CALENDARIO O RIFORMA GREGORIANI

[ Francesco Alvino,  I Calendari   -Metodi di computare il tempo dai popoli antichi e dalle nazioni moderne- , Firenze, Tipografia Egisto Bruscoli, 1891; capitolo 50: Del Calendario Gregoriano, pp 85-89  ]

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Il papa Gregorio XIII° (Bologna 1502- Roma 1585), ordinatore del calendario o Riforma gregoriana, consistente nel correggere il divario di un giorno dopo 128 anni, tra anno tropico e anno giuliano

Cristoforo Clavio (Bamberga 1538 - Roma 1512), Gesuita tedesco, matematico e astronomo autorevole, primo matematico o presidente della Commissione incaricata da Gregorio XIII° di riformare il calendario giuliano; interlocutore primo di Antonio Lilio

Il calabrese Luigi Lilio, morto nel 1576, delineatore della soluzione tecnica che permise la celebre Riforma del Calendario giuliano (Riforma Gregoriana), presentata dal fratello medico, Antonio Lilio al Papa Gregorio XIII° 1)

 

DEL CALENDARIO GREGORIANO 2)

                L'anno civile introdotto da Giulio Cesare era di 365 giorni e 6 ore; la lunghezza dell'anno tropico era, a quei tempi, di circa 365 giorni, 5 ore, 48 minuti, 45 secondi ; quindi l'anno giuliano era di 11 minuti e 15 secondi più lungo dell'anno tropico; questa differenza lieve in se stessa, ma ripetuta per tanti secoli, non mancò di sfasare l'accordo tra i mesi e le stagioni; poiché ogni 128 anni si aveva il divario di un giorno (11 m inuti, 15 secondi X 128 = 1 giorno) . E già all'epoca del Concilio di Nicea (anno 325) fu notato che l'Equinozio di Primavera a vece del 25 marzo, come fu da Giulio Cesare stabilito, cadde nel giorno 21.

                Vari mezzi si proposero allora, onde rettificare l'errore; ma i padri riuniti in Concilio, senza studiarne la causa ed apportando un congruo rimedio, stabilirono il 21 marzo l'Equinozio di primavera. Non essendo stata tolta l'origine della retrocessione, questa continuò sempre e nel 1260 l'astronomo Sacrobosco per primo, e [via via] vari altri ritornarono sull'argomento; ma senz'alcun frutto. Nel 1414 riapparve la questione al Concilio di Costanza; ma le cose rimasero come prima.

                Il Papa Sisto IV° si spinse a porvi rimedio e chiamò per l'oggetto a Roma nel 1476 il matematico Regiomontano ; ma al meglio dell'opera, costui morì e tutto rimase sospeso.

                Intanto pel volger di tanti anni, l'equinozio di primavera avveniva sempre più presto. Il Concilio di Trento che cominciato nel 1545 durò nientemeno che 19 anni, discusso l'inconveniente, stabilì che fosse posto mano alla riforma, e tosto gran numero di progetti vennero alla luce; ciononostante la rettifica rimase sempre allo stato di gestazione.

                Potrebbe taluno domandare per quali motivi la riforma o la rettifica dell'errore doveva essere bandita e ordinata dalla Chiesa Cattolica e per essa dai soli Concili ? E' ovvia la risposta, gli astronomi e i matematici, mercè dotte dissertazioni, facevano purtroppo palese l'origine della crescente differenza fra l'anno civile e il tropico, consigliando opportuni metodi per rimediarvi; ma nessuna nazione si attendeva a tradurre in fatto le consigliate riforme, o per non allontanarsi dagli antichi sistemi, o per timore di non esser seguita dalle altre, o di incorrere negli anatemi della Chiesa. Per le quali cose occorreva che la richiesta e propugnata riforma, fosse ordinata da un'autorità in qualche modo superiore al maggior numero di nazioni civili seguenti il Calendario giuliano, e siccome quasi tutte professavano la religione cattolica, così quest'autorità non poteva essere altrimenti che il Papa, e per delegazione i Concili.

