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Da tempo, esce con il settimanale Panorama, una Storia della Letteratura Italiana (Milano, Mondadori 2006 -dall'ed. Einaudi Scuola, 2002-), il cui autore si chiama Giulio Ferroni :
essa è giunta quasi alla sua conclusione in edicola, poiché proprio oggi, ne ho acquistato il 16° volume.
Ebbene, tale opera, pregevole perché unisce disquisizione storica misurata, a una antologia corrispettiva (con notevole quantità di testi), mostra però vuoti e mancanze inaccettabili, chiaramente dettate da un pensiero ideologico e parziale, sintetizzabile come mondo sinistrorso e ateistico:
per esempio, trattando l'ottocento e la prima metà del novecento, pochissimo spazio è dedicato a Giovanni Papini (1881-1956) 1), quando è proprio il Papini, il principale organizzatore della cultura della prima metà del novecento, e specialmente, oltre che voce acuta e singolare, è la maggior prosa, di tutto il secolo XX°. Nella descrizione del personaggio Papini, poi, si commettono errori imperdonabili, come quando si dice che la sua conversione al cattolicesimo, avvenne durante la prima guerra mondiale 2) . Del tutto ignorato è poi Domenico Giuliotti (1877-1956), 3). Nell' ottocento, nemmeno si menzionano Antonio Rosmini e Vincenzo Gioberti; ma ampia trattazione (eccessiva) specie nel numero di testi antologici, viene data a Benedetto Croce e Antonio Gramsci; e in seguito buona parte del XVI° volume, è dedicata a Italo Calvino .... .
In una eventuale edizione successiva, dovrebbesi pertanto, riparare a tali mancanze, perseguendo un maggiore equilibrio espositivo e un maggiore bilanciamento di testi mancanti.
1: vol 13°, p. 17 : se ne parla in relazione alle riviste fiorentine. Le altre menzioni, sono pure trascurabili, nel contesto di argomenti vari. L'unico testo riportato nell'antologia, dall'opera papiniana, è : Chiudiamo le scuole (vol. 13°, pp. 245-48) .
2: Come a voler significare che fu la tragedia della guerra a convertire Papini alla fede di Cristo; in realtà, il Papini predisse la fine dell'Austria e la vittoria finale, con mirabile lucidità, come in seguito, altrettanto lucidamente, sconsiglierà l'alleanza coi tedeschi. La conversione avvenne invece attorno al 1920-21, per opera specialmente di Domenico Giuliotti, suo amico, della moglie Giacinta da Bulciano (Pieve S. Stefano, AR), e di un gran numero di gente pia, del nostro popolo, tra piccoli e grandi, poveri e ricchi. L'opera che segnò la conversione definitiva dello scrittore, è la celebre Storia di Cristo, tradotta poi in 25 lingue (Crf.: Preghiera a Cristo, nota 1)
3: Appena è citato di sfuggita, in vol. 13, p.156 e 192 . Se ne parla solo in relazione alla rivista LaTorre, fatta in collaborazione con FedericoTozzi (1883-1920) .
FINE
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