1. Al mondo ci sono cristiani, che il vescovo nemmeno ce l’hanno, ci sono cristiani che pur conoscendo Gesù Cristo, nemmeno sanno che è necessario avere il vescovo; ci sono cristiani che un tempo sapevano tante cose sulla fede, ma oggi se ne sono dimenticati; ci sono credenti (lo ripeto), che nemmeno sanno che è bene per il popolo, avere il vescovo.
2. Al contrario, noi aretini non solo abbiamo il Vescovo, non solo sappiamo che è una istituzione necessaria, ma di vescovi ne abbiamo avuti centotredici (?), cioè molto più di tante altre città e popoli; e l’ultimo come il primo, parla con sapienza continuativa; questa cattedra di san Donato, è dunque viva e non è mai morta; anzi mentre gli altri poteri deflettono, e sono impegnati in un programma ampio di neosfruttamento dei poveri e dei deboli, in un programma mortale di dequalificazione della famiglia e della vita; il vescovo e la Chiesa, san Donato con la sua firma di martire, con lucidità naturale e soprannaturale, come agli albori della giovinezza del Vangelo, e analogamente alla visibilità di una città in cima a una montagna, puntano con chiarezza eloquente, il dito contro questo nuovo e antico errore: infatti sono rimasti solo essi (solo i preti ), a difendere il vero e il giusto; gli altri cittadini sono da tempo fuori gara, squalificati dalla storia: purtroppo hanno esaurito le motivazioni i sindacalisti, i partiti politici, i comunisti, i burocrati della amministrazione varia, la stessa democrazia, perfino i patrioti del risorgimento (un tempo, tanto fieri e guerrieri), perfino la stessa Europa, le Nazioni Unite, spesso non sono più un lume, nella misura che si separano dalla fede; ma per nostra buona sorte, il vescovo e la Chiesa rimangono lucidi e operosi, presenti e consapevoli, anche se in pochi; energici anche se attempati; attivi e vittoriosi, fino all’ultimo respiro; in realtà, solo essi leggono correttamente gli errori principali della nostra epoca, e li additano affinché i fedeli non cadano ma si conservino credenti, e non siano perciò sminuiti, squalificati, corrotti, dalla assunzione mortale, di tali errori epocali, velenosi, sempre in agguato, un pericolo forte e costante, da cui guardarsi .
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3. Dunque noi non abbiamo più materialmente in questo mondo San Donato, eccetto la memoria della sua vita santa, la tomba, le reliquie, i templi a lui dedicati; però abbiamo il vescovo successore di San Donato, perché abbiamo la Chiesa; e specialmente perché il vescovo successore, dimostra esser tale e d’esser vivo di fatto e di nome (e non solo di nome), ogni volta che addita infallibilmente gli errori tipici dominanti della nostra Italia e del nostro tempo; e anzi, avendone piena consapevolezza, e mettendoli in rilievo con chiare e dotte spiegazioni, invita di conseguenza il nostro vescovo successore, a evitare sapientemente, tali errori.
4. Così abbiamo parlato fin qui di San Donato, secondo vescovo aretino, che ha avuto e avrà numerosi successori nella Diocesi di Arezzo. Ma San Donato con la sua santità da martire potente (bisogna ricordarlo), ha devoti numerosi in tante altre parti d’Italia e d’Europa.
5. E la sua presenza non solo resiste al tempo, ma bisogna aggiungere che Oggi l’abbiamo presente più di prima della sua morte corporale, nella memoria terrena ; l’abbiamo presente più di prima della sua morte, con la sua vita eterna in cielo; l’abbiamo presente specialmente come conseguenza benefica e eterna, di chi oltre che vescovo e martire, è anche partecipe diretto della eternità di Dio; in conclusione, abbiamo per noi San Donato più di prima che fosse santo; e mentre prima l’ebbimo per pochi anni, ora l’abbiamo per l’eternità; perciò è bene evidenziare pubblicamente e ripetere, che il nostro Santo Vescovo, non è solo nel nostro cuore; ma è più vivo e potente di quanto già lo fosse da santo, prima della morte terrena; ben si può dire, che mai questo nostro padre vescovile, ci è stato tanto beneficamente vicino, quanto ci è spiritualmente vicino, dal Cielo : si tratta d’avere l’animo giusto per poterci parlare, e ascoltare direttamente i suoi consigli, le sue sante e paterne parole. Questo giusto animo, è dunque anche l’ augurio principale a me stesso, come a tutti i lettori . |
FINE