(Da : Dante Alighieri, Opere di Dante, Il Convivio, ed G. Busnelli e G. Bandelli, vol. II°, Firenze 1937, pp.40-7)
Note |
Volendo la 'nmensurabile bontà divina l'umana creatura a sé riconformare, che per lo peccato de la prevaricazione del primo uomo da Dio era partita e disformata, eletto fu in quello altissimo e congiuntissimo consistorio de la Trinidade, che l'Figliolo di Dio in terra discendesse a fare questa concordia.
E però che ne la sua venuta nel mondo, non solamente lo cielo, ma la terra convenia essere in ottima disposizione; e la ottima disposizione de la terra sia quando ella è monarchia, cioè tutta ad uno principe, come detto è di sopra; ordinato fu per lo divino provedimento quello popolo e quella cittade che ciò dovea compiere, cioè la gloriosa Roma.
E però [che] anche l'Albergo, dove il celestiale rege intrare dovea, convenia essere mondissimo e purissimo, ordinata fu una progenie santissima, de la quale dopo molti meriti nascesse una femmina ottima di tutte l'altre, la quale fosse camera del Figliolo di Dio:
e questa progenie fu quella di David, del qual nasce[tt]e la baldezza e l'onore de l'umana generazione, cioè Maria. E però è scritto in Isaia : Nascerà Virga de la radice di Jesse, e fiore de la sua radice salirà ; e Jesse fu padre del suddetto David. E tutto questo fu in uno temporale, che David nacque e nacque a Roma, cioè che Enea venne di Troia in Italia, che fu origine de la cittade romana, si come testimoniano le scritture. Per che assai è manifesto la divina elezione del romano imperio, per lo nascimento de la santa cittade che fu contemporaneo a la radice de la progenie Maria.
E incidentemente è da toccare che, poi che esso cielo cominciò a girare, in migliore disposizione non fu che allora quando di là su discese colui che l'ha fatto e che l'governa; sì come ancora per virtù di loro arti li matematici possono ritrovare. Nè 'l mondo mai non fu né sarà si perfettamente disposto come allora che a la voce d'un solo, principe del roman popolo e comandatore, fu ordinato, si come testimonia Luca Evangelista. E però [che] pace universale era per tutto, che mai più non fu ne fia, la nave de l'umana compagnia dirittamente per dolce cammino a debito porto correa.
Oh ineffabile e incomprensibile sapienza di Dio che a una ora, per la tua venuta, in Siria suso e qua in Italia tanto dinanzi ti preparasti ! E oh stoltissime e vilissime bestiuole che a guisa d'uomo voi pascete, che presummete contra nostra fede parlare e volete sapere, filando e zappando, ciò che Iddio, che con tanta prudenza hae ordinata! Maladetti siate voi, e la vostra presunzione, e chi a voi crede!
FINE
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