(Dialogo tra il sottoscritto in qualità di Credente, e uno che si dice Ateo; il corsivo deriva da una mia prima lettera, che l'ateista cita per rispondermi in celeste; poi io rispondo ancora in nero)
William A. Bouguereau (1825 - 1905), La Preghiera
1. .... ..
Sono spiacente di doverla informare che la civiltà cattolica (che lei chiama “di dio”) ha distrutto più culture di tutte le altre civiltà messe insieme ed ha fatto più morti in 11 secoli di quanti ne abbiano fatti il nazismo ed il comunismo nel 20° secolo.
Si può sapere chi ti ha insegnato simili spadellaverità ? La Chiesa Cattolica è la principale agenzia educativa del mondo: essa crea cultura dove non esiste e la promuove se quella che esiste ha del malsano. Se fosse vero che la Chiesa distrugge le culture altrui, come spieghi che ha distrutto la schiavitù, inventata la democrazia (democrazia senza gli schiavi e col popolo sovrano), promossa la scienza e l’arte con successo mirabile, propagandata la pace e la fratellanza proprio tra le culture che dici avrebbe distrutto ? E come spieghi che la cultura dove è la Chiesa (anche la nostra) è divenuta ciononostante la più florida e prospera del mondo ? E come spieghi in aggiunta, che la stessa nostra cultura, proprio ora che è tentata affrancarsi dalla stessa Chiesa, proprio ora sta diventando la più vecchia e con il maggior potenziale di autodistruzione (disistima di se e della vita, della solidarietà, dell’ambiente materiale e spirituale…) ? Può infine una agenzia distruttrice chiamarsi cattolica cioè universale, e al contempo progredire nel numero dei fedeli come nel pensiero (con tutto il mondo di ciò testimone) da oltre 2000 anni ?
Tutto ciò e molto altro che non dico per brevità, è possibile invero, perché la Chiesa non distrugge ma promuove tutte le culture come comanda l’Evangelo di Cristo. Ovunque nel mondo c’è povertà e miseria materiale e spirituale, soltanto i veri cristiani o i missionari riescono più di altri a calarsi con gli ultimi per promuoverli al rango di protagonisti del mondo temporale e ancor più, eterno. Ed essi ciò fanno, dedicandoci l’intera esistenza, talvolta anche a costo della vita.
Un altro punto dove fai confusione, mi sembra il seguente: la Chiesa avrebbe fatto più morti del comunismo e nazismo . Al contrario tutta la Religione consiste nel voler bene a Dio e al Prossimo. La Chiesa non fa che predicare da secoli questa verità che discende dal Vangelo e dalla Bibbia. Se poi gli uomini non sempre rispettano tali principi che dobbiamo dire insegnati da Cristo stesso che li visse per primo proprio perché lo imitassimo, la colpa mi sembra, è degli uomini; non della Chiesa o del Vangelo a cui gli stessi uomini dovrebbero attenersi.
Non solo ma chi difende la vita e la famiglia, in tutte le sue depauperazioni suggerite dalla odierna civiltà che destinata a morire, nostro malgrado vuol portarsi nella tomba del tempo come dell’eterno mondo, il maggior numero di vittime possibili ? E in questo percorso ci si affanna a calunniare la Chiesa, per nasconderne la Verità ampiamente predicata (Verità che è città sui monti che non può restare nascosta). Si dice che la Chiesa ha ucciso più del nazismo e comunismo, perché dando dell’Assassina alla Chiesa, si spera screditare la maggiore coscienza morale che garantisce che le uccisioni odierne (a cominciare dall’aborto e dalle guerre…) siano chiamate per nome, cioè uccisioni, e le vittime e i carnefici siano additati nella eloquenza del rispettivo ruolo effettivo. Ancora una volta, soltanto la Chiesa Cattolica, nella sua più integerrima e completa versione del difendere, più di ogni altra Chiesa e religione, difende l’uomo e la famiglia da tutti gli attacchi della cultura della morte, alla quale cultura tu pure appartieni, negando (purtroppo) l’esistenza al Dio della vita, se fosse possibile.
