Il Libro del Siracide scritto verso il 180, 170 a. C. da Gesù Ben Sirach e tradotto dal nipote che viveva ad Alessandria e vi aggiunse un Prologo, tenta un dialogo critico con il mondo culturale ellenistico, preoccupato di conservare la propria identità religiosa ebraica. Alcuni suoi brani hanno assunto un importanza particolare per la interpretazione della persona di Gesù nel Nuovo Testamento. Tra questi il Capitolo 24 dove la Sapienza fa un elogio di se stessa in forma altamente retorica; una Sapienza divina cosmica che pone la sua dimora in Israele e si rivela particolarmente nella Legge dell’alleanza, la Legge Mosaica. Il tema della Sapienza personificata e preesistente al mondo, di cui parla il Siracide, è preceduto da un altro bel testo nel Libro dei Proverbi (Capitolo 8) ed è seguito più tardi nel primo secolo d. C. , dall’Elogio della Sapienza nel Libro della Sapienza (capitoli 6-9). Il problema che ci poniamo è il seguente: la sapienza personificata di cui ci parlano questi testi sapienziali dell’Antico Testamento, in che rapporto sta con il Verbo Incarnato cantato dal solenne Prologo Innico, del Vangelo di Giovanni ? Per introdurre e rendere comprensibili le risposte al problema così formulato, presentiamo qui sotto il testo del Prologo, ponendogli a fianco i testi paralleli, molto simili, dei tre Libri Sapienziali: il Siracide, i proverbi e il Libro della Sapienza. Da uno sguardo d’insieme si comprende che l’autore dell’inno, per comporre il suo bel mosaico, in cui campeggia il verbo preesistente presso il Padre, mediatore della creazione e incarnato, si è servito di tasselli o pietruzze prese dai testi sapienziali dell’Antico Testamento, anche se egli in tutto il suo Vangelo non usa mai la parola Sapienza. La parola greca che corrisponde a quella italiana “verbo/parola” è logos . Ora logos aveva un significato più ricco del nostro vocabolo parola, e anche dell’altro più solenne derivante dal latino verbo. Significava non solo parola ma anche discorso logico. Nella corrente filosofica dello stoicismo, contemporanea al Prologo giovanneo, logos esprimeva pure il piano sapiente e divino insito nell’ordine armonico del cosmo con le sue leggi.
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Prologo di Giovanni |
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Testi Sapienziali |
1,1 : In principio era il Verbo / e il Verbo era presso Dio/ e il Verbo era Dio
1,2 : Egli era in principio /preso Dio
1,3 : Tutto è stato fatto / per mezzo / di lui, / e senza di lui /, niente è stato fatto, / di tuto ciò / che esiste 1,4 : In lui era la vita / e la vita / era la luce degli uomini; / la luce splende nelle tenebre, / ma le tenebre non l’hanno accolta
1,14 : E il Verbo /si fece carne / e pose la sua tenda / in mezzo a noi, / e noi abbiamo visto / la sua gloria
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Proverbi 8,22-23 : Il Signore mi ha creato / all’inizio del suo operare, /come la prima delle sue opere Sapienza 9,1-2 (Preghiera di Salomone): Dio dei padri…che con la tua parola hai fatto l’universo e per mezzo della tua sapienza/ hai formato l’uomo…/ Con te è la Sapienza…, / 9,9 : che era presente quando formasti il mondo.
