INTRODUZIONE
La
Carta si presenta come carta dei diritti
del fanciullo al gioco e al lavoro (è la cosiddetta "Carta
Italiana"), ma con un significato nuovo rispetto ai
documenti precedenti in cui non si era mai parlato di gioco-lavoro.
Il diritto
in esame non si basa sulla differenza tra gioco e lavoro, ma
considera la possibilità che il bambino ha di giocare e di lavorare
nello stesso tempo: "il gioco trapassa nell'attività di lavoro e si
fa lavoro" (S.Hesser : Fondamenti filosofici della pedagogia,
AVIO, Roma).
Il
Comitato Italiano per il Gioco Infantile,
riunito in Convegno Nazionale a Roma, presso il Palazzo della
Civiltà del Lavoro, nei giorni 3, 4, 5 e 6 giugno
1967, considerati l'importanza e il
valore dei grandi documenti internazionali, quali:
*
Dichiarazione di Ginevra, Società delle Nazioni, 1924;
formula i
seguenti orientamenti per l'adattamento
alla realtà del nostro Paese dei principi in essi affermati.
TESTO
1. La personalità del fanciullo è
sacra; per garantirne il libero, totale ed armonico sviluppo la
società è tenuta ad offrire ad ogni fanciullo un ambiente familiare,
scolastico e comunitario dotato dei necessari mezzi e di personale
appositamente preparato.
2. Perché possa svolgere le sue
attività di gioco e di lavoro, il fanciullo ha bisogno di
convenienti rapporti umani; nonché di spazi, di tempi, di mezzi, di
materiali e strumenti idonei alla sua età ed adatti alle sue
condizioni fisiche, psichiche e spirituali.
3. Nella casa, per realizzare i
migliori rapporti umani, occorre:
In
sostanza occorre che la famiglia si renda conto dell'autonomia del
fanciullo e del carattere decisivo che ha, per il suo sviluppo e fin
dai primi mesi di vita, il fatto di non essere subordinato alle
esigenze di vita dei genitori.
1. La scuola deve offrire spazi
architettonici e naturali, impianti sportivi, materiali e sussidi
per lo svolgimento di attività fisiche e di significative esperienze
di studio, di lavoro e di gioco. Il tempo scolastico deve essere
commisurato in rapporto a tutte le esigenze di un equilibrato e
completo sviluppo del fanciullo, tenendo conto delle condizioni
climatiche, degli orari di lavoro e dei costumi sociali dei diversi
ambienti. Il diritto del fanciullo all'istruzione richiede una rete
scolastica, rapportata a gruppi di popolazione, che consenta a
ciascuna scuola di assorbire un numero di alunni tale da non
compromettere la sua effettiva efficienza formativa.
2. Nell'ambiente comunitario devono
essere approntati appositi parchi gioco, liberi e gratuiti, con
convenienti attrezzature e a ragionevole distanza dalle abitazioni,
difesi dai pericoli del traffico e dalla vita intensa, ove i
fanciulli possano svolgere libere attività ludiche, culturali,
ricreative e sportive, con l'assistenza di personale appositamente
preparato e con l'eventuale partecipazione dei genitori e degli
adulti.
3. I fanciulli, comunque minorati,
disadattati ed ammalati, devono poter godere di ogni assistenza
scolastica, parascolastica e postscolastica avente soprattutto
carattere ludico e lavorativo, in relazione e nella misura
consentita dalla loro infermità o dal loro disadattamento. Tutti gli
istituti di cura e di rieducazione devono disporre di appositi
ambienti, spazi attrezzati ed idonei allo svolgimento delle predette
attività, con personale qualificato e devono tendere ad accentuare
il carattere ludico nei loro mezzi diagnostici e terapeutici.
4. È dovere perseguire una politica di
servizi socio-educativi volta a promuovere e a potenziare la vita di
relazione del fanciullo, attraverso associazioni, colonie, ostelli
della gioventù, campeggi, attrezzature sportive e natatorie,
cine-club e tele-club, dove egli possa avvalersi della presenza
stimolatrice di particolari e preparati animatori. 5. Questi principi ed orientamenti costituiscono l'essenza della funzione educativa che la Costituzione repubblicana affida agli appositi organi dello Stato e alla società italiana; perciò il Comitato Italiano per il Gioco Infantile ne raccomanda l'attuazione agli organi dello Stato, delle pubbliche amministrazioni, degli enti locali, delle libere associazioni e di quanti sono impegnati allo sviluppo, in senso moderno, della società italiana. |
FINE
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