Ma soltanto la Chiesa Cattolica dice più chiaramente e completamente : Niente aborto, niente eutanasia, niente contraccettivi che banalizzano l’amore, niente strumentalizzazione dei gay, niente macelleria dei feti e delle provette….; ma soltanto Fede, Speranza, Carità, Servizio a Dio e al prossimo, scienza e economia al servizio dell’uomo (e non viceversa come molti o tutti più o meno dicono), rispetto del Creato, dello Straniero come del Proprio popolo, della Donna come del Bambino e dell’Orfano o della Vedova o del Vecchio in particolare… . Rispetto del povero come del ricco, perché fratelli secondo Dio e secondo l’essere, e perciò abbandono della schiavitù dell’assolutismo dell’avere. Soltanto la Chiesa Cattolica dice al meglio : Rispettate tutti gli uomini per promuoverli tutti (anche i malvagi e i colpevoli o i nemici) sul piano del bene; e per contro, ancora una volta, soltanto la Chiesa non esita a rilevare e accusare prima di chiunque ogni malopensiero e ideologia imperiale o imperialista, che con la scusa di dare dieci, si prende 1000, cioè la libertà, la dignità, la giusta ragione e volontà dell’uomo, facendo di un essere libero come Dio lo ha creato (Re del Creato, secondo la Genesi), un burattino delle ideologie e spesso del Demonio.
2. L'ateista mi sa che non sa più quel che dice.
E per quale ragione Sig. Metozzi ? L’ateismo esiste da prima del cristianesimo e non ha mai preteso di distruggere il cristianesimo, mentre il cristianesimo (e non solo quello) ha avuto la pretesa di distruggere l’ateismo.
Qui sembri rivendicare l’ateismo come motivo di civiltà : ora nel corso della storia ci sono stati singoli atei, nicchie con ambizioni auto distinguenti dalla massa. Ma dove sono stati i popoli cosidetti atei ? Non ce ne sono stati. L’ateismo non è mai stato in grado si dare cultura sufficiente a un popolo intero.
Forse l’unica eccezione potrebbe essere il secolo XX° e successivi: ma guarda quello che è avvenuto : tolto il cristianesimo e sostituito con nazifascismo e comunismo, con illuminismo e derivati (tutti d’accordo a tradire o cancellare Cristo e la Chiesa), si sono messi i lager al posto dei santuari, l’Antidecalogo al posto del Decalogo, l’AntiCristo al posto di Cristo, la morte al posto della vita, come mai era avvenuto in passato.
Oltre il XX° secolo e venendo a noi, c’è la novità della esistenza popolare effettiva di un ateismo o paganesimo di fatto, che sebbene non professato col nome di un partito o una filosofia, tuttavia esiste nella reale quotidianità. Questo modo di vivere sembra avere dunque due volti: la teoria filosofica e politica; la demotivazione consumista e quotidiana. Ora fino ad oggi il mondo è stato rallentato nell’involuzione dei valori, dal trauma degli orrori specialmente nazisti e comunisti (ma non solo…). Però la lezione di questi orrori sempre più sfuma e al contrario le guerre sempre più si dimostrano esser piuttosto guerre contro la dignità dell’uomo che contro il nemico del momento (stupri, pulizie etniche, fosse comuni, armi chimiche…: non c’è limite e non c’è codice per la distruzione del nemico…). Al contempo l’ ateismo, l’agnosticismo, il rilassamento della religione, la professione politica e filosofica e artistica del disvalore, preparano tutti insieme, un traguardo di morte e possibile autodistruzione, se si fa l’ipotesi di nessun ravvedimento.
In questo contesto, l'Ateista come fa a vedere la fecondità vitale dell’ateismo? Qui stiamo andando invero verso il disvalore. Perché non apri gli occhi e decidi tu pure di opporti a questa decadenza ?
3. Ma mi rendo conto che tali infermità mentali dipendono dalla negazione di Dio.
Se può accettare un suggerimento, eviti questo tipo di espressioni quando comunica con qualcuno che non la pensa come lei (già la comunicazione scritta è per sua natura molto forte, non conviene calcarla con termini così pesanti, soprattutto se desidera stabilire un dialogo e non uno scontro).
Qui mi fraintendi : lungi da me l’idea di sminuire l’uomo col nome personale. Volevo al contrario solo dire che la mancanza della fede in Dio diminuisce talvolta in modo pietoso l’intelligenza degli uomini in quanto genere. Ciò avviene perché l’Uomo è uno. E’ Fede e Ragione, Anima e Corpo, Parte visibile e Parte invisibile. Togli uno dei due, e avrai necessariamente un mezzo uomo. Ma non avrai mai un uomo al completo delle sue facoltà totali.
Tuttavia le comunico che è provato che non è la religione che fa l’uomo, ma casomai è il contrario: un pessimo cattolico, sarà anche un pessimo ateo (o pessimo buddista o pessimo musulmano). Non è la fede religiosa che forma la predisposizione dell’individuo a sviluppare un’intelligenza, ma la sua capacità e la sua volontà a voler interagire con la realtà (entrambe queste caratteristiche non dipendono dalla fede religiosa).
