PREGHIERA A MICHELANGIOLO

(Da: Giovanni Papini, Preghiera a Michelangiolo, in : Giorni di festa, Firenze, vallecchi, 1920 -2° ed.-, pp.175-177)

10-8-06

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INTRODUZIONE

 

                La Preghiera è rivolta a un uomo e non a Dio : devesi dunque  sospettare d'idolatria?  Non c'è questo pericolo, perché le richieste che lo scrittore Papini fa a Michelangiolo, sono tipiche di un uomo a un altro uomo e non di un uomo al suo Dio.

                Quest'uomo a cui viene chiesto, comunque ha carattere speciale, perché non è un uomo comune ma è un grande artista, e perciò in virtù della sua collaudata grandezza, meglio di chiunque altro, potrebbe consigliare, indirizzare, illuminare tuttoggi, se fosse presente, come quando era in vita, e non solo con la sua rimpianta e studiata e ammirata eredità.

                Papini si riconosce in ultimo : figliolo di Michelangiolo e bisognoso di aiuto e compagnia, si che gli diventa spontaneo chiedere l'aiuto e la compagnia di Michelangiolo stesso. E' dunque sicuro che nonostante il titolo che parla di preghiera, il Papini non commette idolatria al suo cospetto e nemmeno esagerato culto della personalità, ma semplicemente esprime il bisogno umanissimo di avere vicino quella grandezza d'uomo, che  fu il Buonarroti, e che purtroppo l'implacabile legge della morte, ci ha tolto per sempre (fino alla fine dei tempi), senza fare eccezione alcuna.

 

TESTO

 

1.Come sembra deserta la tua terra,

vecchia Toscana, e come sembran voti

questi poggi dal di che non fa guerra

a massi e alle montagne di Buonarroti!

 

2. Creder non posso ch'è sia consumato

anima e carne dal tempo feroce

e sia tutto, e per sempre, rinserrato

dentro quei marmi brutti in Santa Croce.

 

3. Volesse Iddio far sì ch'egli ritorni

quaggiù dove, pensando a lui, m'accoro,

e ch'io potessi, un sol di questi giorni,

sentirlo accanto a me quando lavoro !

 

4. Aiutami un po te, se mai traligno

Michelangiolo mio da Settignano

che stavi a tu per tu col tuo macigno,

sudato e nero, col mazzòlo in mano.

 

5. Batti, ma sodo, chè dentro allo scoglio

un giovane gigante è incarcerato

 e se lo cavi fuor da quell'invoglio

tu gli starai come fratello allato.

 

6. Picchia e ripicchia la pietra puttana!

Guarda come si scaglia e ti sfavilla!

Dagli sotto, per Dio, che in Settimana,

fornita l'opra, puoi fuggire in villa.

  7. Perché non vieni a riveder Caprese

Vicino al crudo sasso e a San Francesco?

Tu vedessi bell'ombre in questo mese !

Tu sentissi tra cerri che bel fresco !

 

8. E quando siamo al tuo castello in cima

lontani da ribaldi e lor rumori

sfogar potremo il core in rozza rima

secondo l'uso antico de' pastori.

 

 

9. Non t'incresca se a te vò accompagnarmi

per queste piagge sotto il nostro sole:

chè se tu battagliassi co' tuoi marmi

io pur guerreggio colle mie parole.

 

10. E son anch'io poeta - e mi dispero

per ridur la materia all'obbedienza

e domo e sforzo ed alzo il mio pensiero

per acquistar maschiezza ed eccellenza.

 

11. E s'io non sono, come te, scultore

pur coll'idea che resiste m'azzuffo

per liberarla a prezzo di dolore,

dalla prigion del mondo matto e buffo.

 

12. Non mi lasciar quaggiù nello sbaraglio,

abbi pietà di me che son qui solo.

Vedi quanto m'addanno e mi travaglio:

guardami in viso: sono un tuo figliolo.

 

 

FINE

 

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