Proverbi 8,35 : Chi trova me, / trova la vita ; Sapienza 7,26 : La Sapienza è / Irradiazione della luce eterna Siracide 24,8 : Allora il Creatore / di tutte le cose / mi diede un comando …, / mi ha dato una sede … e mi ha detto: /Fissa la tenda in Giacobbe, /sia in Israele la tua eredità. 24,10 : Ho officiato davanti a lui, / nella tenda sacra |
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Quando Giovanni nel Prologo, chiama Logos la persona preesistente di colui che fattosi uomo, è conosciuto come Gesù di Nazareth, intende certamente includervi il significato che logos aveva nell’ambiente colto ellenistico. Gesù Verbo Eterno preesistente, è il disegno divino sul mondo, un piano che non mira solo alla bellezza armonica del creato, ma anche alla salvezza degli uomini dalle tenebre, che nel mondo li circondano (Giovanni 1,5) . Ora la Sapienza (con cui Gesù viene identificato in Matteo 11,19 e nella 1 Corinzi 1,30) nei tre libri sapienziali (Siracide, proverbi e Sapienza) ha la stessa funzione che aveva il Logos (Verbo) nell’ambiente ellenistico; è la personificazione del piano ideale, armonioso, che ha preceduto la Creazione del mondo e per il cui mezzo, Dio ha creato il cosmo e ha dato agli uomini una legge sapiente, che porta armonia e vita, luce che illumina il loro cammino. La sapienza divina cercando una dimora tra i popoli, la trovò nel popolo dell’alleanza . Questo è dunque il primo tratto comune tra Sapienza divina preesistente e Verbo: ambedue sono il piano preesistente in Dio del mondo, e per il Siracide e il Prologo di Giovanni anche piano di salvezza, o per Israele mediante la Legge dell’Alleanza (Siracide), o per tutti gli uomini che credono in Gesù, Verbo incarnato (Giovanni). La Sapienza è immanente all’ordine del mondo, ma è presente in modo particolare in Israele. Tale abitazione è indicata dalla grande tenda che, nel periodo di pellegrinaggio nel deserto, conteneva l’arca dell’alleanza: questa accompagnava il popolo nel suo cammino indicandogli la via e aiutandolo a superare le immancabili difficoltà per entrare nella terra promessa. Tale presenza passò poi al tempio, tanto che poi il Siracide afferma che la Sapienza ha officiato nella tenda sacra alla presenza di Dio (24,10). La Sapienza presente in mezzo al popolo dell’alleanza come presenza salvifica di Dio, si esprime in modo particolare mediante la guida morale della legge. Gesù Verbo incarnato è divenuto la tenda per l’inabitazione di Dio in mezzo a noi. In lui si è rivelata la gloria di Dio. Ora nella Chiesa questa inabitazione non è solo per Israele che accoglie Gesù nella fede, ma anche per tutti gli uomini che credono e si affidano al Verbo fatto uomo, divenuto luce del mondo, rivelazione del piano divino di salvezza sull’uomo; presente nel mondo perché gli uomini mediante la sua luce, siano sottratti alle tenebre del peccato e della morte e abbiano la luce della vita . Il secondo tratto comune tra la Sapienza divina e il Verbo incarnato è dunque il fatto che ambedue pongono la loro dimora fra gli uomini: tuttavia mentre la dimora della sapienza nel Siracide è solo in Israele, quella del Verbo che ha assunto la nostra umanità, è presso tutti gli uomini. Qual è il fine per cui la Sapienza divina viene inviata a tutto Israele ? Qual è lo scopo per cui il Padre invia il Verbo nel mondo già creato per mezzo suo ? Il fine è quello di donare la luce che guida l’uomo smarrito nelle tenebre, la vita divina, cosicché gli uomini divengano mediante la fede, figli di Dio (a quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare Figli di Dio, Gv 1,12). Gesù Verbo-Luce rivela il volto di Dio Padre, rivela nella sua missione terrena il piano di salvare il mondo mediante l’amore che si dona e la sovrabbondanza della Grazia, espressione della bontà di Dio. Già la Sapienza divina era chiamata immagine della sua (di Dio) bontà (Sapienza 7,26). La parola è il mezzo con cui comunichiamo noi stessi agli altri. Quando poi la parola non è solo informazione ma comunicazione di noi stessi, del nostro amore, della nostra familiarità e intimità, com’è nella missione della parola incarnata, è la parola dell’Amore che salva. E’ quello che dice in più Gesù Sapienza divina e Verbo incarnato, rispetto a quanto rivelava il discorso della sapienza divina nell’Antica Alleanza, che pure intendeva donare la vita e la comunione con l’unico e vero Dio. Dalla personificazione della sapienza assistente e mediatrice della creazione, che si era rivelata nella inabitazione di Dio in mezzo al suo popolo e nella legge mosaica (Siracide 24), con Gesù si arriva alla Sapienza in persona. Il Logos (Verbo/Parola) è preesistente come la Sapienza, ma non creato da Dio; è increato ed eterno: E il Verbo era Dio. Non assiste solo il Creatore nella sua Creazione, come la Sapienza in Proverbi 8, ma ne è il mediatore: Tutto è stato fatto per mezzo di lui. Non è solo il piano divino che raffigura l’ordine armonioso del cosmo, ma la rivelazione del volto del Padre, che dona luce e vita in pienezza, chiamando l’uomo a far parte della famiglia di Dio. La tenda in cui Dio abita, è la stessa umanità del Verbo incarnato, da cui traspare a noi la gloria dell’Unigenito e da cui riceviamo sovrabbondanza di grazia. Dalla personificazione del Sapienza si perviene così, con il Verbo incarnato, alla Sapienza in persona, che incarna e rivela il piano unico di Dio su un mondo armonico e ordinato, perché salvato. La storia della Salvezza, trova così il suo compimento. |
FINE