Non escludo qui che almeno in parte hai ragione. Tuttavia se per esempio il mio obbiettivo è andare a Roma : devo prendere la via più breve e sicura per andare a Roma; ma se prima vado a Venezia e poi con un lungo giro raggiungo Roma, è già molto che l’ho raggiunta e il rischio di perdermi è maggiore che se avessi preso la via diretta per la Capitale. Trasponendo tale metafora nella Religione, si potrà dire per esempio, che se io fossi induista e nato nella casta degli addestraserpenti, se non erro, non posso fare il medico o altro, ma solo l’addestra e mostraserpenti, come detta il precetto o convenzione religiosa; può darsi quindi che animato da volontà e valore come dici sopra, io riesca a fare il medico; ma quanti non ci riusciranno pur volenterosi? Al contrario il cristianesimo non ha casta alcuna da pretendere e predica la uguaglianza e fratellanza tra le classi; e qui si capisce quanto (sempre a titolo di esempio) questo concetto di uguaglianza cristiana ha favorito l’esercizio economico e la conseguente prosperità, onde già in epoca medioevale proprio l’Italia era un pò la banca del mondo (Firenze, Venezia….) per giunta col più alto numero di città (cioè luoghi dove vivendo più vicini e numerosi, bisognava anche saper meglio convivere rispettando le libertà di tutti) . In conclusione, la Religione e la conseguente cultura dove si nasce, o che si voglia riconoscere o non si voglia, in realtà possono essere di importanza decisiva sia a livello individuale che popolare; lo sono sempre a livello popolare; lo sono spesso a livello individuale . Ma concordo che a livello individuale il valore dell’individuo, con la sua volontà eroica, può essere determinate.
4. Questa negazione di Dio, crea una specie di sottointelligenza necessaria a distruggere; ma incapace totalmente di costruire.
Se fosse vero quello che lei dice, Giacomo Leopardi (ateo) non sarebbe diventato uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, Isaac Asimov (ateo) non avrebbe arricchito l’umanità con la sua opera letteraria e scientifica, Noam Chomsky (ateo) non avrebbe dato il suo contributo alla difesa dei diritti umani e al mantenimento della pace nel mondo, Francis Crick (ateo) non avrebbe scoperto la struttura del DNA, Marie Curie (atea) non avrebbe scoperto le proprietà fisiche degli elementi radioattivi, Richard Dawkins (ateo) non sarebbe diventato docente ad OXFORD e non avrebbe potuto scrivere le sue pubblicazioni scientifiche, Daniel Dennet (ateo) non avrebbe potuto dare il suo contributo alla filosofia della scienza, Thomas Edison (ateo) non avrebbe potuto inventare le lampadine, Stephen Gould (ateo) non avrebbe potuto sviluppare le sue ricerche sulla paleontologia, Massimo Pigliucci (ateo) non sarebbe diventato uno dei più grandi botanici della storia, Stephen Pinker (ateo) non avrebbe potuto fondare una delle più importanti riviste tecniche di psicologia e terapia al livello internazionale, Karl Popper (ateo) e Bertand Russel (ateo) no sarebbero potuti diventare due tar i più grandi filosofi dell’era contemporanea, Carl Sagan (ateo) no avrebbe fondato DISCOVERY CHANNEL, Michael Shermer (ateo) non avrebbe inventato la psicologia sperimentale, James Watson (ateo) non avrebbe potuto vincere il Nobel per la medicina.
Mi citi un certo numero di persone aventi un dato ingegno, in qualche campo dello scibile . Perché dovrei io negare il loro ingegno, anche se li consideri atei ? Se ebbero ingegno, bene per loro e ancor più per la società che ne trasse profitto, se profitto vero ci fu. E lode a Dio che tale ingegno dette anche agli atei.
Allora questi atei di fama dimostrano che si può essere atei e insieme grandi ? Si agli occhi degli uomini, che vedono l’apparenza; si agli occhi di quelli che vedono un solo aspetto della realtà o solo alcuni aspetti della medesima; ma non guardano al contesto. Invece secondo Dio e il cattolicesimo, un uomo è grande se dimostra ingegno in qualcosa; ma più esattamente la sua grandezza si misura in ultimo da come vive il Decalogo: insomma se Galileo era grande fisico-matematico, astronomo e poi (come fece) abbandonò controvolontà le figliole in un monastero per dedicarsi più libertino allo studio, come padre agli occhi di Dio, fu imperfetto e mancante. Se sei grande nell’arte e nella scienza, ma cattivo padre che spinge la consorte al divorzio, trascura la famiglia, ha tempo solo per il suo lavoro ma non per i suoi figlioli come per il suo popolo, dove sta l’effettiva grandezza del nostro ateo personaggio? E dove sta del pari, l’effettiva grandezza dell’eventuale nostro pseudoreligioso personaggio (l’ipocrita)? Entrambi hanno un disordine pericoloso nella scala dei valori. E in realtà sono grandi in un settore; ma sono piccoli nella valenza sociale e nella sapienza di vivere. Costoro sono dunque grandi per chi avendo l’intelligenza limitata (cioè senza la luce della fede) giudica superficialmente, cioè non secondo i parametri di Cristo ma secondo quelli delle varie mode sociali o ideologiche.