                Un'altra ragione milita in pro dell'asserto ed è quella della Pasqua e delle feste mobili che ne dipendono: dovendo la Pasqua cadere dopo l'Equinozio di primavera, non era dato che alla sola suprema autorità cattolica il fissare il giorno dell'equinozio, onde evitare le passionate controversie e gli anatemi ripetutisi negli antichi tempi, appunto pel giorno della celebrazione di questa festa.

                Il papa Gregorio XIII°  visto che l'equinozio di primavera era ai suoi tempi pervenuto fino al  all'11 marzo, pensò seriamente a rimediare all'errore già da tanti palesato e discusso, circa la brevità dell'anno giuliano in rispetto al tropico. Chiamò a Roma gli uomini più versatili nelle matematiche e nell'astronomia, perché avessero studiato il fatto e proposto il rimedio per rettificarlo, lunghe furono le discussioni, innumerevoli i progetti, né meno numerose le formule messe in campo e poscia rigettate; basta il dire che erano trascorsi 10 anni e nulla ancora si era concluso e Dio sa fino a quando sarebbero durate le dispute, se Antonio Lilio, oscuro medico di Cirò, provincia di Catanzaro, non avesse presentato al Papa un sistema tanto ingegnoso, quanto semplice ed attuabile per la desiderata riforma, il quale era stato inventato dal suo fratello Luigi 3) . che per esser morto nel 1576, non poté presentarlo personalmente al Papa. Questi accettò il progetto e così scioltosi il congresso ebbero termine le discussioni.

                Nell'anno 1577 il Papa inviò copia del famoso progetto a tutti i principi, repubbliche ed accademia cattoliche, ed assicuratosi così del comune consenso nell'adozione della riforma, pubblicò nell'anno 1582 il nuovo Calendario, il quale venne ampiamente illustrato dal Clavio, circa venti anni dopo. Anzitutto per ricondurre al primitivo posto, cioè al 21 marzo, l'equinozio di primavera che come si è accennato, avveniva all'11 del mese stesso, furono sottratti 10 giorni dall'anno 1582, facendo contare immediatamente dopo il 4 ottobre il 15 del mese stesso, e così fu l'equinozio, per gli anni successivi, rimesso al 21 marzo. Si scelse il mese di ottobre perché vi cadono minor numero di feste; né potettesi tale sottrazione fare dall'1 al 10, come volevasi, perché si opposero i frati francescani, tanteché così sarebbe stata per quell'anno soppressa la festa di San Francesco, loro fondatore, che avviene  il 4 ottobre. fu introdotto il sistema dell'epatte

                Le modificazioni apportate al Calendario, furono le seguenti:

                1. Si assegnarono all'anno tropico 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 52 secondi;

                2. Si riordinarono gli anni bisestili, in modo che gli anni centenari, ovvero gli ultimi di ogni secolo, fossero comuni a eccezione di ogni quarto centenario; in modo che il 1600 fosse bisestile, il 1700, 1800, 1900 comuni, ed il 2000 bisestile e così di seguito.

                3. Le lunazioni pel computo della Pasqua, calcolavano prima col numero d'oro; ma siccome questo ciclo che gli antichi computisti avevano iscritto nel Calendario giuliano, per indicare i noviluni, non li dimostrava più esattamente 4) così secondo il progetto di Lilio 5) fu introdotto il sistema delle epatte; queste sono regolate onde stabilire un metodo speciale ed indipendente dai calcoli astronomici, per fissare in tutti gli anni il plenilunio pasquale, in modo che pur rispettando le circostanze di tempo richieste per la Pasqua, non avrebbe potuto questa giammai avvenire nello stesso giorno in cui gli Israeliti la celebrano.

                Questo Calendario fu chiamato di nuovo stile o Gragoriano e dè quello oggi quasi dappertutto usato.

