IL PESSIMISMO LEOPARDIANO  E' ESTRANEO ALLA PROFONDA INDOLE DEL POPOLO ITALIANO

23-4-06

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                            Il Leopardi è profondamente italiano nella veste formalmente classica, trasparente, solare, sincerissima, della sua poesia; ma quando cerca d'applicare l'eccessiva sua tristezza a quella forma eminentemente classica, magari pretendendo di regalare con perennità al mondo intero, il suo pietoso e funereo , disperato pessimismo, allora è evidente che non è più dentro il realismo tipico della tradizione italiana .

                Egli abbandonando il Crocifisso , si è voluto vestire da razionalista secondo la moda del tempo a scansione oltralpina. Il limite e l'errore di Giacomo, fu nel non riuscire a dominare la moda filosofica del momento, si che in definitiva, ne divenne vittima .

                Eppure passa per studioso e filologo grande : ed è vero . Ma il suo approccio e la sua conoscenza del passato , resta tuttavia in  superficie, è una conoscenza più formale che sostanziale, più soltanto pagana, che          pagano-cristiana . Vive in mezzo al popolo di Cristo, nel paese del Papa, lagna coi versi le sventure della patria , ma non sa capire l'anima più profonda della patria medesima in cui vive:

                per lui, come vari risorgimentali ( e ciò è il loro limite collettivo maggiore),  la sventura è soltanto dominazione straniera, svilimento economico, diaspora politica, mancanza di potere interno e internazionale, disordine amministrativo e retrogado almeno al confronto degli Stati europei contemporanei più avanti nell'unità repubblicana o monarchica . Mai che come invece fece il Gioberti nel suo Primato ..., arrivi a considerare la ragione dei primati italiani nel campo della scienza e dell'arte , mai che mediti sul perché pur essendoci diaspora politica, tuttavia per secoli le sole istituzioni di Dio,  della Famiglia e della Chiesa, fecero trionfare lo stesso il Popolo italiano, molto più di altri popoli, e molto più dell'epoca  post-unitaria (e lo fecero trionfare, s'intende, quanto a ingengno/i , arte, scienza, predicazione del Bene al mondo intero, si che in quei secoli si inviarono nel pianeta i missionari sollevatori di fame e tenebra, e però non si tentò mai d'assoggettarlo con le armi, come fece invece per primo e fin dal suo inizio il liberalismo colonialista e per ultimo il fascismo postunitario) .

                Invero non può dirsi che le avverse vicissitudini dalla fine           dell' Impero romano in poi ,  penalizzarono sempre e comunque L'Italia . Questa Penisola certamente vide la mancanza dello Stato unitario, e in tale aspetto ci fu assenza e mancanza che non avrebbe dovuto esserci; ma questa assenza e mancanza non fu tale da schiacciare i primati religiosi (vari santi), artistici, scientifici, persino politici (i Feudi, i Comuni e le città, Le Signorie...) del nostro popolo, sotto la guida della Chiesa, la Salute familiare, e nonostante o alla presenza della  Dominazione straniera.

                Leopardi non meditando con abbastanza acume e impegno sul principale fattore di civilizzazione italica ed europea, cioè la Religione, e concludendo in proposito che tale sostanza  civilizzatrice prioritaria fosse purtroppo una vana illusione (allineandosi in tal modo alla moda contemporanea razionalista e antiDio), non riuscì a mettere il dito da poeta veggente, sull' indole profonda del popolo italiano .

                Per questo la sua poesia è sì formalmente preziosa anche per gli italiani del futuro, cioè può costituire un modello , perché si tratta, a mio parere, di tipico universalismo classico, sebbene fortemente timbrato dallo stile personale ; ma del pari, va detto con chiarezza che il pensiero pessimista, l'eccessiva tristezza e la concezione della natura insana che vittimizza l'uomo lasciandolo senza speranza , non può costituire un modello per i presenti e tantomeno per i futuri italiani; e non lo può costituire semplicemente perché questo pensiero, di veramente italiano non ha niente :

                infatti l'italiano profondamente consapevole della propria storia , è  molto amante del senso del realismo naturale, umanistico, pieno di speranza e di ottimismo, e persino di fede nella Resurrezione pasquale 1), che rappresenta, per così dire, il culmine teologico di tale consapevolezza culturale, trapelante da tutti i campi dello scibile e della vita ; il vero italiano non toglie il crocifisso dal proprio cuore e dalla propria mente , e pertanto sfugge la disperazione leopardiana o simile, perché sa che tale Croce è presupposto di resurrezione .

                Il vero italiano, accetta il combattimento quotidiano che la vita stessa implica per elevare , promuovere , diffondere , la stessa sua qualità vitale e universale. Al contrario il Leopardi , pure armato da sensibilità poetica, non sa combattere, e anzi, trova una sorta di patetico piacere nel commiserarsi pessimisticamente, tristemente, fatalisticamente .

                Bel modo , per fare risorgere l' Italia , come volevano i risorgimentali e lo stesso Leopardi, pure lui patriota; bel modo di insegnare a vivere ai futuri italiani ; bel modo di risolvere i problemi : andando in giro a dire e a convincere le persone coi propri scritti , che le forse dell'illusione e della mala-natura, sono invero più forti delle forze della realtà e della buona-natura, quando da secoli , è un vanto dell' Italia, avere insegnato al mondo intero, proprio il contrario , che è un contrario di ordine evangelico : cioè che le forze del Bene, della Speranza , della Resurrezione,  sono più forti di quelle del Male, semplicemente perché Dio, che è lo stesso Bene supremo ed Eterno,  non può essere che dalla loro parte; anzi, come ordetto, è Egli stesso il Bene , la Vita, la Speranza e la Resurrezione, le quali , non sono più lontane e astratte come un tempo, ma con Cristo, son divenute perfino carne e spirito umani , tra gli uomini medesimi .

                              

FINE

1: Leggi  : O Patria mia .

 

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