[ Da : Maria Motta, Luce e Spirito, Cooperativa Editrice Nuova Brianza, Renate (Milano) 1986, pp.1-95 ; pp. 91-92 ]
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Maria Motta (Rosario di Santa Fè -Argentina- 14 maggio 1877 / Milano 1950 )
Chiusa ne l'ombra che del sole i rai
mi tolse de la vita al primo albor,
io non ti vidi, non ti vidi mai,
italo tricolor.
Pur, quando da le guglie, dai balconi
dai fari dell'industre mia città,
fra un inno di fanfare e di cannoni ,
simbol di libertà,
ne l'aere aperto so che ondeggi lieto,
provo di gioia un fremito viril,
e per non so qual fascino secreto
d'illusion gentil;
Parmi vederti! inebbriarmi anch'io
sogno al fervido sole, al glauco ;
e in quella breve illusione oblio
di mie pupille il vel.
In te raccolto de la patria amata
il passato contemplo e l'avvenir;
un passato di gloria intemerata,
di lotte e di martir;
un avvenir a cui ride e sfavilla
de la speranza il puro astro seren.
Tu accendesti la magica scintilla
de' nostri eroi nel sen:
cosi nei giorni d'ansia, di dolore
e di periglio, riguardando a te
trovarono la fede ed il valore
che alfin vincer li fé.
Tu l'arte ispiri, e coronar tu sai
de la spada gli atleti e del lavor...
Io non ti vidi, non ti vidi mai,
italo tricolor!
Ma vibra nel mio spirito una voce
per te d'amore, che tacer non può;
solo l'umil mia casa e quella croce
che l’Uomo Dio sacrò.
con te patria bandiera benedetta,
del mio core dividono l'imper!
Ah! se toccare io non potrò la vetta
del genio e del saper:
se accrescer non potrò come vorrei,
l’alma aureola onde splendida sei tu,
il fior educherò sui passi miei
di semplici virtù.
Volente innalzerò l'anima mia
a ciò che è bello, nobile, immortal
nel canto trasfondendo l'armonia
del più puro ideal.
T'invocherò lunga di pace un'era,
lunghi di gloria luminosi dì...
e il cor devoto italica bandiera
ti proverò così.
(20 settembre 1907)
FINE