(Da: Giovanni Papini, Mostra Personale, Brescia, Morcelliana 1941, pp.112-13)
L'arte dello scrittore è reputata affatto intellettuale e perciò dal punto di vista fisico e muscolare, agiatissima.
In verità anche lo scrittore è a suo modo, una specie di operaio. E non dico soltanto per la fatica materiale che occorre per ricoprir le pagine bianche con questi segnacci neri ma per tutte l'altre operazioni manuali che a tale esercizio son connesse ed affini.
Dico ad esempio il tagliar la carta in quella misura che ciascuno conviene; dosare e rinnovare l'inchiostro; togliere i pennini logori dalle cannucce e metterne nuovi; appuntar le matite e riempire la stilografica; asciugare lo scritto; asciugare lo scritto; strappare le pagine mal riuscite o già ricopiate; tagliare i libri nuovi; far pacchetti per spedire bozze e volumi; far compre dal cartolaro e dal libraio; riporre in ordine le proprie carte, i manoscritti delle opere già stampate, gli appunti per l'opere future.
Non sono, direte, gravosi lavori ma in capo all'anno prendon molte ore della vita di uno scrittore. Ed egli potrebbe ripetere, in un moto d'umiltà poco verosimili: anch'io sono artigiano.
FINE
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