Oggi fratello gatto guarda seduto
la pioggia estiva,
che lui come gli uomini,
non s'aspettavano, nel villaggio;
perciò devono entrambi rinviare
alcune consuetudini:
il micio per esempio,
dovrà rimandare (purtroppo),
quello che più lo gratifica
da quando coabita con l'uomo:
la sua libera e quotidiana
esplorazione, cioè la passeggiata felina.
Intanto la pioggia improvvisa
bagna città e campagna,
riempie i fossi e le chiaviche,
fa gonfiare i fiumi già torbidi,
e raffresca l’aria, purificandola,
col fuoco dei lampi
e la potenza dei tuoni.
Da una finestra mal chiusa,
dell’acqua penetra molesta,
e fa una pozza sul pavimento;
messer gatto, guarda
e capisce essere una intrusione
non ortodossa : infatti
sa che la sua natura
gli fa preferire l’asciutto;
sa che la padrona vuole
il pavimento sgombero e pulito;
sa che tra poco, proprio lei
arriverà premurosa,
a sistemare il guasto;
perciò si prepara,
e quando arriva,
gli va incontro giulivo,
facendogli una lunga carezza
dal musetto all’estremità della coda;
poi fa il bis, ripigliando
la stessa carezza, strisciando
nuovamente la gamba,
fino a pennellare bene,
perfino il ginocchio
e la sottana superiore.
Prende atto il micio, tuttavia,
che la massaia ha fretta di pulire,
di ripristinare l’ordine nella casa;
perciò decide con gran prudenza,
che è meglio scivolare lesto
nel giardino e nell’orto
e tornare a cose fatte,
quando la pulizia è finita,
la scopa rimessa nel cantone,
tutto tranquillo e domestico
(come anche a lui piace)
nulla rischia in definitiva,
il suo felino groppone.
Ora la pioggia è cessata
tanto rapidamente
quanto improvvisamente, è giunta;
e il sole fa risplendere di nuovo
l’erba e le piante,
le strade e i balconi,
i tetti più rossi perché
bagnati, del toscano paese.
Tutto si rinnova e s’illumina
dopo la tempesta e il ritorno
della luce risplendente.
Anche Fratello gatto
partecipa a suo modo,
a questo rinnovamento
del paesaggio: esplora di nuovo
ogni angolo del giardino e dell’orto;
non male sarebbe quel passero
sulla destra; ci sarebbe anche
il saltagreppo divertente
e la lucertola ancora più appetente,
entrambi sospettati tra l’erba a ovest;
ma decide infine, per il passero
a est, vicino la fontana,
e lo punta di brutto:
fa un salto da acrobata,
quasi l’arranfa a pelo d’acqua;
però l’uccello vola via svelto e sicuro,
come da ordinario copione,
(infatti, quello straordinario
prevede, malgrado le ali,
la cattura del pennuto);
e il micio poverino, rimane a bocca asciutta
facendo la figura del fallace paladino:
comunque, l’importante non è sempre
vincere, ma partecipare.
Però che emozione
e divertimento, averci provato;
che appetito, quando finalmente
anche l’uccello, anche il passero
più distratto del solito,
finirà prima o poi, per diventare
sua esclusiva e prelibata, quietanza.
Questo fallimento, invero, non è che
l’inizio promettente
di un importante,
futuro investimento.
Ma oggi non è finita, perché
dalla porta aperta del giardino
che da sulla strada, entra un setter
annusatore e spadroneggiante
che cammina a coda ritta o scodinzolante,
abbaia raramente, è vero,
ma punta la preda
e l’insegue sempre,
appena fa cenno di scappare.
Fratello gatto si fa dunque
alto alto per l'indebita intromissione,
il suo pelo arruffa;
la sua coda ingrossata
è un capolavoro d’ira;
è pronto ad affondare i denti e le unghie
di fronte; ma il cane consumato cacciatore,
manovra a sinistra all’ultimo momento,
e il gatto considerandosi raggirato,
lancia due unghiate supplementari
seccato ancor più,
dalla grossolana o canina
inosservanza del codice felino
(che come è noto, prevede l’attacco
per il duello frontale; e non ammette
le vie laterali e i colpi bassi),
fugge stizzito verso il pero nell’orto,
salendo proprio nella parte
somma dell’ultimo ramo;
da lussù, sempre indignato
ma anche mezzo divertito,
il nostro micio, guarda sotto a orecchie
basse e pelo ritto, rugando a tratti.
Il Cane capisce a sua volta,
d’esser giunto al capolinea:
lassù non lo può raggiungere:
quel felino, purtroppo,
è stato veloce e scaltro
e in un baleno ha posto fine
al divertimento canino;
decide perciò che per oggi,
altro non può fare che ritirarsi,
come si capisce del resto,
dalla chiamata del padrone,
il quale immaginando la infausta
guerra oltre il muro,
chiama forte il cane, dalla strada.
E’ allora che fratello gatto,
rimette a posto il pelo
e depone rapido, ogni ira;
ridiventa tranquillo e civile
perfino bello da vedere;
scende lentamente dal pero,
come se nulla fosse e fosse stato,
attraversa sicuro tutto il suo
territorio domestico,
e s’infila in casa, per andare
subito dalla padrona:
chissà che non gli allunghi
qualche bocconcino; certamente
sono garantite le carezze,
dopo un simile affronto canino
che si è permesso d'invadere
e violare, ufficialmente,
perfino il privato giardino;
dopo un simile sgarbo cagnesco,
così maleducato e grossolano,
che non rispetta nemmeno
le regole più elementari
della scherma felina;
certamente ci dovrebbero
essere le coccole in programma:
infatti si ricorda molto bene, il micetto,
che probabilmente niente
ostacola il buon umore della padrona
visto che è stato pulito il pavimento
e tolta l’acqua,
e visto che in definitiva,
dovrebbe essere stato ripristinato
efficacemente, l’ordine domestico,
cioè la pace santa, della casa e del giardino.
FINE