1. C’è chi dice che gli uomini sulla terra,
sono brutti e cattivi;
per alcuni aspetti non ha torto;
ma col vivere e lavorare onestamente,
gli stessi uomini, dimostrano
che sono anche belli e buoni;
perciò bisogna incoraggiare quest’ultima qualità
del lavorare (e del vivere) onestamente.
2. Mediante il lavoro,
gli uomini fanno molte opere buone,
anzi, se lavorano al meglio,
più rettamente e solidalmente,
con più tecnica e collaborazione,
più motivati nel giusto e amorevolmente
(cioè più viventi la legge di Dio e dell'uomo),
traspare dalle opere e dai volti,
dai fatti più che dalle parole,
la loro maggior bellezza;
dimostrano la bellezza e bontà
che hanno dentro l’anima
e che i soli occhi, la sola voce,
senza la facoltà espressiva e oggettiva del lavoro,
non basterebbe a renderla visibile al pubblico
di sé e del mondo;
non basterebbe per farla uscire
con benevolenza e magnificenza
dall’ambito interiore e privato .
Al contrario, il lavoro può dare forma
materiale e spirituale a questa bellezza,
perché rende publico
lo splendore del Dire e del Fare
col cuore e con la mente,
con le mani e con gli strumenti;
rende visibile lo splendore
dell’Homo Sapiens e Faciens
come della sua opera,
quale sapienza e quale opera
che possono essere esclusivamente umani;
e proprio per questo, sono in ultimo
la dimostrazione ulteriore,
dell'uomo quale gloria di Dio,
cioè del Dio Creatore dell’Uomo stesso,
come di Tutti e Tutto, tranne del Male .
3. Perciò il lavoro,
com'è noto al mondo più progredito
figlio dell'Evangelo,
non è solo un bisogno,
non è solo un diritto
non è solo un dovere,
non è solo un mezzo
per dominare la natura
o completare l'opera del Creatore
o semplicemente per vivere
o per progredire;
ma è anche un quotidiano
mezzo di salvezza o dannazione
a seconda che sia svolto
in modo conforme a Dio o al Diavolo.
Quando è svolto secondo Dio,
è un efficace mezzo di santificazione,
perché significa lavorare
tenendo in essere la Grazia,
cioè vivendo quotidianamente
del pane e del vino,
simboli efficaci e fondamentali
del lavoro stesso,
come del Corpo e del Sangue
del Signore .
Quando è svolto secondo Dio,
è pure una delle grandi facoltà
espressive e creative dell’uomo,
che gli permettono di fare del bene a Se stesso
e ai consimili, a se stesso e alle Cose del Creato;
e in questo contesto, tali facoltà ,
rivelano d'ogni lavoratore
come dell'intero genere umano,
i limiti e le aspirazioni,
i progressi e i successi,
i difetti e i meriti,
i fallimenti e gli obbiettivi
a breve come a lungo termine.
4. Col lavoro, l’uomo si difende
dalla povertà materiale e spirituale,
perché si guadagna da vivere e insieme si preserva
(essendo occupato) dalle tentazioni del mal vivere;
il lavoro onesto,
è dunque un modo efficace
e storicamente collaudato,
per tenere lontano dalla vita quotidiana
individuale e sociale,
sia il Peccato sia il Diavolo col suo Inferno;
per questo, cioè per contendere
al Bene la naturale sovranità
più che sia possibile o permesso da Dio,
lo stesso Diavolo e i suoi Fans
(il mondo visibile e invisibile del Male),
mettono tante energie per fare del lavoro
un mezzo e una struttura di peccato e di morte;
infatti, nella misura in cui riescono nell'impresa,
trovando tanti complici e collaboratori
(tanti speculatori, oggi si direbbe...),
il lavoro da mezzo per vivere
si trasforma in mezzo per morire;
da mezzo di preservazione dal peccato,
si trasforma in mezzo di espressione
dello stesso peccato;
da mezzo eloquente della nobiltà
e bontà dell'uomo,
si trasforma in mezzo efficace
della ignobiltà e cattiveria dell'uomo stesso .
5. Tornando ora alla descrizione
fondamentale del lavoro,
devesi concludere che :
lavorando, e misurando
quotidianamente la propria fatica,
prende forma l’opera buona o cattiva,
bella o brutta,
rivelatrice infallibile di chi la compie;
l'autore di quest'opera universale,
potrà firmarsi pertanto, di volta in volta,
a seconda del caso:
quale bene o male intenzionato,
quale benigno o maligno,
bravo o non bravo,
inutile a se stesso e agli altri
o utile a se stesso e agli altri ,
capace o incapace,
grande o piccolo,
artigiano o artista,
dilettante o professionista,
colto o incolto,
manovale o scienziato,
schiappa o brillante,
mediocre o genio,
egoista o altruista,
italiano o straniero,
locale o universale
.... .
Guido Ferroni, Colonica Toscana, 1920-21 ca, Collezione privata, Olio su tela, 38 x 48 cm |
FINE
Verso la libertà del lavoro