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DUE ANTICHI OROLOGI : 1.DEL PALAZZO DELLA FRATERNITA IN AREZZO, 2.DELLA TORRE DI SAN MARCO A VENEZIA |
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Sopra : Quadrante dell' Orologio Astronomico del Palazzo della Fraternita (Arezzo) . Ai quattro angoli ci sono quattro teste o mascheroni , che rappresentano i venti spiranti dai quattro punti cardinali. I numeri romani indicano le ore . Manca la lancetta per segnare i minuti: c'è solo quella che segna le ore. I numeri arabi indicano i giorni . Le tre sfere , sono la Terra al centro (Sistema tolemaico) di colore chiaro, la Luna mezza chiara e mezza nera, il Sole raggiato e di colore dorato . Nel disco di rame al centro del cerchio, è tracciato un esagono, un quadrato e un triangolo : essi raffigurano rispettivamente i sestili, i quartili e i terzili, ossia le varie fasi della luna . | ||
Sopra : Orologio Astronomico del Palazzo della Fraternita (Arezzo) . Maestro Felice Salvatore da Fossato (detto anche: Felice di Salvatore) 1551-52 . Montato su campanile a vela progettato da GiorgioVasari (1549) . Le due campane laterali battono i quarti d'ora, la centrale, le ore . | A destra : Orologio astromomico con automa, collocato sulla Torre di San Marco a Venezia (XV sec.) .E' l'orologio publico più famoso, opera degli orologiai di Reggio Emilia, Gian Paolo e Giancarlo Ranieri, nel 1496 . Munito di automa con due mori, eseguiti nel 1497 da Ambrogio delle Ancore, i quali battono su una campana le ore da uno a ventiquattro. Inoltre una processione di Re Magi passa davanti alla Madonna sulla nicchia. Il quadrante ha un diametro di metri 4,50 e indica le ore, le fasi lunari, la posizione del Sole e i segni zodiacali; mentre un altro quadrante si mostra sul retro, o via delle Mercerie : è dunque il più antico orologio che si dimostra al publico, da più punti . |
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L'orologio è invenzione umana. Ma il tempo che l'orologio misura, è creazione di Dio :
è Dio che ha creato l'alternanza delle stagioni, del giorno e della notte, del caldo e del freddo, l'equilibrio degli astri tra loro e a scopo benefico .
L'orologio è dunque lo strumento che rende visibile alla vista umana, la misurazione oggettiva del tempo, cioè il tempo stesso .
Ma questa resa in visibilità, nella nostra epoca neomoderna, tende a concentrarsi sulle ore della produzione, oppure su quelle del divertimento; e comunque è quasi sempre l'ora e al massimo il giorno coi minuti, l'oggetto della misurazione . Quanto ai giorni e ai mesi e agli anni, ci pensa più frequentemente il Calendario, altra invenzione umana per misurare il tempo .
Agli esordi della storia dell'orologio, mettiamo fino al rinascimento (XVI° sec.), gli orologi meccanici perfezionatisi sempre più dall'ambiente monastico medioevale (Campane e Svegliarini..) e poi da quello comunale e delle Signorie, non mostrano solo le ore, ma spesso anche i giorni, le fasi della luna, il Sole , le costellazioni (Orologi astronomici) .
Poi a mano a mano che ci avviciniamo all'epoca odierna, si realizza sempre più e meglio una sorta di frattura tra l'orologio e il calendario, per cui il primo misura per lo più le ore della giornata e della notte, e l'altro i giorni, i mesi e gli anni .
Che cosa significa questa specie di divisione dei ruoli tra calendario e orologio, che va affermandosi fino ai nostri giorni da dopo il XVI° secolo in poi?
Si tratta di una conquista o di una perdita ?
Si tratta di una perdita, perché il tempo è una dimensione unica, sia se misurata dall'orologio che dal calendario: il tempo è la somma dell'orologio e insieme del Calendario e non solo dell' uno o dell'altro. Il tempo è composto sia da secondi, minuti e ore, che da giorni, mesi e anni... . Pertanto avevano ragione i costruttori d'orologi fino al XVI° secolo, quando oltre alle ore, si mostravano insieme pure i mesi e i giorni, con le fasi lunari e lo zodiaco .
Invero, sotto l'apparente separazione innocua tra calendario e orologio , vi sta una intera filosofi errata del tempo, che tende ad essere del seguente tenore:
il tempo è costituito solo dalle ore, i minuti, i secondi, che si vedono: su quelli siamo invitati a concentrare la nostra vita, e a nulla serve guardare oltre; insomma è necessario il realismo delle ore che segnano il trascorrere della produzione, del guadagno, del consumo..e a quasi niente serve sapere in che fase si trova la luna, e a quale costellazione zodiacale si devono eventuali influssi del momento, sul mondo.
In passato, le fasi lunari e le costellazioni, avevano maggiore necessità apparente o d'assunzione pratica, perché la vita dipendeva molto più dalla natura; e si ipotizzava nella luna e nelle costellazioni astrali, un influsso fondamentale sull'attività produttiva principale, cioè l'agricoltura. Ma col procedere verso l'odierna epoca, cambiato il metodo di produzione principale, per cui l'industria si è sostituita all'agricoltura, si è cominciato a ritenere superfluo ogni dipendenza del ciclo produttivo industriale e finanche agricolo, dagli astri (Oroscopo escluso).
Oggi, l'aspetto produttivo ha tal primato, che tende persino a cancellare la differenza tra il giorno e la notte, tra la festa e la feria: per cui ad esempio, le televisioni e Internet...trasmettono anche di notte e i supermercati lavorano talvolta, anche di domenica.
Le coordinate del tempo nuovo, spinte all'estremo, tendono dunque al solo gioco tra domanda e offerta, tra vendite e consumi, tra prendere e dare, ...come fatto di pura convenienza d'opera o ludica. Il tempo moderno mira dunque non solo a concentrarsi sulle ore a svantaggio del giorno e della notte nonché della festa e della feria, ma tende a svuotarsi di ogni dipendenza metafisica, banalizzando il fatto produttivo e vitale in generale, i quali non dipendono più dagli astri e costellazioni, né dai dovuti riferimenti metafisici a Dio; per questo oggi non si produce più per servire il bene dell'uomo, ma solo la propria convenienza momentanea.
In conclusione è necessario recuperare una concezione globale del tempo, restituendo all'orologio sia la dimensione dei secondi, minuti, ore, sia quella dei giorni, mesi, anni, andamenti astrali; e restituendo specialmente all'attività produttiva e alla vita in generale, e dunque al tempo in generale, il senso profondamente umano e metafisico che li qualifica .
FINE
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