E. V. Abbott (1899 – 1980, English)
1. E' Capodanno! Perciò alcuni dicono: Benvenuto! Altri sparano petardi e fan cenoni…; molti scendono insieme sulla strada o in piazza, sia per vedere che festeggiarne l'arrivo...
2. Arrivando dunque Capodanno, gli diremo così :
Caro Anno Nuovo Tu sei un dono di Dio; è perciò buon motivo e più valido dovere, ringraziare lo stesso Dio del fatto che sei unità benigna del tempo durante lo cui trascorrere, il mondo viene beneficato dalle Stagioni, dal lavoro onesto, dalla vita pia, dalle preghiere… .
3. Ma ciò premesso, Carissimo Anno Nuovo, dobbiamo fare la seguente precisazione :
il Creatore non ci donò solo l’anno che finisce, e non ci dona solo il nuovo che comincia e si spera migliore; Egli divinamente, ci dona molto di più :
4. senza sosta ogni giorno come ogni anno, ci dona il tempo totale e Se Stesso nel tempo totale; e ciò fa perché ci vuole senza peccato come dice la tradizione; ma anche perché ci vuole pieni di gioia; però non si può possedere la pienezza della gioia senza possedere anche il tempo totale, cioè l'eternità, che garantisce alla stessa gioia, un futuro perpetuo; e del pari, non si può affrancarci dal peccato, senza Dio o la sua Grazia che sono pure l'Eternità e che garantiscono alla stessa gioia la necessaria veritas, cioè l'esser conseguenza della virtù effettiva.
5. Il Creatore ci vuole dunque, pieni di gioia perché la tristezza è (se meglio si considera) una impossibilità della natura divina e una contraddizione della natura umana, fatta a immagine e somiglianza di quella divina:
è una impossibilità della natura divina, perché se Dio basta a se
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stesso, gli basta anche la gioia che possiede; è una contraddizione della natura umana, perché essendo questa unita alla divina, se si è tristi, si dimostra che tale unione della natura umana con la divina, è poco efficace o inefficace, e pertanto insufficiente; infatti se la Creazione e l’Uomo sono gloria di Dio, non esiste un modo migliore per verificare tale verità, se non coi fatti della stessa vita, se non con la gioia e il dolore quotidiano, vivendo semplicemente al meglio . Ma la vita dei tristi, che non sanno o non intendono dominare e combattere la tristezza, manca di plenitudine; perciò non glorifica nessuno, tantomeno l’uomo, tantomeno Dio; al contrario la vita dei gioiosi dimostra di essere piena, traboccante; pertanto può glorificare Dio, che gode dei diritti naturali di chi ha creato tutto e tutti.
6. Per questo, per completare la nostra missione glorificante, Dio ci dona tutto il tempo necessario per ravvederci e imparare a vivere bene; e ci rifà continuamente dono del tempo totale, per migliorare e cercare la Verità di Noi stessi e di Lui; quella Verità che ci rende liberi e che è una Persona, che è Gesù, che è Dio Uno e Trino, che è tutto, cioè la Vita Eterna di cui parlano le Scritture.
7. In altre parole, possiamo dire che Dio ci chiede di vivere bene scegliendo il meglio; egli vuole invero, che realizziamo i desideri più buoni e più veri, più utili e sinceri; quei desideri che spesso, proprio Lui, ci suggerisce direttamente nel cuore; e ai quali, preme mirabilmente il Bene, fuggenti come sono, il Male; quei desideri insomma, che sempre meglio e spesso, ogni giorno, ci fanno decidere e innamorare del Bene, rendendoci più capaci di respingere il Male e le sue passioni, e ambigue seduzioni .
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FINE