Non sto dicendo che tutti gli atei soprastanti, furono anche cattivi cittadini. Dico però che la loro grandezza si misura da come hanno vissuto il Decalogo; e non dal successo su un dato campo dello scibile. Onde con questo criterio si vede che se vissero il Decalogo, in realtà affermarono e di fatto non negarono Dio; infatti non si può negare l’esistenza di uno del quale se ne vive la Legge, dando una forma e un contenuto precisi alla propria vita (una cultura precisa). Al contrario se non vissero il Decalogo ma nel corso di lor vita, uccisero, quando sta scritto Non uccidere , rubarono quando sta scritto Non rubare , mentirono, quando sta scritto Non dire falsa testimonianza, fornicarono quando sta scritto Non fornicare … In realtà questi atei mancarono al Decalogo. Onde se ne deduce che la loro grandezza è falsa, cioè viene propinata come tale ma tale non è; è una grandezza che riguarda la loro professione, ma non la loro vita. Essi non possono perciò essere un buon esempio per il popolo e al contempo hanno detto una bugia quando hanno affermato dall’alto della loro grandezza o fama, che Dio non esiste. Infatti se Dio non esiste, perché essi han sentito l’esigenza di disubbidire a uno dei suoi principali o decalogali precetti ? Se fosse vero che Dio non esiste nemmeno si sentirebbe vivissima o imperante l’esigenza di cambiare la legge di uno che non esiste, e perciò mai è stato vivente, e non c’è pericolo che protesti o limiti la libertà di qualcuno . Al contrario poiché essi han sentito l’esigenza di tale cambiamento, hanno dimostrato lo stesso l’esistenza di Dio, sebbene abbian cercato a parole, di negarlo. Il Decalogo è infatti la legge più perfetta e allo stesso tempo più antica, diceva Pascal. E’ dunque una legge universale e immutabile; è legge Eterna come Eterno è Dio che la concepì e donò all’uomo già molti secoli prima di Cristo. E questa legge immutabile e eterna è scritta direttamente dal dito di Dio, nel cuore di tutti gli uomini, atei compresi. Non si trova perciò solo nella Bibbia
Infine faccio osservare che a dire questo, cioè che la grandezza di un uomo si misura dalla sua aderenza al Decalogo più che dai suoi successi di scienza o arte, è il cattolicesimo e non l’ateismo. L’ateismo ciò non l’ha mai detto e aspira (come hai fatto tu sopra) ancora oggi a non dirlo. Per l’ateismo la grandezza dell’uomo è piuttosto la grandezza di se (talvolta la superbia di se) che si distingue dagli altri; per il cattolicesimo la grandezza dell’Uomo è in che misura si servono gli altri, vivendo il Decalogo perfezionato dalla vita del Cristo. Mi sembra che questa differenza sia eloquente e sostanziale.
Poi nomini Leopardi con facilità, onde ne deduco che lo stimi e credi effettivamente che Leopardi fu davvero ateo, come si dice. Qui il discorso è lungo. Mi limito a dire che è vero che il nostro poeta fu grande. E’ vero che il suo pensiero fu limitato o ingabbiato dalle filosofie franco materialistiche del momento. Ma è falso che tale pensiero filosofico riuscì a soffocare o contenere la grandezza poetica (il senso naturale e classico dell’arte l’essere poetico e veggente) del nostro. Insomma Leopardi poeta fu eccessivamente pessimista perché ostacolato dall’ateismo demolitore della speranza e della Croce. Ma egli da vero artista quale era, si sottrasse alle mali conseguenze del pensiero filosofico-ateistico. Ciò lo dimostro sottoponendoti alcune domande esistenziali, tipicamente religiose, da credenti . Dice il mirabile nostro poeta: Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,/ silenziosa luna? La domanda Che fai , vuol significare: perché ci sei, insomma quale è la tua più misteriosa realtà; oserò dire: chi ti ha fatto e perché. Però siccome non sei convinto di ciò che dico, vado avanti : Che fa l’aria infinita, e quel profondo/ infinito seren? Che vuol dir questa / solitudine immensa? Ed io che sono?/ E qui Leopardi non si dimostra ateo o materialista transalpino, ma italiano aperto alla religione, cioè sente, si fa la tipica domanda che giustifica la risposta delle religioni : Chi sono, dove vado, da dove vengo ? Ma non è finita : Dimmi: perchè giacendo / a bell’agio, ozioso, / s’appaga ogni animale; / me, s’io giaccio in riposo, il tedio assale? Mentre gli animali riposano appagati; io non sono come loro, a me assale il tedio. Dunque si chiede : perché io sono qualcuno che è diverso dagli animali ? Egli si interroga sul significato ultimo della unicità dell’uomo, tra tutte le creature, nonostante le analogie con le medesime. E anche questa riflessione è una apertura metafisica: per esempio la religione cattolica e cristiana rispondono che l’uomo fu creato da Dio, Re del Creato, munito di anima e di corpo, con destino immortale o eterno, nonostante la necessità della morte del corpo.