 

 

ADOZIONE DEL NUOVO CALENDARIO DAI VARI STATI 5)

                Il nuovo calendario non fu contemporaneamente adottato da tutti i paesi. In Spagna, in Portogallo e in una parte dell'Italia, la sottrazione dei 10 giorni si fece a norma del breve pontificio dal 5 al 14 ottobre 1582. In Francia ebbe luogo nel successivo mese di dicembre, il 10 di questo mese, fu contato 20. Nei Paesi Bassi la riforma ebbe tre periodi, talune provincie fecero la sottrazione dal 15 al 24 dicembre 1582 altre l'adottarono dal 12 al 21 febbraio 1583, altre finalmente computarono per 12 il I° dicembre 1700, furono in quest'ultimo caso eliminati 11 giorni attesoché il 1700 nel Calendario Giuliano, fu bisestile.

                I paesi cattolici della Germania accettarono la riforma nel 1584, taluni altri nel 1682, facendo la sottrazione dei 10 giorni dal 1° al 10 marzo, mentre gli Stati protestanti non l'adottarono che nel 1699, sottraendo i 10 giorni dal 19 al 28 febbraio.

                nella Svizzera a causa dei due culti che ivi si professano, cattolico ed evangelico, l'introduzione del Calendario gregoriano incontrò grandi difficoltà e provocò disordini civili, per lo ché non venne introdotto in tutti i Cantoni, che verso la fine del secolo XVIII° .

                 In Ungheria fu accettata la riforma nel 1587, in Polonia nel 1586, nonostante una sommossa che tale cangiamento produsse in qualche paese polacco. In Danimarca nel 1582; ma nel 1699, venne introdotto il Calendario corretto di Weigel. In Inghilterra nel 1572 fu fatto seguire immediatamente al 3 settembre il 15 dello stesso mese e così fu introdotta la riforma; anche qui la sottrazione fu di 11 giorni, pel motivo sopra detto.

                Infine non restano ora, che la Russia, la Grecia, e qualche popolo dell'oriente, che seguono tuttavia il Calendario giuliano.

                 Nella verificazione delle date storiche è necessario tener presente l'epoca in cui venne introdotta la Riforma nel paese di cui si tratta, onde non rilevare come erronea qualche data segnata secondo il Calendario Giuliano, posteriormente al 1582 .

 

NOTE

 

1 : Crf Appendice sottostante ,

2 : Blondel, Storia del Calendario Romano, Roveredo 1747, p. 152 ; Cristophori Clavii, Romani Calendarii...ecc, Roma1603, p. 3;  G. B. Ricciolio, Chronologie Reformatae, Bologna 1669, p. 71; Escoffier, Calendrier Perpetuel, Perigueux, 1880 ; Bouchet, Hemerologie on traité pratique complet des calendriers, Paris, 1868, p. 139; Ferrari, Il Calendario gregoriano, Roma 1882; Aretti, Nozioni sul Calendario. Annuario meteorologico Italiano, anno 1887, p. 5; Raina, Istruzioni e tavole numeriche per la compilazione del Calendario, Milano 1887; Carraresi, Cronografia generale dell'era volgare; Firenze 1875 .

3 : De Zach. , Correspondance astronomique ecc., Genova 1819, vol. 2°  p. 554 ; Sulla vera patria di Luigi e Antonio Lilio. Ferrari, Il Calendario Gregoriano, Roma, 1882, p.22 .

4 : Bouchet, Hemerologie ou traité pratique complet des calendaries, Parigi, 1868, p. 139 .

5 : Ferrari, Luogo citato p. 22 .

6 : L'Art de verifier les dates . Parigi 1770, p. 26 . Bouchet, Hemerologie ...cit. p. 12;  Ferrari, cit. p.42  .

 

 

APPENDICE : LUIGI E ANTONIO LILIO CALABRESI

18 aprile 2010

Luigi Lilio

 
di Alfredo FOCA' (Direttore Biblioteca Storia della Medicina - Univ. CZ)   : Da  http://aschenazia.blogspot.com/2010/04/luigi-lilio.html  20-8-10 5,46

