ORIGINE E STORIA DEL PRESEPE NEL MONDO

[secondo: EugubininelMondo.it]

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Giambattista Foggini, Adorazione dei pastori, 1675, marmo, Hermitage di San Pietroburgo, Russia

                    Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di "praesepium" (da prae: "davanti" e saepire: "chiudere con una siepe") ovvero "recinto chiuso", "mangiatoia". Oggi la parola assume il significato non solo di "mangiatoia", bensì dell’intera rappresentazione della natività in tutte le sue sfumature...del Presepe, appunto!


                   Luca parla soltanto dell' umile nascita di Gesù a Betlemme (...giunse per lei il tempo di partorire e diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'albergo. In quella stessa regione si trovavano dei pastori: vegliavano all'aperto e di notte facevano la guardia al loro gregge....), poi il greco Origene (prima metà del III secolo)  all'iconografia originaria aggiunse altri particolari, infatti colloca Gesù in una grotta, parla dei doni dei pastori, di un bue e di un asinello, che riscaldano il piccolo con il proprio alito, richiamandosi probabilmente ad una antica profezia di Isaia.


                 Di Re Magi venuti ad adorare il Redentore, ne parla Matteo: "...alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov’è il Re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo".


                  L'origine esatta del Presepio è difficile da definire, in quanto è il prodotto di un lungo processo. Già nel secondo secolo troviamo nelle catacombe roma
ne di Priscilla, lungo la via Salaria a Roma, rappresentate scene della nascita di Gesù, come la Madonna con in grembo il bambino. Anche nelle catacombe di San Sebastiano, si può ammirare un altro importante affresco che, seppure fortemente deteriorato, raffigura la mangiatoia con due animali: il bue e l’asinello. È storicamente documentato che già nel Quarto secolo, per volere di Papa Liberio I (352-366), veniva eretta nel giorno di Natale, nella Basilica S.Maria "ad praesepe"  (oggi nota come S. Maria Maggiore) una "tettoia" sorretta da tronchi d’albero (quasi lo schema essenziale di una stalla), tale tettoia veniva posta davanti all'altare presso il quale, il 24 dicembre di ogni anno, veniva celebrata la Messa di mezzanotte. Papa Liberio era succeduto a Papa Giulio I (337-352) il quale nel 337 aveva stabilito che il 25 dicembre fosse festeggiato come il giorno della nascita di Gesù.


                  Altre “tettoie” furono erette in altre Chiese a Roma (S. Maria in Trastevere), a Napoli nella Chiesa di S. Maria della Rotonda, e certamente in altre Chiese di altre città. Si sa pure che Papa Gregorio III (731-741) fece sistemare sotto la tettoia di S. Maria Maggiore una statua d’oro della Madonna con il Bambino e che anche in altre chiese furono collocati sotto tali tettoie pitture o statue che ricordavano il Sacro Evento.


                 Si dice che il primo presepe venne realizzato a Napoli nel 1025 presso una chiesa chiamata Santa Maria ad Praesepe che sorgeva in piazza San Domenico Maggiore nella quale furono esposte per la prima volta alcune statue lignee che raffiguravano la natività del Cristo.

                     Il primo presepio vivente così come lo vediamo realizzare ancor oggi, con la grotta al centro e tutti gli uomini che vanno verso il Bambino, ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco D'Assisi di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio, piccolo centro del Lazio, in provincia di Rieti, ai confini con l' Umbria, nella notte di Natale del 1223. Questo episodio poi fu magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Fu il primo presepio e Greccio viene oggi celebrato come luogo di nascita del presepe. Allora, Papa Onorio III, dette a Francesco una particolare autorizzazione poiché, essendo vietati dalla Chiesa la rappresentazione di drammi sacri, gli permise solo di celebrare la messa in una grotta naturale invece che in chiesa, così egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia, rivisse la nascita del Signore. Francesco era stato in oriente quattro anni prima, nel 1219, ed aveva potuto visitare i luoghi santi della vita del Signore. Il ricordo più intenso di questo viaggio fu la visita alla grotta di Betlemme ove il Signore volle nascere. 


                      Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo così accessibile e comprensibile la storia di Natale a tutti coloro che non sapevano leggere.
S. Bonaventura scrive anche che Francesco: "Tre anni prima della sua morte, volle celebrare presso Greccio il ricordo della natività di Gesù Bambino, e desiderò di farlo con ogni possibile solennità, al fine di eccitare maggiormente la devozione dei fedeli. Perché la cosa non fosse ascritta a desiderio di novità, prima chiese e ottenne il permesso dal Sommo Pontefice",


                      Secondo il racconto di Tommaso da Celano, in quella notte di Natale, a Greccio, il Santo avrebbe anche compiuto un miracolo facendo animare la statua del bambino.


