Ho già accennato al fatto che questi sono brevi paragrafi su sei diverse occasioni, in cui sarei diventato cattolico, se non fossi stato l'unico uomo al mondo che non poteva diventare cattolico. L'emozione della conversione è ancora possibile per l'ateo e il satanista, e ognuno può convertirsi con l'unica eccezione del convertito. Nel primo paragrafo ho menzionato che uno degli obbiettivi che mi avrebbero portato in quella direzione che avevo intrapreso, è stata la larghezza di vedute titubante e mistificatoria del famoso Rapporto Lambeth su ciò che viene chiamato curiosamente, il controllo delle nascite. Si tratta in realtà di un sistema per prevenire le nascite senza alcun controllo. Ma questo caso particolare fu solo il culmine di un lungo processo di compromessi e vigliaccherie sul problema sessuale; la resa finale che segue a una ritirata continua.
C'è un fatto storico e umano che mi sembra così chiaro e sicuro che anche se perdessi la Fede, lo manterrei come certo. E' un fatto che sembra avere delle caratteristiche chimiche e geologiche : anche se visto da un altro punto di vista, è alquanto misterioso, come molti altri fatti evidenti e incontrovertibili. Si tratta di questo : il momento in cui la religione si staccò da Roma, cambiò direttamente nel suo intimo, dai vertici alla base, nella sua sostanza propria e negli elementi che gli appartengono. Ha cambiato la sostanza anche se magari ha mantenuto gli aspetti esteriori, formali e accidentali. Forse fa le stesse cose ma non può più essere la stessa cosa che le dice.
Agli inizi la situazione era proprio questa: Enrico VIII° era un cattolico da tutti i punti di vista, solo che non era un cattolico. Era un fervente praticante fino all'ultimo cero e rosario; accettava tutte le conclusioni e dichiarazioni dottrinali; accettava tutto, con la sola eccezione di Roma. E nell'istante del rifiuto, la sua Religione cambiò radicalmente e divenne un altro tipo di religione, una realtà completamente diversa. In quell'istante iniziò il cambiamento, una mutazione ancora oggi in corso. Siamo soliti notare che gli uomini di Chiesa moderni, chiamano progresso quel continuo mutamento; come quando affermiamo che un cadavere pieno di vermi ha una sua vitalità in aumento; o che il pupazzo di neve che si tramuta lentamente in una pozzanghera, si sta purificando dalle sue concrescenze. Ma non voglio trattare ora questo argomento. Il punto è che la persona morta può sembrare addormentata nel momento immediatamente seguente il decesso, ma la decomposizione ha già iniziato il suo corso. Il punto è che il pupazzo di neve, teoricamente può essere anche fatto ad immagine e somiglianza di un uomo. Michelangelo ha fatto una statua di neve, la quale era probabilmente una esatta replica dei suoi capolavori in marmo, ma non era fatta di marmo. Con molta probabilità il pupazzo di neve ha cominciato a sciogliersi nel momento stesso in cui venne completato. Ma anche se il gelo persiste è comunque un materiale destinato a sciogliersi appena il gelo se ne va. A molti sembrava che il protestantesimo dovesse continuare a lungo, per usare un termine popolare, come ibernato. Ma ciò non toglie la differenza che sussiste tra il ghiaccio e il marmo, e il marmo non si scioglie .
Gli stessi progressisti ribadiscono sempre che bisogna avere fiducia nel futuro. In verità la fiducia nel futuro è proprio ciò che manca ai progressisti. Gli manca la fiducia nel loro futuro, per non parlare del loro futurismo. Se non vi sono limiti al cambiamento, non si capisce come mai le idee progressiste non possano mai cambiare tanto quanto le idee conservatrici. Così accadde per la Chiesa fondata da Enrico VIII°, il quale era bollato comunemente come papista, più papista del Papa. Egli pensava che poteva continuare a credere in essa, essendo ortodossa, sacramentale, clericale, ritualista, e tutto il resto. Ma c'èra un punto debole : non poteva credere in se stessa, in quanto non era più la stessa. Solo la Fede può credere in se stessa, mantenendosi immutata.
