LA PROTESTA DELLA VOLPE

 

 

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                Sulla Valle della Chiana dove scorre il Borro delle Fontanelle presso Dorna, godono il sole estivo coralmente i vigneti antichi e recenti. Questo polmone verde vitivinicolo, sembra dall'alto di un aereo, il giaciglio incontaminato di una dea, tanto respira la benedizione del sole, la carezza delle brezze, la cura amorevole e sapiente dell'uomo, che quotidianamente, con la sua perseveranza, chiede buon uva e buon vino.

                Stamani però gli operai arrivano alle cinque del mattino: la valle è ancora nel sonno; ma s'intravedono già i chiarori che dissolvono la notte, si percepiscono in crescendo  i primi canti degli uccelli, di qualche passero, di un usignolo dal mestiere consumato quanto lirico, di un gruppo di stormi che da qualche giorno, ha colonizzato provvisoriamente il boschetto lungo la proda dei vigneti. 

                 Ancora non è giorno, e più dell'oscurità, lo dice la bella luna piena che risplende a ponente, recitando una delicata poesia, la quale sembra alzare la sua voce femminile, quanto più gli uomini la guardano e s'interrogano involontariamente o no, sul suo compito e significato effettivo nel corso del tempo, di pochi secondi come di molti millenni. Mirabile è dunque questa dolce luna che illumina la notte e insieme presagisce al meglio, al modo delle parole di una naturale veggente, un giorno ancor più mirabile di solarità e calore.

                Gli operai, Vincenzo e Antonio, incorniciati da tale paesaggio come dall'oscurità del mattino lunare, tirano su, dunque, i tralci delle viti, pensando che il grosso del lavoro, è da farsi nelle ore del fresco; mentre il resto in quelle accalorate, tra mezzogiorno e le tredici. Tuttavia, vista l'ora presta, vanno lentamente nel ritmo, e tra poco, diverranno più lesti, non appena sarà più giorno.

                A un tratto, un  malo-urlo, dal vicino boschetto, li distrae: chi sarà mai? Certamente un animale! Ma quale e di quali dimensioni? Sarà pacifico o nemico? Poco dopo l'Urlo si ripete: Brruh!, .... Brruh!.. Brruh!, ...Brruh!

                Quell'animale, dice Antonio, ha forse bisogno d'aiuto. Vado a vedere. 

                Lascia dunque il filare e s'incammina verso il bosco, lungo la carreggiata dove passano i mezzi agricoli. Li sosta un attimo, intravede qualcosa al limitare della vegetazione, si ripara dietro una vite, per cercare di non intimorire l'ospite; e aspetta. Forse l'animale, torna giù: 

                dopo poco, dal bosco più in basso, sbuca pimpante e presta una bella volpe rossa: si dirige senza esitare verso Antonio; gli passa a poca distanza ma non si ferma; procede spedita verso dove? Forse verso Vincenzo rimasto su nel filare? Macché. Va oltre: si ferma nei pressi di una Panda bianca, e ripete prepotentemente il suo urlo: Brruh!...Brruh!...Brruh!...  . 

                Poi si ricorda d'essere osservata, come minimo da Antonio e Vincenzo; decide quindi di correre ai ripari: si ritira piano piano, prudentemente, abbaiando col suo brutto verso, finché scompare nel bosco e abbaia anche quando ne è all'interno ingoiata dal folto e magari in compagnia dei falchi e dei cinghiali.

                Quando arriva il giorno pieno, la volpe tace. Ma i due operai non possono fare a meno, di riflettere sul comportamento strano dell'animale, che senza paura dell'uomo, tuttavia sembrava prendersela contro una Panda bianca.

FINE

 

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