                 

 

                    Il più antico presepe inanimato è invece quello che Arnolfo di Cambio scolpì per Papa Onofrio IV nel legno nel 1283 e del quale oggi si conservano solo alcune statue nella chiesa di S. Maria Maggiore in Roma. Le statue, ad altezza naturale, rappresentano: la Madonna col Bambino sulle ginocchia, San Giuseppe, il bue e l'asinello; davanti alla Madonna c'è uno dei re Magi.


                      A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei Magi del dittico composto da cinque parti in avorio e pietre preziose che si ammira nel Duomo di Milano e che risale al V secolo e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali,gli artisti producono statue di legno o terracotta che sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come sfondo alla scena della Natività. Il presepe veniva esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio.


                 

 

                      Dal 1300 in poi la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, lavori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens, Ghirlandaio.

                      Il 1400 è un secolo di stasi per il presepe, essendo esso prerogativa di grandi chiese che possedevano rappresentazioni stabili per l’intera durata dell’anno. Si ha notizia certa del Presepe dei fratelli Pietro e Giovanni Alemanno per la chiesa San Giovanni a Carbonara, di questo presepe sono giunte fino a noi diciannove statue in legno policromo.

                      Nel 1500 si assiste ad una ripresa di rappresentazioni in tutta Italia; ricordiamo il magnifico presepe, totalmente in terracotta, ancora oggi conservato presso il Duomo di Modena, opera di Antonio Begarelli;  a Urbino e Piobbico sono conservati splendidi presepi dello scultore Federico Brandani (esecutore di molte decorazioni delle sale del Palazzo Ducale di Urbino). Nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli è conservato parte del presepe del Belverte.
Il presepe comincia ad espandersi anche nelle case di nobili in tutta Italia. Cominciano ad essere rappresentati anche animali quali pecore, capre, cani oltre al bue ed all'asino; Inoltre cominciano a vedersi i primi paesaggi più o meno complessi. 

                       Le statue sono prevalentemente di legno policromo o tutte di terracotta, mentre solo nel secolo successivo, 1600, si cominciano a delineare figure più modellate nelle posture. Aniello …”scultore anche migliore” e Donato diedero vita al presepio del Viceré conte di Castrillo nel lontano 1658 (ricco presepe di cui sono stati tramandati 112 figure lignee di ridotte dimensioni). Nella seconda metà del secolo, cominciano a farsi spazio anche le figure in cartapesta

                     Nel 1700 il presepe si diffuse largamente nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone. Gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo riprodotti negli atteggiamenti del loro vivere quotidiano: occupazioni, momenti di svago, a tavola o impegnati in balli e serenate.


                      Ulteriore novità è la trasformazione delle statue dei 
pastori sempre in legno, ma 
realizzati con arti di fili di ferro ricoperti di stoppa, che permettevano ogni tipo di postura, vestiti con stoffe più o meno ricche, adornati con monili e muniti degli strumenti di lavoro tipici dei mestieri dell'epoca e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. 


                    Nello stesso periodo si distinguono anche gli artisti liguri, in particolare genovesi, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le terrecotte dipinte a freddo di Savona e Albissola.
        

                Sempre nel '700 si diffonde il presepio con parti in movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. Ma fin qui abbiamo trattato di ricostruzioni quasi sempre monumentali e di grande pregio artistico realizzate da maestri dell'arte per lo più per la Chiesa o per cappelle private.

              La diffusione a livello popolare si realizzò pienamente nel 1800: ogni famiglia in occasione del Natale costruiva un presepe in casa riproducendo la Natività secondo la tradizione con statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altri materiali per gli scenari, forniti dagli artigiani. In Puglia, specialmente a Lecce, fu introdotto un uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti gareggiavano tra loro nel costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti.

                     Nel corso del Novecento poi, e soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci fu un indebolimento della tradizione del presepe, anche per il fiorire della 
tradizione dell'Albero di Natale

                     Oggi tuttavia in Italia il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di enti religiosi e privati come: la Associazione Italiana Amici del Presepio; il Museo del Presepio di Brembo Dalmine di Bergamo; alcune mostre importanti (100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma e dell'Arena di Verona); eccezionali rappresentazioni dal vivo come la rievocazione del Primo presepe di S. Francesco a Greggio, il Presepe Vivente di Rivisondoli in Abruzzo, il Presepe Vivente di Revine  nel Veneto, oppure il Presepe Vivente di Casarano in Puglia e tanti altri ancora, in tutte le regioni.

                        [ Fonte : EugubininelMondo.it , Dom 28-12-14 ]

 

 

FINE

 

 

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