A SAN GIUSEPPE

Da: Giuseppe Giusti, Scritti Vari (per la maggior parte inediti) in prosa e in versi, a.c. di  Aurelio Gotti, Firenze Monnier, 1863; p. 433

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Giuseppe Giusti

 

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Te fabbro antico alla custodia eletto

Dell'aspettata verginella ebrea,

Dal cui grembo pudico uscir dovea

La luce che sanò nostro intelletto,

 

Cantino i cori angelici al cospetto

Di lui che l'universo informa e bea;

Ch'io non oso trattar l'arpa idumea,

Né la voce risponde al mio concetto.

 

Già già spiacciono a Dio le sante corde,

Gioco di farisei dal saluto umile

La favella del cuor suona discorde.

 

Ma per serbar di Jesse il fior gentile,

In onta ai vili che superbia morde,

Non gli dispiacque la tua man fabrile.

 

FINE

 

 

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