(3-10-93)
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Al sereno del cielo d' ottobre ,
nella luce del sole
pomeridiano e chianino ,
il grappolo autunnale e toscano ,
offre al mondo e al firmamento ,
la sua abbondanza illuminata e ridondante;
e il volto e il cuore
dei vendemmiatori, creature allegre ,
narra tuttavia segreti misteriosi ,
e dice:
Ecco , o Dio ,
un regalo della tua bontà
e della nostra fatica:
possa la purezza
autunnale di queste uve
e del vino conseguente ,
frutti del nostro onesto lavoro,
esser gradita e benedetta
dentro e fuori la Messa,
dentro e fuori la Chiesa ,
ma sempre davanti al tuo sempiterno
e onnipresente e glorioso trono .
E' vero infatti
che Siamo poveri di danaro ;
anzi , è anche per questa povertà ,
che proprio al contrario di tanti ,
siamo ricchi di pace e d' onore ,
d' onestà e buon cuore :
che il tuo amore ,
analogamente alle uve abbondanti
che traboccano dai panieri come dai tini,
plasmi le nostre anime ,
affinché , da deboli
diventiamo forti ,
da poco nobili regali ,
da viziosi virtuosi ,
da timidi audaci ,
da superbi umili ,
così come è tanto umile e pura
l'offerta che dei grappoli maturi,
fa a Dio e all' uomo ,
la vite feconda , nella campagna
ossequiente e ancora (nonostante tutto) ,
tanto benigna e materna .
Fine
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