronave o una Ferrari … o finanche una macchina qualsiasi, non potrà mai essere come guidare un cavallo, perché il dominio del cavallo, oltre a ricordare agli uomini che quello era nel passato il principale mezzo di locomozione, permette tuttoggi di raggiungere luoghi dove le macchine non possono andare, senza volare o inquinare l’ambiente, pure col rumore;
inoltre l’intesa tra l’uomo e il cavallo è di livello più elevato di quella che esiste tra un uomo e una macchina , perché è vero che sia il cavallo che la macchina vanno saputi guidare, ma è ancora più vero, che per guidare bene un cavallo, bisogna stabilire con lui un rapporto di simpatia e fiducia reciproca, perché il quadrupede al contrario d’ogni macchina, riconosce la voce degli uomini, ne percepisce l' identità (partecipando a suo modo) al buono o cattivo umore, comprende se viene trattato bene o male, e reagisce a seconda dei suoi bisogni e preferenze persino caratteriali.
In tal senso, cavalcare è dunque un piacevole fatto non solo sportivo ma anche educativo : nella vita di un bimbo e di un uomo, qualora ve ne sia facile possibilità, andare a cavallo è azione utile e benigna : e lo è stato e lo è tuttoggi per vari motivi ; ma uno di questi è destinato a perdurare nel futuro; ed è il fatto che cavalcare insegna il rapporto domestico (e perciò tanto privilegiato quanto naturale) tra l' uomo e l'animale .
Infatti l' uomo moderno , spesso conosce ampiamente le macchine e come si usano ; ma la sua psicologia e il suo naturalismo , in una parola , la sua dimensione umana , è ristretta e tende ad esser confinata alle macchine e alla tecnica in genere; quest'uomo nuovo , abbisogna pertanto più di quello antico , del rapporto diretto e domestico con gli animali . E questo lo seppe prima di chiunque il Creatore , quando tra la natura e l' uomo , volle pure il regno intermedio , degli animali ( Gn 1-20-24) .