5. Mi spiego. Come può un uomo intelligente, un italiano, dire che non riesce ad associare il suo popolo a Dio ? Lo può fare soltanto perché l'ideologia della negazione (chiamiamolo così per ora, l'ateismo) gli tappa gli occhi.
Le suggerisco un’altra soluzione: magari perché da un’analisi critica della realtà si è accorto che ciò che viene propinato dalle cosiddette “sacre scritture” è molto improbabile ed inverosimile.
6. Ti dimostro quindi perché tu a mio avviso hai gli occhi che non vedono. Trovami anche il più sperduto villaggio che in Italia o in Europa, nel corso dei secoli, non sia stato costruito attorno a una Chiesa;
Questa impostazione è sbagliata : sono nati prima i villaggi e poi le chiese, nel periodo in cui la religione cristiana è stata imposta a tutta Europa le chiese venivano erette in ogni centro abitato e chi si opponeva veniva passato a fil di spada.
Non secondo l'ateista, ma secondo l’ideologia che comanda o spadroneggia masticando la storia, la costruzione universale delle chiese è frutto della spada. Si può bestemmiare anche negando l’evidenza della storia. Le chiese sono dunque come le moschee? Le chiese sono l’imposizione, sono il frutto della barbarie e della violenza? Se ciò fosse vero, come si spiega che i barbari che vennero per depredare, i latini dell’impero distrutto dalle guerre civili che tentavano di difendersi, furono ciononostante affratellati entrambi proprio dalle Chiese, cioè dai preti e dai frati o monaci? Anzi entrambi i popoli ripresero a vivere costruendo in serie non solo Chiese e monasteri ma persino mirabili cattedrali medioevali e successive. Anzi salvando persino i libri principali e la cultura principale del paganesimo. Anzi creando una cultura tanto mirabile, che più grande nel mondo non è più esistita fino ad oggi (considerando anche i succesivi sviluppi). Come puoi chiudere gli occhi e sparare ideologicamente (cioè semplicisticamente) su un evento di tale mole e importanza ? Qui è evidente che lo puoi fare solo a una condizione: che t’importa poco della verità storica. Oppure che ti fidi troppo dell’ideologia. Preferisco assumere quest’ultima ipotesi.
Quanto al fatto che i villaggi son venuti prima delle Chiese, mi chiedo perché secondo te, dovrebbe essere il contrario ? La chiesa è servita e serve tuttoggi a dare un focolare domestico e spirituale al villaggio stesso. Perciò che ragione ci sarebbe stata di fare prima le chiese e poi i villaggi ? Nessuna ragione. E’ del tutto naturale che i villaggi siano venuti prima così come è del tutto naturale o storicamente conforme al disegno divino, che il cristianesimo venga dopo il paganesimo.
Il fatto è che anche la venuta di Cristo avviene alla Pienezza dei tempi : cioè non in un periodo qualsiasi ma in un tempo stabilito da Dio stesso; un tempo perciò già almeno in parte, predisposto ad accogliere l’incarnazione di Dio. L’arrivo del cristianesimo inaugura dunque una lotta senza quartiere tra i carnefici del paganesimo e le vittime della nuova religione. I cristiani portano la croce, i pagani l’alzano per cosi dire, offrendola inconsapevolmente al cielo. L’affermazione del cristianesimo è per la prima volta nella storia, l’affermazione dei martiri contro i carnefici; è la vittoria del presepe o pacifismo inerme e quotidiano, sull’Impero potente e universale e talvolta, sanguinario. Le chiese sono la firma popolare di questo processo la cui avanguardia furono il grandissimo numero dei martiri (Roma è una città intrisa del sangue dei martiri…). A mano a mano che il popolo vede nella Chiesa un’ancora di pace e salvezza, la costruisce e ci va dentro a pregare o per difendersi dai nemici. Però l’intero processo di affermazione del cristianesimo, consiste non solo nel convertire alla fratellanza i carnefici, ma anche nel salvare e promuovere le rovine restanti della cultura pagana. Tutto quello che sappiamo del paganesimo, in grandissima parte lo dobbiamo agli scrivani dei codici medioevali, quando ancora la stampa non era stata inventata. E’ vero il cristianesimo predica una religione diversa dal politeismo greco-romano e orientale; perciò ne combatte l’eresia; ma lo fa con mirabile maestria, come nessuna cultura sarebbe stata in grado di fare all’epoca, cercando se possibile di promuovere senza distruggere il lato buono dell’antico. Certo se di un Re o di