Ora applicando questa verità alla sfera sessuale, mi permetto di introdurre un insignificante aneddoto giornalistico. Pochi anni prima della guerra, alcuni miei colleghi giornalisti, socialisti e conservatori, mi chiedevano che cosa intendevo per democrazia, e in special modo se la teoria di Rousseau sulla volontà generale aveva un qualche valore. Dissi (e lo credo tuttora) che tale teoria era valida, ma doveva basarsi su una realtà molto più solida e unanime della semplice maggioranza, così come viene considerata dai partiti politici. Mi appellai a quel vecchio detto popolare che dice : se vedo dalla finestra un estraneo che attraversa la strada, posso scommettere parecchio che va pensando determinate cose, anche se non sono le cose comunemente pensate dalla gente. I liberali saranno la stragrande maggioranza, e lui non sarà un liberale; le statistiche dimostreranno che l'Inghilterra è prevalentemente conservatrice e lui non sarà certo un conservatore. Ma (dissi) credo che comunque sia convinto della necessità di indossare dei vestiti. E i miei amici socialisti non contestavano questo punto: anche loro accettavano i vestiti come una consuetudine universale del senso comune e della civiltà, la cui necessità è compresa anche da un estraneo che attraversa la strada, a meno che non si tratti di un matto. E parliamo di poco più di vent'anni fa. Oggi, quando affacciandomi vedo un estraneo che attraversa la strada, non posso neanche più esser sicuro che crede nella necessità dei vestiti. Il paese è pieno di colonie nudiste, i giornali brulicano di articoletti raffinati che elogiano la bontà e il coraggio di questi stupidi tipi anarcoidi. In ogni momento storico vi può essere la volontà generale, ma se non è sorretta dalla Fede, sarà una volontà particolarmente debole e vacillante.
Come sull'argomento del pudore, riguardante un aspetto puramente esteriore della sfera sessuale, così in tutte le problematiche, anche le più importanti, sulla sessualità, la mentalità moderna si è rivelata estremamente debole e vacillante. Il motivo va ricercato, suppongo, nel fatto che la Chiesa conosceva fin dall'inizio questa debolezza che noi abbiamo scoperto alla fine, ed è per questo che sulle tematiche sessuali è stata molto risoluta e dogmatica; alcuni ritennero in buona fede, troppo risoluta e dogmatica. Ora il cattolico è quell'uomo che ha il coraggio di affrontare quell'idea incredibile e inconcepibile che afferma che può esservi qualcosa di più saggio oltre la sua persona. E l'immagine più singolare e notevole può forse essere trovata nella visione cattolica del matrimonio, paragonata alla teoria moderna del divorzio; non va notata la teoria ultramoderna del divorzio, che è la semplice negazione del matrimonio, ma la teoria meno moderna e moderata del divorzio, che veniva già accettata quando io ero un ragazzo. Ecco il nocciolo fondamentale della questione, che evidenzia come la Chiesa rifiuti sia la teoria moderata che quella immoderata. Illustra il fatto che sempre si ripresenta: il divorzio è già diventato qualcosa di totalmente differente rispetto a ciò che sostenevano i suoi primi propugnatori. Dobbiamo immaginarci proiettati all'indietro in un diverso mondo di pensiero, per sforzarci di capire come era possibile conciliarlo con le virtù vittoriane, come fecero in molti tra i famosi vittoriani di allora. Loro tolleravano questa soluzione come un'eccezione per la società, mentre rifiutavano molte altre soluzioni proposte per la società dal pensiero moderno. I miei genitori non erano certo dei puritani ortodossi e neanche dei membri della chiesa alta, anglicana: erano degli universalisti che tendevano all'unitarianismo, ma avrebbero considerato la prevenzione delle nascite alla stessa stregua dell'infanticidio. Eppure sul divorzio, questi protestanti liberali, sostenevano un punto di vista intermedio che era più o meno questo : pensavano necessario e un dovere ordinario delle persone sposate rimanere fedeli al loro matrimonio; si poteva esigere questo da loro così come si esigeva l'onestà e ogni altra virtù comune. Ma ritenevano che in certi casi eccezionali e particolari, il divorzio poteva essere ammesso. Ora lasciando da parte la nostra dottrina mistica e sacramentale, non sembrava essere questa una posizione irragionevole. Certo non voleva essere una posizione anarchica. La Chiesa Cattolica sola, dichiarò che però avrebbe condotto a una situazione di anarchia: e così fu.
