|
Treggia a sinistra e Civea a destra, su un aia di Compito (frazione di Caprese Michelangelo -AR-). Da P. Scheuermaier, 1919-25.
I quattro pali lunghi della Treggia a sinistra sono stati tolti nella circostanza. Ma come si vede nella Foto2, potevano anche rimanere con la Civea montata.
Da questa civea, sporgono inoltre quattro manici, onde poterla portare manualmente in due (uno avanti l'altro dietro) nei tratti dove la Treggia non poteva andare
(es. dentro il Mulino, la Cantina, la Casa, le Rimesse ...ecc).
Loc. La Benna (Caprese Michelangelo -AR-). Da P. Scheuermaier, 1919-25. Civea sulla quale è stato caricato un aratro in metallo. Forse per mostrarlo meglio al fotografo, la bure (bura) dell'aratro è stata attaccata direttamente al giogo delle vacche. Ma è ovvio che l'intenzione è di trasportare l'aratro nel campo da arare, mediante la Treggia. Perciò la bure da attaccare, è quella della Treggia trasformata in civea. |
La Treggia per il trasporto agricolo in epoca premeccanizzata (prima del trattore) e nei territori di montagna come Caprese, era uno strumento insostituibile; infatti poteva muoversi con maggiore stabilità rispetto ai carri, perché senza ruote (e senza freni), strisciava al suolo anche nelle pendenze frequenti; era perciò meno soggetta al rischio di ribaltamento e di velocità eccessiva o incontrollabile; e trasportava pure, all'occorrenza, una considerevole quantità di foraggi, attrezzi, biade, derrate... .
Uno sviluppo o adattamento della Treggia, fu appunto la Civea (o ciovea) : cioè tolta la Sala centrale della treggia sormontata dalle lunghe Argelle (utili a trattenere il carico: Foto 1 a sinistra) si montava nel poligono o rettangolo irregolare rimanente tra quattro pali o no (Foto 1 a destra) la civea o contenitore, costruito in grossi vimini :
questo espediente, permetteva di sfruttare la stabilità della treggia senza ruote, anche per il carico e trasporto di balle piene di biada o vino su damigiane o olio..., nonché, letame da distribuire .. ecc .
Il primo a documentare nella letteratura del lavoro agricolo, la Treggia e Civea di Caprese Michelangelo, fu probabilmente lo studioso svizzero Paul Scheuermeier (1888-1973) che dal 1919 al 1925 girò tutta l'Italia fino a Fiume e il cantone della Svizzera italiana, appuntando e fotografando molti attrezzi agricoli e modi di vivere della civiltà contadina, purtroppo destinata a scomparire nel dopoguerra, e pubblicando infine gran parte del materiale raccolto, nel celebre Trattato Enciclopedico: Il Lavoro dei Contadini 1).
Scheuermeier, passò dunque anche da Caprese Michelangelo e pubblicò le Foto soprastanti, una nel primo volume (edito a Zurigo nel 1943, Foto 1), l'altra nel secondo Volume (edito a Berna nel 1956, Foto 2).
NOTE
1: Paul Scheuermeier (1888-1973), Il Lavoro dei contadini (cultura materiale e artigianato rurale in Italia e nella Svizzera italiana e retroromanza , Longanesi & C. , Milano 1996 (3° ; 1° del 1980 : traduzione dell'originale tedesco, Berna 1956); Foto 1, vol 1° : Foto 195 ; Foto 2 , Vol. 2° : Foto 197
FINE