DEL MODO E DELLE RAGIONI DI SCRIVERE GLI AUGURI

 

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               Se sei cattolico, sii consapevole di quel che sei e devi essere. Non credere che le cose più necessarie si dividano in dappoco e da molto. Per un cattolico tutto è questione di qualità. Onde nelle piccole come nelle grandi cose è possibile vederci l'Infinito. Anzi spesso proprio nell'ordinario e nel quotidiano più sbiadito, proprio nella scala degli ultimi o nel disagio dei poveri e dei malati, proprio li si può scoprire cattolicamente il modo di costruire una qualità di essere che giustifica la speranza nell'Augurio. La storia della Chiesa e del cristianesimo è maestra nel dimostrare la vittoria sulla piccolezza senza senso, il disagio, la difficoltà ordinaria o straordinaria. I termini della questione fondamentale sono infatti sempre gli stessi: da una parte una massa di umili e ultimi; di solitari o aggregati che contano poco umanamente; eppure nemmeno le catacombe, nemmeno le invasioni barbariche, nemmeno i nemici di Dio capeggiati dall'Inferno han potuto mai sconfiggerli, cancellarli dalla faccia della terra. Ogni volta, versato il sangue della Croce, questa massa di ultimi si è trasformata in vittoria incontenibile, in grado di strozzare il male; poiché niente può in ultimo sconfiggere Dio e la sua resurrezione e i suoi eletti allo stesso destino.               

                                Se sei cristiano, ma non cattolico, mi sembrerebbe che puoi condividere la stessa fede nello stesso Dio Risorto. Onde da qui sorgono tutti i motivi di speranza e d'Augurio, come ho detto, nelle piccole e nelle grandi cose; ma specialmente nelle piccole, essendo che per molti la vita forse è fatta più di fatti minimi che grandiosi.

                Se sei islamico, non puoi credere che Cristo è anche Dio, oltre che Santo Profeta. Tuttavia Cristo, il Santo profeta, nasce anche per te; nella misura in cui capisci bene ciò, dovrai rallegrartene. Pensa quindi che cosa sono i cristiani nel mondo: un popolo numeroso che una volta all'anno festeggia la nascita di Cristo. Un'altra volta la Resurrezione dalla morte. E se poi essi dicono che Cristo è Dio, oltre che uomo, ciò avviene, non per filosofia gratuita, ma perché gli stessi cristiani pensano di avere le prove di ciò che dicono, a cominciare dalla principale che è la Resurrezione dalla morte. Infatti guarda il mondo, o islamico, in ogni epoca ci son quelli che credono che Cristo non è Dio; poi ci sono quelli che lo vedono solo come uomo ai quali appartieni anche te; infine ci sono il partito secondo cui, Gesù non è né Dio né uomo, è dunque per loro, niente. Questi si chiamano agnostici, indifferenti, atei e indifferenti insieme, e di professione. Ma il loro dire o ignorare cade nel silenzio del vuoto e del nulla; non costruisce niente e distrugge tutto col tempo o a volte, distrugge tutto, subito. Il pericolo e la distruzione, talvolta la morte, li domina e li sovrasta. Essi non possono fare gli auguri a nessuno. Il loro animo non sente la vita oltre l'effimero perché la rinnega e con facilità la disprezza già nella dimensione temporale.

                Quanto alla categoria dei consideranti Cristo solo come Uomo, mi sembra che essi soffrano visibilmente della lontananza di Dio; essi mostrano perciò di aver bisogno che Dio li visiti anche in forma umana, onde gli insegni direttamente col proprio esempio, come vivere al meglio; cioè mostrate in pratica di aver necessità di ciò che i Cristiani hanno da 2000 anni : L'Uomo-Dio. E' vero che questo bisogno non si vuole forse riconoscere da molti di voi, ma che tale necessità esiste, è evidente da tutto il vostro comportamento, a cominciare dalla preghiera che non comincia dalle campane gioiose e potenti ma urla dai minareti che analogamente ai campanili, si drizzano comunque verso il cielo; e quando il popolo prega, per farsi coraggio, oltre a stringersi in file serrate per diminuire col numero e la reciproca vicinanza la solitudine umana, non solo s'inginocchia ma si prostra a terra proprio per invocare quell'aiuto divino, che sente ahimè esistere ma è ciononostante troppo distante e troppo austero per la condizione umana; onde il mussulmano si accascia forse più per dolore inconsapevole di tale distanza divina ma impaterna, che per pia sottomissione.

                Se sei ateo o miscredente, non hai grandi ragioni per fare gli auguri. Onde per te, i cristiani sono degli illusi; dei bamboli delle storielle bibliche. Madonne e resurrezioni, Croci e nascite poetiche a Betlemme, son soltanto mitologia gratuita a matrice semitica-ebraica. La prima cosa che dovresti ammettere perciò in quanto ateo e miscredente, è la tua povertà umana : non potendo dare agli altri cose buone e promettenti, ma solo angosciose e pesanti, più difficili da portare e da vivere che da credere, nemmeno puoi augurare qualcosa con gioia ampia e fraterna; voglio dire con quella abbondanza dei grandi eventi straordinari... . Tuttavia o amico miscredente, il discorso non finisce qui. Lo riconosco e mi spiego. Anche se neghi Dio, anche se rinneghi anziché affermare e lodare colui che ne ha il santo diritto primario, per i meriti su noi da Creatore primo e eterno e da Salvatore unico e eterno, non tutto è perduto a causa di questa grave negazione. Qualcosa resta. Che cosa? Certamente la vita che ti pervade, quella del mondo che ti circonda. Tu o miscredente sei immerso, come tutti gli uomini in questo spettacolo; ed esso parla e ti interroga. Non essere dunque irriducibile fino allo stremo, mancando di rispetto anche all'ultima cosa che ti resta: la vita. Guarda! Cerca! Chiedi! E non mentire mai. Non mentire a qualsiasi costo, anche della tua stessa vita se necessario. Vedrai che se procedi su questa strada le ragioni dell'Augurio, cominceranno ad aprirsi anche per te. Anche per te, amico, una luce solcherà il buio.

 

 

FINE

 

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