 
A Roma, nella seconda metà del XVI secolo, un gruppo di calabresi guidati dal Cardinale Guglielmo Sirleto, in conformità ad un ingegnoso studio di Luigi Giglio attuarono una delle più importanti riforme del rinascimento utilizzata e celebrata da tutti i popoli della terra: il CALENDARIO GREGORIANO. Sono in pochi oggi a conoscere il nome di Luigi Giglio, medico e astronomo di Cirò che ideò la riforma del calendario, promulgata nel 1582 da Papa Gregorio XIII.
G.V. Rossi sulla "Pinacotheca imaginum", così lo ricorda.:"Dopo un momento di grande notorietà il ricordo dell'autore del calendario gregoriano cadde inspiegabilmente nel dimenticatoio, le poche notizie riportate sono spesso imprecise o del tutto errate".
Luigi Giglio (chiamato anche Lilio o Aloisius Lilius o Alvise) nacque a Cirò (antica Ypsicron o Psychro) probabilmente nel 1512. Insieme con il fratello Antonio e con l'amico e coetaneo G. T. Casopero vennero avviati allo studio della filosofia e delle lettere dallo zio materno di quest'ultimo, dotto umanista.
Come tanti giovani calabresi, Antonio e Luigi frequentarono l'Ateneo Napoletano dove si laurearono in medicina non tralasciando di coltivare la passione per la matematica e l'astronomia.
Il grande problema astronomico-confessionale si pose quando il Concilio di Nicea stabilì che la Pasqua sarebbe stata celebrata la prima domenica dopo il plenilunio di primavera (l'equinozio di primavera, 21 marzo). In epoca successiva venne evidenziato che l'anno solare risultava più lungo di 11 minuti e 14 secondi per cui ogni 128 anni si sommava un giorno in più (13 giorni nel 1500). Nel tentativo di risolvere il rompicapo tutti i più grandi astronomi e matematici di varie epoche si erano cimentati inutilmente.
Luigi Giglio propose di calcolare l'anno solare sulla base delle Tavole Alfonsine. Pertanto, la durata dell'anno solare risultò essere di 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi e propose di ricondurre l'equinozio di primavera al 21 marzo eliminando dieci giorni insieme e di sopprimere, successivamente, il bisesto a tutti gli anni centenari non multipli di 400 cioè gli anni centenari sarebbero stati calcolati normalmente ad eccezione di quelli le cui prime cifre erano divisibili per quattro (1700, 1800, 1900) mentre il 2000 sarebbe stato considerato a cadenza normale. Egli suggerì di eliminare 10 giorni: al giovedì 4 ottobre 1582 sarebbe seguito il venerd" 15 ottobre 1582 (il 5 diventò 15).
In una lettera del 23 gennaio 1532 da Cirò il suo amico G. T. Casopero lo esortò a non abbandonare gli studi: " Non approvo, o Alvise, che tu accoppiassi la vita di studioso a quella dell'impiegato. L'animo occupato a due cariche non può adempierne alcuna. Ma se tu costretto dalla necessità insuperabile imprendesti di servire nell'Aula Baronale, perchè le sostanze paterne non basterebbero a sostenerti per attendere unicamente alle lettere, sii cauto a non inciampare nelle reti della seduzione per non avertene tardi a pentire, e fa di tutto per sottrarti quanto più presto puoi dà di lei vezzi;.... Piuttosto cerca di avere mezzi da attirarti la conoscenza di uomini che potrebbero essere adescati dà tuoi studi........Conservati ed a tutti i nostri che in Napoli dimorano reca i miei saluti .
Dopo una permanenza presso l'Università di Perugia quale docente di medicina nel 1552, Luigi Giglio ed il fratello Antonio frequentarono un influente gruppo di intellettuali a Roma e l'Accademia "Notti vaticane", fondata dal Cardinale Sirleto e dal Cardinale Borromeo.
Luigi, in questo periodo, completò il manoscritto che illustrava la sua straordinaria intuizione che, in breve tempo, diventò oggetto di discussione tra esperti di matematica ed astronomia. Sfortunatamente non potè seguirne il destino perchè morì, nel 1575, dopo una grave malattia: "...dall'età presso che settuagenaria ".