una statua si voleva far credere d’essere Dio, ciò non potevasi condividere o credere. Ma ad esempio il Natale interpreta e eredita la festa del Sole Invicto del 25 dicembre romano; ci sono immagini della Madonna che somigliano a quelle di Iside; le feste pagane sfrenate e orgiastiche dell’inizio d’anno nel nome di Giano bifronte e altre divinità, diventano il Capodanno cristiano, cioè non più orgiastico e offensivo della dignità della donna e dell’uomo e della sobrietà necessaria, ma contraddistinto dai doni per scopi festivi e anche di solidarietà sociale verso i poveri; le festività legate al risveglio della natura in primavera fino a maggio, diventano il maggio dedicato alla preghiera verso la Madonna…. ecc. In conclusione l’intero processo di affermazione del cristianesimo si innesta su un preesistente che viene negato solo negli aspetti inaccettabili; ma ciò che si ritiene buono, viene assunto ed è pervenuto fino ai nostri giorni. In questo generale processo di cristianizzazione, perché mai le Chiese sarebbero dovute venire prima dei villaggi? Non ce n’è ragione proprio perché la logica del cristianesimo è di promuovere la cultura preesistente e non di distruggerla.
7. ... E chi ha costruito le cattedrali, la Divina Commedia, la Summa Theologiae ?
Queste che lei ha menzionato, sicuramente uomini infatuati di chiesa perché sono opere che si rifanno alla religione
Bello spettacolo da vedere: un italiano chiama Dante, San Tommaso d’Aquino, e il Popolo delle cattedrali, e simbolicamente tutti i primati italiani della scienza e dell’arte, frutto elementare di uomini infatuati di chiesa . Qui ci troviamo di fronte a una condizione spirituale che è del seguente tenore: l’ideologia non ti permette di amare la storia del tuo popolo. Onde bisogna chiamare infatuati di Chiesa l’ingegno più ordinario e insieme più straordinario che più ci contraddistinguono in quanto italiani. Insomma secondo questo modo di interpretare l’evidenza del passato, il popolino ordinario è infatuato di semplicismo con la sua devozione popolare; i geni sono invece infatuati di chiesa con la loro alta contribuzione.
In realtà né il popolo né i geni erano infatuati. Ma entrambi furono sinceramente motivati dall’esercizio totale (e perciò massimamente umano e personale) della ragione e insieme della fede. E’ questa assunzione contemporanea delle due cose, popolare o domestica e aristocratica o dotta, che fu capace di dare sostanza unica e ineguagliabile alla nostra stessa civiltà. Una sostanza, si consideri, che ha tanta potenza o valenza che ha contagiato benevolmente tutta la cultura d’Europa e di gran parte del mondo. Tutto questo tu (pardon: l’ideologia atea) chiama semplice infatuazione di chiesa . Perciò faccio notare qui, che l’ideologia se è scontato che in ogni tempo non ha il diritto di dir bugie o fare errori che non si tenti correggere, ancor più non ha il diritto di togliere agli italiani l’amore di se stessi e del proprio passato. Ti esorto a non venderti gratuitamente a quei pensieri che vogliono alienare la sostanza dell’Italia e del suo popolo, solo perché la loro natura è contraddistinta dall’errore e ancor più da obbiettivi di natura cattiva.
8. L'Arte che il mondo intero ci guarda e vi attinge?
Questa, non tutta perché molta dell’arte che il mondo ci guarda viene dall’epoca greca e romana quando a dio ancora non ci credeva nessuno.
9. Quando l'impero Romano crollò e orde barbariche cosidette, strariparono travolgendo ogni ostacolo con le spade, chi insegnò a costoro e ai vinti di Roma, la fratellanza, il progetto di una nuova civiltà cioè la nostra civiltà ?
Le popolazioni barbariche furono civilizzate dal popolo conquistato e non dalla religione, esattamente come accadde ai Romani quando conquistarono i Greci (che non erano cristiani), e come accadde ai Mongoli quando conquistarono i Cinesi (che non erano cristiani).
10. Quando la USL non c'èra, quando lo Stato italiano non c'èra, chi ha dato agli Italiani un ordine e la giusta misura della famiglia, in mancanza parziale o totale dello Stato ? Soltanto la Chiesa cattolica e il cristianesimo.
Sbagliato: le famiglie esistevano in tutte le civiltà da prima che esistesse lo stato. Gli antichi Romani tenevano molto alla famiglia e non erano cristiani. Non so poi cosa lei intenda per “giusta misura della famiglia”.
