CONCEZIONE POSITIVA DELLA MORTE, E PREPARAZIONE ALLA MORTE, NEL CATTOLICESIMO

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Allegoria della Festa dei fedeli defunti (o I Morti) civili e militari, celebrata dal calendario, ogni anno il 2 novembre. In basso: Preghiera della Famiglia; in alto: Luca Giordano, La Vergine intercede per le anime del Purgatorio, XVII° sec., Abbazia Montserrat (Catalogna, Spagna)

                Non sono soltanto i Gesuiti ad avere coltivato il concetto della Buona morte ; la Scrittura e la tradizione e la dottrina della Chiesa, hanno della morte una concezione positiva. Questa concezione è ben sintetizzata dal Catechismo della Chiesa Cattolica (libreria Editrice Vaticana 1992, Città del Vaticano) ai numeri 1010-14 (Catechismo visibile anche online) :  

Il senso della morte cristiana

1010 Grazie a Cristo, la morte cristiana ha un significato positivo. « Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno » (Fil 1,21). « Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui » (2 Tm 2,11). Qui sta la novità essenziale della morte cristiana: mediante il Battesimo, il cristiano è già sacramentalmente « morto con Cristo », per vivere di una vita nuova; e se noi moriamo nella grazia di Cristo, la morte fisica consuma questo « morire con Cristo » e compie così la nostra incorporazione a lui nel suo atto redentore:

« Per me è meglio morire per (ϵς) Γϵσ ρισνο, ηϵ ϵσσϵρϵ ρϵ φινο αι ονφινι δελλα τϵρρα. Ιο ερο ολυι ηε μορ περ νοι; ιο ψογλιο ολυι ηε μορ περ νοι ρισυσιτ. Ιλ παρτο ιμμινεντε. 589 Λασιατε ηε ιο ραγγιυνγα λα πυρα λυε; γιυντο λ, σαρ ψεραμεντε υν υομο ». 590

1011 Nella morte, Dio chiama a sé l'uomo. Per questo il cristiano può provare nei riguardi della morte un desiderio simile a quello di san Paolo: « il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo » (Fil 1,23); e può trasformare la sua propria morte in un atto di obbedienza e di amore verso il Padre, sull'esempio di Cristo: 591

« Ogni mio desiderio terreno è crocifisso; [...] un'acqua viva mormora dentro di me e interiormente mi dice: "Vieni al Padre!" ». 592

« Voglio vedere Dio, ma per vederlo bisogna morire ». 593

« Non muoio, entro nella vita ». 594

1012 La visione cristiana della morte 595 è espressa in modo impareggiabile nella liturgia della Chiesa:

« Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo ». 596

1013 La morte è la fine del pellegrinaggio terreno dell'uomo, è la fine del tempo della grazia e della misericordia che Dio gli offre per realizzare la sua vita terrena secondo il disegno divino e per decidere il suo destino ultimo. Quando è « finito l'unico corso della nostra vita terrena », 597 noi non ritorneremo più a vivere altre vite terrene. « È stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta » (Eb 9,27). Non c'è « reincarnazione » dopo la morte.

1014 La Chiesa ci incoraggia a prepararci all'ora della nostra morte (« Dalla morte improvvisa, liberaci, Signore »: antiche Litanie dei santi), a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi « nell'ora della nostra morte » (« Ave Maria ») e ad affidarci a san Giuseppe, patrono della buona morte:

« In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; se avrai la coscienza retta, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che fuggire la morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? ». 598

« Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra morte corporale,
da la quale nullo homo vivente pò skappare.
Guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda nol farà male ».
599

                In conclusione, penso che la Scrittura e la Chiesa, abbiano ragione : è necessaria una preparazione alla morte, secondo lo spirito del Catechismo soprastante, riassunto  pure dalle parole della Imitazione di Cristo :  In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; se avrai la coscienza retta, non avrai molta paura di morire… .

                E’ tipico del peccato come del mondo, rimuovere e rifuggire per quanto possibile, il pensiero della morte; anzi oggi, alcuni la vogliono profanare, cioè spogliare della sua sacralità, quale ultima e suprema obbedienza a Dio; questa obbedienza dovuta naturalmente a Dio, la si vuole sostituire con altre obbedienze dovute artificialmente (cioè arbitrariamente) all’uomo; queste obbedienze arbitrarie, sono teorizzate  dalle  ideologie varie, ma tutte concordi nel negare Dio e la sua legge; e pertanto tutte concordi nel profanare anche il frutto buono della creazione del Dio della Vita, cioè l’Uomo stesso, la vita umana e il creato tutto.

                Scontato è qui, far notare come la Fede Cattolica sia la perfezione, la porta sicura della vita e della morte, la strada verso la vita eterna ; mentre le varie ideologie, altro non sono che la porta verso l’errore e la perdizione varia o variopinta...  Il cattolicesimo è al contrario, sinonimo di Vita eterna; le ideologie nel loro mondo involuto o degenerato, spesso altro non sono (ahimè) che sinonimo di morte eterna. L’eternità della vita è la bandiera della Chiesa! L’eternità della morte, è la bandiera più palese, dei nemici della Chiesa e della sua dottrina ….. .

 

NOTE

589 ...

590: Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Romanos, 6, 1-2: SC 10bis, 114 (Funk 1, 258-260).

591: Cf Lc 23,46.

592: Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Romanos, 7, 2: SC 10bis, 116 (Funk 1, 260).

593: Santa Teresa di Gesù, Poesía, 7: Biblioteca Mística Carmelitana, v. 6 (Burgos 1919) p. 86.

594: Santa Teresa di Gesù Bambino, Lettere (9 giugno 1897): Opere complete (Libreria Editrice Vaticana      1997) p. 584.

595: Cf 1 Ts 4,13-14.

596) Prefazio dei defunti I: Messale Romano (Libreria Editrice Vaticana 1993) p. 377.

597: Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 48: AAS 57 (1965) 54.

598: De imitatione Christi, 1, 23, 5-8: ed. T. Lupo (Città del Vaticano 1982) p. 70.

599: San Francesco d'Assisi, Cantico delle creature: Dal codice 338 della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi.

 

 

FINE

 

 

 

 
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