Mentre noi costruiamo moschee nel nome della democrazia religiosa, della
tolleranza; alcuni indiani distruggono chiese, uccidono, discacciano, violentano
donne, malmenano, infuocano case e proprietà dei cristiani .
L’India del malessere, si ribella contro la religione del benessere: quella
che ha portato la democrazia e il progresso, il diritto della persona e della
sua dignità universale e inestinguibile. Onde il cristianesimo in quel gigante
ancora malato, che è l’India, significa
particolarmente più che altrove, mettere il dito nella piaga, curare le ferite
del sottosviluppo e delle ingiustizie sociali; significa invero, come fece Santa
Teresa di Calcutta, tendere la mano a chi vuole andare avanti e invitare a fare
altrettanto chi invece ancora oggi, vuole incorreggibile restare con le caste, a
spadroneggiare coi desideri e i privilegi delle antiche credenze e usanze. Togli
dunque coll’Evangelo qualcuno di questi privilegi e usi da alcuni locali
fanaticamente supercondivisi, ed ecco che la gran codardia indigena godereccia e
padrona, subito difende il suo e vuol cacciare Gesù Cristo, chiamato allora ladro,
solo perché è il più autorevole Fattore per debellare ogni latrocinio e
corruzione e vocazione alla magia come all’occulto considerato come un mezzo
per schiavizzare il prossimo
.
Invero gli Indù si ribellano; ma non hanno alcuna ragione. Mentre distruggono
quello che appartiene ai cristiani, a momenti han distrutto pure tutta la loro
buona reputazione : infatti mentre uccidono e infuocano, picchiano e sbraitano
alla cieca con ira selvaggia, il cristianesimo per ora, non ha risposto che
invocando il rispetto della Costituzione 1)
e del diritto internazionale.
Dunque il cristianesimo risponde con la civiltà; essi con la barbarie bestiale.
Invero la risposta dei cristiani è un po insufficiente. Ma a ben guardare, tale
insufficienza non dipende dalla scarsidonia eventuale dei medesimi cristiani
d’India, bensi (lo devo dire) dipende dalla lascivia
delle autorità indiane e del mondo intero, a cominciare dalla stessa Italia e
Europa.
Come vi permettete o autorità della buonora di predicare la tolleranza verso
tutte le religioni, e di fatto permettete il cannibalismo dei cristiani? Poiché
da un po di tempo, alcuni di voi, son diventati
relativisti, mezzi atei e miscredenti, ammettete che nel profondo dell’animo
custodite il seguente prurito satanico: vi fa piacere in fondo, quando i
cimiteri si riempiono di croci.
Voi infatti non temete le Religioni, perché sapete che in ultimo son tutte
interloquibili da voi in qualche parte o debolezza; perciò le degnate
d’attenzioni pensando d’avere un riscontro elettorale. Voi al contrario
temete la Religione, cioè il cristianesimo perché è l’unica forza in grado
di arginare i vostri malpropositi; la vostra malevolenza verso le giovani
generazioni, il futuro che dite voler costruire e di fatto cospirate
politicamente e amministrativamente per distruggerlo e precarizzarlo a cronica
valenza distruggendo la salute dell’ambiente e del lavoro. Voi
o autorità colpevolissime, siete più responsabili dei poveri Indù.
Essi infatti ubbidiscono a idee ancestrali, dove l’errore talvolta è più
evidente e potente della stessa virtù da perseguire; voi invece avete
conosciuto l’Evangelo e la sua maestosa perfezione; per secoli vi ha questo
dispensato primati conducendovi infine alla pace e al benessere prima di ogni
altro popolo del pianeta; e miserandi del XXI ° secolo, per onesto ricambio,
gettate la fede in Cristo nei cassoni allo stesso modo dei feti, andate a
cercare mille maestri rifiutando l’unico vero Maestro storicamente parlando;
tradite la patria e la famiglia, e infine, a coronamento della vostra condizione
di uomini autorevoli, non avete voce, non la potete avere per difendere la
mattanza dei cristiani d’India. Voi, col vostro silenzio e l’ipocrita
impegnativa del futile e del baccano nel vuoto quotidiano, siete in ultimo più
colpevoli dei poveri Indù. Andate a fare l’esame di coscienza, o lampade
cieche e smorte, che non possono illuminare nessuno; e perciò portate
inevitabilmente alla perdizione, chiunque decida di seguirvi e vi prenda sul
serio.
Orlando
Metozzi
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25. Freedom of conscience and free
profession, practice and propagation of religion.—
(1) Subject to public order, morality and
health and to the other provisions of this Part, all persons are equally entitled to freedom of conscience and the
right freely to profess, practise and propagate religion.
(2) Nothing in this article shall affect
the operation of any existing law or prevent the State from making any law—
(a)
regulating or restricting any economic, financial, political or other secular
activity which may be associated with religious practice;
(b)
providing for social welfare and reform or the throwing open of Hindu religious
institutions of a public character to all classes and sections of Hindus.
Explanation I.—The
wearing and carrying of kirpans shall be deemed to be included in the
profession of the Sikh religion.
Explanation II.—In
sub-clause (b) of clause (2), the reference to Hindus shall be construed
as including a reference to persons professing the Sikh, Jaina or Buddhist
religion, and the reference to Hindu religious institutions shall be construed
accordingly.
FINE
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