Nel corso dei secoli, fame, povertà, pestilenze e malattie di ogni genere, hanno impegnato la Penisola e la Signora Europa in battaglie epocali. Ma niente ha potuto distruggere quei nostri antenati e il loro mondo di valori e di vita autentica, sebbene in difficoltà. Niente ha dunque prevalso distruggendo, perché l'affermazione di Dio tutto ha salvato costruendo.
L’affermazione di dio (cioè la religione cattolica) ha scatenato guerre, genocidi, crociate, persecuzioni, roghi e cacce alle streghe (capisco che lei, per fantasia personale, definisce tutto questo con la parola “costruire” … mi perdoni se io seguo la semantica tradizionale e lo considero un “distruggere”).
11. Tu o italiano dell'ultimora rovescia questa asserzione e non potrai che ottenere il contrario, cioè che la negazione di Dio, se assunta in pieno, distruggerà tutto. La morte è l'epilogo che essa prepara.
Se la può tranquillizzare l’ho appena rovesciata e sono ancora vivo !
12. Lo so che tu dici che non bisogna essere catastrofisti. Tu inoltre vuoi essere rispettato come persona che non crede: vuoi se ho ben capito, avere la libertà di vivere anche nella forma della negazione. Ma o connazionale, distruggi l'idea di Dio e la sua affermazione, e non avrai nel tempo, nemmeno questa libertà. Perché il mondo privo di benevolenza fraterna (perché privo del Padre Creatore), diventerebbe un groviglio di guerre infernali.
La benevolenza fraterna io la cerco nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (che la chiesa non riconosce anche se ne parla quando gli fa comodo).
Non ci sarebbe più il tempo per rispettare l'altro. Infatti il rispetto dell'altro è un dono del Dio cristiano che voi, menti senza fede, rinnegate.
Sbagliato: il rispetto dell’altro nasce dallo Zoroastrismo persiano da cui poi sono nati tutti i monoteismi : cristianesimo, ebraismo e islam.
13. Infatti il Cristo nasce in un mondo mirabilmente civilizzato si, ma la cui prerogativa fondamentale era tuttavia, di essere diviso in schiavi da un lato e liberi dall'altro. I Cristiani, con genialità senza pari che solo un Uomo-Dio per l'epoca poteva suggerire, hanno trasformato quel mondo ingiusto di schiavi e liberi, in un altro mondo dove tutti hanno il diritto di essere liberi e persino di credere o non credere in qualcosa o in qualcuno, qualora qualcuno lo voglia.
Sbagliato: i cristiani hanno continuato a mantenere la schiavitù e la cosa ancora più grave è che il papa Pio IX nel 1864 ne ha condannato l’abolizione nella sua enciclica Quanta Cura.
14. Però dove non c'è il Dio cristiano (perché per es. non vai in un moschea a dire che Allah non c'entra niente col bene del popolo ?), la libertà di non credere che tu dici di avere e promuovere, o non esiste in toto o non è mai riconosciuta come in Italia, in Europa e ovunque vi è il cristianesimo.
Veramente il papa è l’unico capo di stato d’Europa che non riconosce la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo e che non ha sottoscritto la Carta Europea dei Diritti Umani.
15. Nel corso dei secoli altri popoli ebbero l'unità politica prima di noi. La Chiesa è stata accusata nella circostanza di avere ostacolato questo processo. La stessa Chiesa però ha dato una uguale coscienza di Dio, della famiglia, della civiltà, non solo all'Italia ma a tutta l'Europa (anche la riforma protestante non mise in discussione l'dea di famiglia e di Dio, ma solo alcuni aspetti di Dio e della Chiesa).
Questi sono problemi della riforma protestante che sinceramente non mi interessano.
16. Perciò L'unità d'Italia e d'Europa conseguite oggi, sono un merito fondamentale della affermazione di Dio e non della sua negazione. La negazione di Dio al contrario porta alla disgregazione della famiglia, e porterà anche alla disgregazione dell'Italia e dell'Europa, se per ipotesi dovesse prevalere.
Veramente la disgregazione dell’Italia e dell’Europa vengono invece proprio dall’affermazione di dio e dalla negazione dei Diritti Umani. Tra l’altro la chiesa ha ostacolato per secoli l’unità d’Italia (ciò che lei sta dicendo è falso).
