LETTERA AGLI SCANSAMORTI

(CIOE' ALLE SIGNORE E AI SIGNORI CHE ASSERISCONO AVER PAURA DELLA MORTE E DEI MORTI)

 

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INTRODUZIONE

                Durante la recente vicenda del mio babbo malato , ho fatto l'esperienza di un certo numero di occasionali e conoscenti, i quali di fronte a una malattia e a un malato non sanno muovere un dito o battere un    ciglio ; e come se non bastasse , coerentemente a questo errore ordinario , fanno altrettanto e di peggio nei confronti dei morti : li soffrono e li  fuggono , si che se tutti si comportassero al medesimo modo , nessuno          s' accosterebbe ai morti o li seppellirebbe o pronuncerebbe preghiere  in loro favore .

                La lettera sottostante si rivolge pertanto a tutti gli scansamorti e dolori, per dire loro quale è la ragione più vera di tale comportamento : la mancanza della compagnia di Dio .

 

TESTO

 

                Non è vero , come dite , che soffrite i morti; non è vero che temete la morte , e non è nemmeno vero che avete troppa paura del dolore ; mentre è molto vero che avete deciso da tempo , di fregarvene il più possibile dei  morti , della morte e di quelli che soffrono in preda ad un dolore o a una sventura .

              A monte pertanto c'è un problema dato dal vostro egoismo     notevole . Risolvete questo vostro problema o signori e signore , e vedrete cambiare in meglio pure la vostra visione e sofferenza o fobia apparente , della morte e dei morti .

               Ma ecco qui un problema vero :

               voi carissimi , avete perduto la fede in Dio , che è come dire che avete perduto Dio : Egli non è più parte viva della vostra vita ; passate le giornate arrabattandovi come potete nelle vicende quotidiane , ma non alzate più lo sguardo verso il cielo, oltre l'apparenza , oltre l'effimero , verso il profondo che non è misurabile . Per questo , non sapete più aver buona volontà o pietà verso i morti e a me sembra , pure verso i vivi . Voi temete o esorcizzate la morte e i morti o il dolore altrui , evitandoli , perché l'assenza di Dio nell'animo , vi lascia soli col vostro egoismo e le vostre piccole vicende quotidiane . Siete quindi poco pii e pietosi , sia verso i morti che i vivi , perché Dio è assente nella vostra vita . Si che in definitiva , se continuate di questo passo , può verificarsi il seguente paradosso : che mentre vi studiate di fuggire la morte e i morti , potreste diventare pure voi dei morti viventi senza accorgervene . Infatti , l'aridità interiore , l'eccessivo egoismo o freddezza verso le necessità del prossimo , insomma la mancanza di carità  viva , porta alla morte dell' uomo interiore , preludio terreno della morte eterna .

 

FINE

 

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