L'ORA DI BARGA:

GIOVANNI PASCOLI

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Barga, descrizione

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Barga (Lucca -Lc-) vista dall'aereo : sulla cima il Duomo, capolavoro della architettura romanica, domina il Paese e le Valli a destra e sinistra... .

Lapide sull'esterno del Duomo di Barga che ricorda la poesia  sottostante, L' Ora di Barga .

Metro : doppi quinari  in strofe di 6 versi, i primi quattro a rima alternata abab e gli ultimi due a rima baciata aa . Breve commento : Il poeta da Castelvecchio nella sua casa di Caprona (oggi detta Casa Pascoli a Castelvecchio di Barga) o nel suo giardino annesso, descrive le sensazioni che gli provocano l'orologio dalla vicina  Barga, cioè dal non veduto Borgo lontano (verso 4). Poi una voce che si fonde a quella dell'orologio e che viene dal cielo, finisce per chiamarlo dove son quelli ch'amano ed amo (verso ultimo) : chi è questa voce ? Secondo alcuni è la morte stessa; per altri è invece la madre del Pascoli, e quelli da cui ritorna e ama, non sono i parenti e amici defunti, ma sono il suo cane Gulì e la sorella Maria.

Al mio cantuccio, donde non sento
se non le reste brusir del grano,
il suon dell'ore viene col vento
dal non veduto borgo montano:
suono che uguale, che blando cade,
come una voce che persuade.
 

Tu dici, E` l'ora; tu dici, E` tardi,
voce che cadi blanda dal cielo.
Ma un poco ancora lascia che guardi
l'albero, il ragno, l'ape, lo stelo,
cose ch'han molti secoli o un anno
o un'ora, e quelle nubi che vanno.
 

Lasciami immoto qui rimanere
fra tanto moto d'ale e di fronde;
e udire il gallo che da un podere
chiama, e da un altro l'altro risponde,
e, quando altrove l'anima è fissa,
gli strilli d'una cincia che rissa.
 

E suona ancora l'ora, e mi manda
prima un suo grido di meraviglia
tinnulo, e quindi con la sua blanda
voce di prima parla e consiglia,
e grave grave grave m'incuora:
mi dice, E` tardi; mi dice, E` l'ora.
 

Tu vuoi che pensi dunque al ritorno,
voce che cadi blanda dal cielo!
Ma bello è questo poco di giorno
che mi traluce come da un velo!
Lo so ch'è l'ora, lo so ch'è tardi;
ma un poco ancora lascia che guardi.
 

Lascia che guardi dentro il mio cuore,
lascia ch'io viva del mio passato;
se c'è sul bronco sempre quel fiore,
s'io trovi un bacio che non ho dato!
Nel mio cantuccio d'ombra romita
lascia ch'io pianga su la mia vita!
 

E suona ancora l'ora, e mi squilla
due volte un grido quasi di cruccio,
e poi, tornata blanda e tranquilla,
mi persuade nel mio cantuccio:
è tardi! è l'ora! Sì, ritorniamo
dove son quelli ch'amano ed amo.

 

Giovanni Pascoli e la Valle del Serchio

                Giovanni Pascoli giunse a Castelvecchio il 15 ottobre 1895 dopo aver lasciato per sempre la nativa Romagna ed aver soggiornato a Matera, a Massa e a Livorno. Il poeta scelse la casa di Caprona come sua dimora. Gli ultimi anni del secolo segnarono per Giovanni Pascoli l'inizio di una nuova vita e di una intensissima attività poetica. Castelvecchio, Barga, la Vallle del Serchio, furono per il poeta la scoperta di un mondo sognato e desiderato: la bellezza di una terra coltivata dalle mani dell'uomo, la bontà degli uomini resi umili dal duro lavoro, Il bello e il buono .

                Gli ultimi anni dell'800 furono anni difficili per l'Italia e segnarono l'inizio di un esodo di massa, la grande emigrazione verso le vie del mondo in cerca di una vita migliore.

                La Valle del Serchio fu duramente segnata dalla necessità e dal bisogno di emigrare e la sensibilità di Giovanni pascoli registrò la fatica, il dolore, il coraggio e la tenacia di chi lasciava la propria terra. Una vicenda vera la storia di Isabella Caproni cresciuta in America e tornata in Italia per essere curata, ispirò i versi struggenti del poemetto Italy, scritto nel 1904. Il tema dell'emigrazione ritorna nella prosa Meditazioni d'un solitario italiano. Un paese donde s'emigra : dall'altana della sua casa, lo sguardo del poeta spazia dagli Appennini alle Alpi Apuane, scoprendo la poesia d'una terra paragonata ad un'America abbreviata, sia per le bellezze naturali che per la sua esperienza d'emigrazione. Anche la poesia Nannetto e l'Inno degli emigranti a Dante trassero ispirazione dalle vicende migratorie del nostro paese.

                Oltre a Isabella Caproni un altro personaggio della vita pascoliana ha vissuto un esperienza di emigrazione: dal colle di Caprona dove scalzo giocava con le caprette di Maria Pascoli, Valente Arrighi, figlio del Mere, contadino del poeta, emigrò in America in cerca di fortuna. Non divenne ricco, ma la sua vita fu più agiata. Questo bambino che Giovanni Pascoli ritrasse con la sua Kodak è ancora più famoso per la poesia a lui dedicata: Valentino è dunque il simbolo di questa mostra dedicata a tutti coloro che ebbero il coraggio di partire e di ricominciare una nuova vita .

                        (Dal manifesto della mostra : Giovanni Pascoli e l'emigrazione della Valle del Serchio , a cura di Luigi Biagioni e Marinella Mazzanti, in occasione della 3° Giornata degli Italiani all'estero, sponsorizzata dal Comune di Barga, Regione Toscana, Fondazione Pascoli, Fondazione Paolo Cresci per la Storia dell'Emigrazione Italiana -Castelnuovo Garfagnana e Barga 10 settembre 2006- )

Descrizione di Barga

                                Barga sorge nella valle del Serchio, in un territorio abitato fin dalla preistoria.

                        Nel IX secolo la cittadina era feudo della famiglia longobarda dei Rolandinghi e quindi fu soggetta all`Impero Tedesco.

                        Nel 1341 Barga si sottomise volontariamente ai Fiorentini per sfuggire ai continui assalti di Pisa e di Lucca. Sotto la dominazione dei Medici la cittadina conobbe il suo periodo di maggiore sviluppo e divenne un importante centro commerciale.

                        Con l`unificazione d`Italia,  Barga perse tutti i privilegi che le erano stati concessi in passato dai Medici e per la cittadina iniziò un periodo di decadenza. Molti dei suoi abitanti emigrarono in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.

                        Barga è dominata dal Duomo dedicato a San Cristoforo. La costruzione dell`edificio fu iniziata nel IX secolo e si concluse nel XIV. All`interno della chiesa si trovano un interessante pulpito del XII, un crocifisso ligneo del XV secolo e alcune terrecotte opera dei Della Robbia. Accanto al Duomo sorge il campanile che ispirò a Pascoli la poesia "L`ora di Barga". Oggi Barga è sede di un importante festival operistico.

                        A pochi chilometri da Barga sorge il borgo di Castelvecchio Pascoli, dove il famoso poeta compose i suoi "Canti di Castelvecchio". Altri luoghi d`interesse sono l`Eremo di Calomini e la celebre Grotta del Vento.

                                     (Da  florenceholidays.com il 25-6-11 ore 20,55 )

 

Barga (Lc)


 

FINE

 

 

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