[ Da : Maria Motta, Luce e Spirito, Cooperativa Editrice Nuova Brianza, Renate (Milano) 1986, pp.1-95 ; pp. 76-77 ]
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La mia povera casa è l’aiuola,
dove cresce bellissimo un fior;
nel villaggio son detta usignuola,
perché vivo di canto e d’amor.
Quando a sera il mio bimbo mi dice:
Sul tuo sen, Mamma, voglio dormir,
fra le braccia lo prendo, felice
la sua voglia di tosto compir.
Tutto è pace, sussurra la brezza
fra i leandri del queto veron;
il bambino,con dolce carezza,
mi domanda l’usata canzon.
Io lo adagio entro l’umile cuna
e beata lo resto a guardar,
mentre un vergine raggio di luna
vien furtivo il suo viso a baciar.
Dormi, o figlio con 1’Angelo santo
che a custode il Signore ti diè,
vigil sempre io ti resto d’accanto,
con Lui palpito e prego per te.
La ricciuta tua bionda testina
Com’è bella sul niveo guancial!
Dormi, o figlio;
lo sai che vicina
è la festa del Santo Natal ?
Per quel giorno il tuo nuovo abitino,
tanto bello, finito sarà;
un Presepio col pargol Divino,
per te il babbo, se vuoi, comprerà.
Di sorrisi e di baci ti appresta
ogni dì larga copia gentil;
la tua vita di bimbo è una festa,
un azzurro mattino d’april.
Dormi, o caro! dei bravi bambini
Sul riposo ognor vigila il Ciel,
che il più bello dei Suoi Cherubini
de’ tuoi giorni ha voluto fratel.
Dormi, dormi, e di sogni beati
sia la notte gioconda per te!
Gli occhi tuoi, pur dal sonno velati,
son di luce due fari per me.
La mia povera casa è un’aiuola
dove cresce bellissimo un fior;
nel villaggio son detta usignuola,
perché vivo di canto e d'amor.
(1908)
FINE