Ogni persona con occhi per vedere, qualsiasi sia la sua opinione, che guarda al mondo d'oggi, deve riconoscere che l'istituzione sociale del matrimonio è radicalmente cambiata; proprio come cambiò completamente la struttura sociale della cristianità con il divorzio di Enrico VIII° . In entrambi i casi, per un certo periodo, rimasero gli aspetti esteriori. Alcuni divorziati che possono, ai sensi di legge, risposarsi in presenza di un funzionario dell'anagrafe, si lamentano con amarezza che non possono risposarsi in Chiesa. Considerano la Chiesa come un luogo appropriato per sancire e violare lo steso voto nello stesso momento. E il vescovo [anglicano n.d.r] di Londra, ritenuto vicino al clero più conservatore, ha accordato recentemente una di queste richieste, sulla base che si trattava di un caso particolare, quasi che ogni caso riguardante gli esseri umani non sia un caso particolare. Quella decisione avrebbe causato la mia dipartita se avessi atteso così a lungo. Ma l'aria che si respira in società è ciò che conta, e molte persone normali si sposano, con l'idea che potranno un giorno divorziare. L'istante che quest'idea prende piede, tutta la concezione del compromesso di stampo protestante, svanisce nel nulla. Il vittoriano sincero e ingenuo non si sarebbe mai sposato con una donna, con l'idea che avrebbe potuto un giorno, lasciarla. Sarebbe stato come se l'avesse sposata con l'intento di ucciderla. Sono cose queste che non fanno parte dei sogni delle lune di miele. Risulta alterata l'intera prospettiva psicologica; il marmo è diventato ghiaccio, e il ghiaccio si è sciolto con inaspettata celerità. La Chiesa aveva ragione nel rifiutare anche le eccezioni. Il mondo ha ammesso le eccezioni, e le eccezioni sono divenute la regola.
Come ho già accennato la dichiarazione debole e inconcludente sulla prevenzione delle nascite, era solo l'ultimo atto di un lungo processo di degenerazione intellettuale. Non c'è bisogno di discutere nuovamente questo problema in questa sede, ma mi si lasci dire che la stessa verità vale anche nel caso del divorzio. La gente propone vie d'uscita facili per evitare certe difficoltà e responsabilità che gravano sull'uomo; questo riguarda anche le vie d'uscita sulle difficoltà e responsabilità inerenti al raggiungimento di un'equità economica, per ottenere dei miglioramenti per le classi più disagiate. La gente propone metodi semplicistici, nella speranza che verrano utilizzati solo in via marginale, mentre è molto probabile che verranno utilizzati su un'ampia scala di casi. E' strano che quest'aspetto non venga notato, sopratutto da quei pensatori e scrittori che hanno abbandonato da tempo l'ottimismo sulla natura umana alla Rousseau, e che sono molto più pessimisti sulla natura umana, di noi. Considerando l'umanità come viene descritta, per esempio da Aldous Huxley, è difficile vedere quale risposta può dare, a parte quella proposta da noi, se la domanda venisse posta in questo modo : Da una parte c'è una via d'uscita facile, ed è quella di non fare i bambini; dall'altra parte c'è una via d'uscita più difficile per superare le difficoltà ed è quella di ricostruire l'intera struttura sociale e darsi da fare e forse combattere per un sistema migliore. Quale strada sceglieranno gli uomini descritti da voi ? Ma non mi preoccupo tanto degli oppositori espliciti e sinceri alla Huxley, quanto di coloro che un tempo avrei considerato i difensori nel paese, della fede cristiana. Loro dovrebbero ormai sapere che il nemico che preme alle porte non lascia spazio ai compromessi, ma minaccia di distruggere tutto. Ma hanno tradito le aspettative.
La società borghese e capitalista (più di qualsiasi altra) continua a propagandare la guerra tra i sessi e a far crociate contro la famiglia : con la scusa che le donne devono lavorare allo stesso modo degli uomini, appena le stesse donne si dimostrano tali (perché devono partorire o accudire i figli...) o si escludono dal lavoro o gli si propone la soluzione dell'aborto. L'idolo del profitto, al quale l'uomo e la donna devono ogni obbedienza, pretende di stabilire lui, come le donne stesse devono essere donne, e come le famiglie devono vivere. Ma la famiglia non è una istituzione del capitalismo, come di nessun altra ideologia; al contrario è una istituzione fondata da Dio stesso; e deve osservare la legge di Dio prima di ogni altra; perciò il processo produttivo e il profitto devono essere al servizio dell'uomo, e non viceversa. |
FINE