VITA DI PROVINCIA E VITA DI CITTA'

24-4-06

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                               Fino a qualche decennio fa, si parlava di vita di provincia e di vita non provinciale, cioè da grande città, metropoli, dove il crocevia tra i bisogni umani e le risposte a tali bisogni, è ricco di traffico e successo, contro la noia e la mediocrità che sbiadisce e sminuisce il tram tram quotidiano dell'esistenza.

                Ma oggi, ha ancora senso una tale distinzione tra Provincia e Città intesa come alternativa al provincialismo ?

                La risposta è che , pur perdurando qualche differenza, tuttavia sul piano della qualità della vita, l' offerta delle provincie (che continua ad avere meno servizi ma area acqua più puliti e vita meno stressante e caotica), talvolta supera quella delle città, delle metropoli e megalopoli , almeno nelle zone sviluppate del pianeta. Pertanto è una differenza destinata a estinguersi, se non a rovescirsi.

                Tuttavia, nelle zone sottosviluppate, la passata distinzione permane e fa tuttoggi la differenza : il mondo dei poveri, se vuole emanciparsi, decide di vivere nelle grandi città : e qui o finisce nella favelas o tra i barboni di strada, o decolla con un lavoro e una qualche integrazione . A questo punto, alcuni più capaci e fortunati, possono anche realizzare il sogno d'arricchirsi affrancandosi dalla schiavitù della povertà economica e culturale .

                Tornando dunque ai paesi ricchi del mondo, e prendendo la qualità della vita come criterio fondamentale per distinguere tra provincia e cittadinanza, si vede che in tale ambito sono decisivi i mezzi di comunicazione di massa : questi col loro crescendo dall'invenzione del cinema, del telefono, della televisione, dei satelliti fino all'odierna Internet, riducono le distanze tra gli uomini e le nazioni, favoriscono il processo di globalizzazione, e il processo di universalizzazione dei valori di vita .

                In conclusione ,  nel mondo cosidetto sviluppato , è in atto una profonda scomposizione e ricomposizione dell'uomo, la quale tra le varie conseguenze vi ha pure questa: scompare sempre meglio la tradizionale differenza tra campagna e città, tra vita di provincia e di città; ma non scompare geograficamente , bensì sul piano dei valori che contraddistinguono la qualità profonda della vita :

                 per esempio, oggi tra un operaio agricolo di un borgo rustico del Chianti e un avvocato di Parigi o New-York , vi possono essere identici modi di pensare mettiamo (sempre a titolo d'esempio), sul modo di condurre la propria famiglia, di usare i propri risparmi, di concepire la politica verso l'immigrazione , il rapporto con Dio, l'Europa...la interazione tra lo Stato e il cittadino, ecc. E la stessa geografia delle nazioni, nonostante l'apparente differenza tra ricchi e poveri, tuttavia ha già da tempo acquisito una unità d'intenti destinata a perdurare nel secolo  XXI°, secondo la quale i poveri perseguono con ogni mezzo (anche illecito) il progetto di arricchirsi; e dal canto loro i ricchi, perseguono con ogni mezzo (anche illecito) il progetto di mantenere la loro supremazia mondiale. Dentro questo rapporto di forze, le forze progressiste che cercano l'equilibrio della giustizia, sono minoritarie. Tuttavia ci sono, e possono, debbono essere rafforzate nel numero e nell'efficacia .

               

FINE

 

 

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