Nel 1577 Antonio Giglio presentò il lavoro del fratello a Papa Gregorio XIII dal quale venne accolto con molta gratitudine: "...allatus est Nobis liber a dilecto filio Antonio Lilio artium et medicinae doctore, quem quondam Aloysius, eius germanus frater conscripserat..."
Nel monumento posto all'interno della Basilica Vaticana a ricordo di Papa Gregorio XIII vi è immortalato Antonio Giglio nell'atto di porgere il libro del fratello al Pontefice.
Il Pontefice era perfettamente consapevole che se da una parte vi era molta attesa per le modifiche da apportare al calendario giuliano dall'altra ben sapeva che tutti i tentativi precedenti erano falliti per le gelosie ed i settarismi che dividevano gli astronomi e che molte eccezioni sarebbero state sollevate dalle varie chiese e confessioni. Tuttavia aveva riunito in una congregazione guidata da Tommaso Gigli, Vescovo di Sora, numerose personalità per studiare una possibile riforma del calendario.
Nel 1577 venne stampato presso la tipografia "Eredi A. Blado", un volumetto dal titolo <> di 22 pagine, in 4¡, dove vennero riportate le osservazioni di Luigi Giglio con i passaggi più significativi, i calcoli e le tavole del nuovo calendario diviso in sei bimestri e le epatte necessarie per il computo delle festività mobili compresa la Pasqua. La stampa venne eseguita a cura del Cardinale di S. Lorenzo in Panisperna Guglielmo Sirleto, ( deus ex machina della grande impresa ) e curata, probabilmente da Pietro Chacon e Cristoforo Clavio.
Nell'ultima pagina è possibile leggere la proibizione, da parte del Sirleto, pena la scomunica, di vendere o ristampare il volume.
Dopo innumerevoli polemiche e veleni, nel settembre 1580, la Congregazione voluta da Gregorio XIII presentò la relazione conclusiva dove è possibile, ancora oggi, individuare le firme dei componenti ufficiali.
La Congregazione era così composta: Guglielmo Sirleto di Guardavalle (1514-1585), Cardinale, prefetto e coordinatore della Commissione; Vincenzo Lauro di Tropea, Vescovo di Mondovì, medico, coordinatore della Commissione prima di Sirleto; Ignazio Nehemet, Patriarca di Costantinopoli, Antiochia, Alessandria; Leonardo Abel di Malta, esperto di lingua araba; Seraphinus Olivares (Serafino Oliver) (1538-1609) francese di Lione, esperto legale di diritto civile e canonico; Pedro Chacòn (Ciaconius, Pietro Ciaconio) (1526-1581), esperto in Storia della Chiesa per le implicazioni civili ed ecclesiastiche; Antonio Giglio di Cirò, medico e astronomo, esecutore testamentario del fratello Luigi; Christoph Clavius, (Cristoforo Clavio) gesuita di Bamberga, (1537-1612), astronomo e matematico, direttore dell'Osservatorio Vaticano; Ignazio Danti di Perugia, (1536-1586), domenicano, Vescovo di Alatri, astronomo, matematico, cosmografo, architetto.
Numerosi studiosi (Giovanbattista Gabio, traduttore della riforma in greco, G. Moletti di Messina ed altri) diedero il loro contributo al difficile dibattito all'adozione del progetto Giglio.
Della relazione "Ratio corrigendi festes confirmata et nomine omnium qui ad calendarii correctionem delecti sunt oblata SS.mo D.N. Gregori XIII del 14 settembre 1580 esistono due copie conservate una presso la Biblioteca Apostolica Vaticana ed una presso la Biblioteca Casanatense in Roma.
Il 12 febbraio 1582 Antonio Giglio portò al Pontefice, che dimorava a Mondragone la bolla preparata dal Sirleto. Il 24 febbraio 1582 venne firmato e promulgato l'importante documento papale e pubblicato, per affissione sulla porta della Basilica di S. Pietro, il 5 marzo 1582.
L'opera di Luigi Giglio di Cirò e di tutti i componenti il gruppo che diedero che realizzarono la sua ingegnosa intuizione, si inserisce a pieno titolo nell'irripetibile rinascimento italiano che, con l'avvento del sistema copernicano, contribuì al crollo dei dogmi dell'era medievale; artefici un gruppo di calabresi.
 

 

 
 

 

FINE

 

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