17. Non solo ma anche i primati nella scienza di cui oggi il mondo ricco se ne fa motivo di orgoglio, a ben guardare sono anche essi un prodotto della religione cattolica. E qui lo so che vi trovo forse impreparati. Ma lo dico perché anche questa affermazione meriterebbe di essere meglio studiata. Per fare un esempio, onde spiegarmi meglio, prendiamo il caso di Galilei. Tutti sanno che fu condannato ingiustamente, perché è la terra che gira intorno al sole e non viceversa... . Nessuno nega dunque l'errore degli uomini di chiesa di quel tempo, errore preso a bandiera eccessiva per denunciare l'oscurantismo cattolico. Ma provate a porvi la seguente domanda: se Galileo fosse stato buddista, o induista o islamico, o finanche ateo, avrebbe fatto lo stesso tutte le sue scoperte nei termini e nel tempo che le fece ?
Non vedo perché non avrebbe potuto farle, molte scoperte sono state fatte in altre parti del mondo da persone aderenti ad altre religioni e la stessa lista di contributi che gli atei hanno dato alla civiltà mondiale è abbastanza eloquente.
18. A mio parere no per i seguenti motivi : se egli avesse avuto la testa nel nirvana, cioè nella massima forma di evasione dalla realtà (apice di vari stadi della impassibilità, necessaria alla spiritualità buddista), o fosse stato impegnato nelle meditazioni della immobilità spirituale a gambe incrociate similmente alle statue dei templi e saggi buddisti (con tutto il rispetto per costoro), come avrebbe potuto inventare il metodo sperimentale che è invece l’esatto opposto dell'evasione, cioè è la principale forma di investigazione della realtà scientifica anche ai nostri giorni ?
Se lo ha inventato, non è certo stato merito della religione che professava, tant’è che dopo averlo inventato qualche esponente della sua religione lo ha anche processato. Le comunico tuttavia che lei ha una visione alquanto distorta delle religioni orientali: dovrebbe conoscerle un po’ meglio e guardare un po’ meno film di serie C.
Il Cristianesimo al contrario insegna che l'uomo deve essere sempre attivo di fronte alle necessità della vita. Cioè non si predica alcuna forma di evasione, ma anche di fronte a malattie incurabili o fatti insolubili per le capacità umane, il cristiano ha il dovere di non arrendersi e di sperare nell'aiuto di Dio proprio dove l'uomo non può arrivare (ma attenzione qui a non fraintendere: se l'uomo non ha la buona volontà Dio non lo aiuta o è improbabile che lo faccia; ma se ha la buona volontà e fede, Dio l'aiuterà certamente, sebbene l'ultima parola o decisione spetta a lui perché è Dio e perché è lui che ha la totalità della conoscenza e perciò anche della conoscenza del futuro...).
Noto con piacere che il cristianesimo ha un’incredibile capacità di attirare l’attenzione sull’ovvio.
19. Tornando a Galilei, se fosse stato islamico o anche ateo, per cui Gesù non è l'Uomo-Dio ma soltanto un uomo in definitiva (onde il Dio che ne deriva, o è islamicamente molto lontano e totalmente diverso dall’uomo e severissimo, o non esiste come dite voi atei), come avrebbe potuto Galilei aver detto che la natura è il libro di Dio ?
Restituisco la domanda al mittente perchè questo è un problema di Galilei (e di tutti gli uomini di scienza che si ostinano a credere nell’esistenza di un’entità superiore) che personalmente non mi interessa.
20. Voglio dire, come avrebbe potuto chiarirsi al meglio le idee sul seguente presupposto (molto chiaro per noi moderni) che una cosa è la natura col suo insieme di fenomeni o leggi rilevabili dalla scienza; e una cosa, anzi una Persona distinta dalla natura, è Dio Creatore di tutte le cose visibili e invisibili ? La confusione tra Dio e la Natura (come dimostra il caso del panteismo...anche idealista) è mi sembra, uno dei motivi che nel corso dei secoli più hanno ostacolato il cammino della scienza e del progresso. Ma il cristianesimo distinguendo tra Natura e Creatore, tra Natura e Sopranatura, ha invece favorito la giusta filosofia di investigazione. Onde geni tipo Galilei, ma anche tutta la civiltà cristiana, popolo compreso, han tratto vantaggio da questo insegnamento per meglio progredire.
Anche questo è un problema di chi si professa cristiano che personalmente non mi interessa (perché tra i “non credenti” non esiste questa confusione tra dio e natura, dato che il primo non esiste). Lucrezio ed Epicuro (entrambi atei ed esistiti prima di Cristo) non hanno mai fatto confusione tra dio e natura e conoscevano molto bene la filosofia di investigazione dato che a Lucrezio dobbiamo uno dei primi trattati di interpretazione filosofica delle manifestazioni del cosmo.
21. Ricevi comunque il mio Buon Natale e Albero di Natale che allego.
Come tutti i non credenti mi limito a festeggiare un sano SOLSTIZIO D’INVERNO (festa che esisteva da prima del Natale e che da esso è stata sostituita con la forza dall’imperatore Teodosio).
FINE