Allegoria del Primo maggio o festa del lavoro : la Famiglia al centro di un campo fiorito e con in mano un mazzo di fiori alzato, è circondata dalle masse in festa, sulle piazze del mondo; fanno parte di questa famiglia, anche sei fanciulli che disposti in circolo a mo di consultazione amichevole, guardano il mondo dall'alto. |
Oggi secondo il calendario e le intenzioni convenzionali collettive, si celebra la festa del lavoro e dei lavoratori. Ma nonostante lo scorrere puntuale e inesorabile del calendario, manca all’appuntamento di alcuni, il presupposto fondamentale , cioè il lavoro stesso :
molti non hanno più lavoro, molti lo perderanno, alcuni ce l’hanno solo provvisoriamente e solo illegale o nero, o solo precario… ; certuni che rispetto ai senza lavoro o precari o neri…, sono infine privilegiati avendo regolare lavoro, possono festeggiare ; ma anche questa categoria, che in alcune regioni del mondo è la maggioranza, non può farlo spensieratamente e a pieno titolo, poiché è inevitabile che la voce e condizione degli scontenti non giunga anche a loro, sebbene in apparenza, siano festeggianti ortodossi, cioè che possono lavorare stabilmente .
Così si spiegano, almeno in parte, i disordini recenti in varie località : sono una forma di protesta (le prime proteste) contro la recessione creata dalla snobbatura dell’insegnamento della Chiesa, dalla immoralità privata e pubblica di molti dirigenti e nazioni; nonché da numerose forme di speculazione e debolezza del pensiero, che spesso escludendo Dio e la Provvidenza, non sa essere lungimirante e coraggiosa, con una giusta e necessaria visione del presente e del futuro, nonostante la problematica attuale.
Le ragioni odierne della festa del primo maggio, sono pertanto più depresse del passato recente :
ciò può essere perché, come ordetto, devesi provare a festeggiare il lavoro, nonostante molti non abbiano lavoro; devesi del pari, festeggiare i lavoratori, nonostante molti siano disoccupati o cassaintegrati ; nonostante molti, anche nei paesi ricchi, siano sempre più sfruttati e schiavizzati dalla povertà e disoccupazione o sottooccupazione.
Ma c’è una causa fondamentale, responsabile prima della penuria del lavoro e delle conseguenti ragioni per festeggiarlo ?
La risposta è affermativa: la Causa fondamentale esiste, ed è che l’uomo attuale spesso e volentieri mette se stesso al posto di Dio; perciò vive, lavora, festeggia… in gran solitudine, fino a che la legge del più forte o tirannia, sostituisce sempre meglio nella vita quotidiana, la civiltà della fratellanza : così come secoli di cristianesimo hanno fatto scoprire e assumere la democrazia e la solidarietà contro le malattie, gli errori e la povertà materiale e spirituale.. ; allo stesso modo, pochi decenni di paganesimo totale sempre più perfetto e serrato, minacciano già la democrazia e i benefici della solidarietà o pacifica convivenza (la via della decadenza è più veloce di quella della costruzione).
In conclusione, soltanto rimettendo Dio al suo posto e l’uomo al servizio di Dio, si possono ricreare le ragioni autentiche della speranza e della festa, nonostante la defezione e la guerritudine conseguente a tale scambio attuale, di posto e di ruoli ; infatti se fosse vero che il progresso dipende dalla sola volontà dell’uomo senza Dio (anzi in contrapposizione a Dio e alla sua legge), non si spiegherebbe come mai in passato è stata l’affermazione di Dio e non la sua negazione, ad accompagnare lo sviluppo economico e generale in ogni campo della convivenza civile . E' quindi contro l'ordine elementare della evidente ragionevolezza, e della evidente ragionevolezza storica, che alcuni per poter essere assertori della inutilità di Dio, debbano essere del pari, tra quelli che non intendono considerare la lezione effettiva della storia .
FINE