Lettera del 24 luglio 1846 ..Appena arrivato a casa , corsi a leggere i suoi versi; e gli ho trovati di buonissimo conio e pieni d’affetto. Quelli per le nozze della sorella sono soavissimi…. Non si stanchi di studiare, e veda che il pensiero e la forma corrano spediti e di pari passo. Studi i sommi, vale a dire i pochi, e lasci in disparte il branco degli scrittori. Le letterature straniere le siano di sussidio, la nostra di fondamento. Scriva soprattutto le terzine e le ottave, e questi metri gravi che, a chi ben guarda, chiudono in se tutti gli altri, le daranno virtù di signoreggiare i metri minori. Il cominciare da questi è uso pessimo della fola moderna: Ella che non è della folla, si tenga agli altri, e le prometto che non avrà a pentirsene. Ma sopra ogni altra cosa le raccomando di non lasciarsi circondare dal pecorame dei letterati dell’una o dell’altra scuola, che sono i primi guastamestieri della terra, specialmente quando si piantano intorno alle donne; perché o le adulano o le dispregiano, e sempre stolidamente. Studiando, parlando, corteggiando, conversi coi pochi eletti, e le riuscirà di serbarsi lontana da quell’orgoglio che finisce sempre con partorire idropisia di cervello, e da quella soverchia umiltà che mette il tremito nei ginocchi. Insomma non si lasci mai né lusingare né sgomentare, e la Sicilia avrà una gloria in casa Turrisi. |
FINE
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